Fabre, Jan

disegnatore, scultore, musicista e regista teatrale, coreografo e scenografo (Anversa, 1958). L'eclettico artista fiammingo, che dagli anni Settanta del secolo scorso si esprime con una vasta gamma di linguaggi che va dalle arti plastiche al video, utilizza per le sue opere materiali particolari come corazze di insetti (il nonno era un celebre entomologo), attraverso i quali rappresenta l'eterno mito della trasformazione e della rigenerazione della natura e dell'uomo. Per esempio l'insieme di sculture che costituiscono Umbraculum sono realizzate con scaglie di ossa, animali e umane, protesi e strumenti per portatori di handicap, che ha completamente ricoperto di corazze di scarabei e appeso al soffitto per mezzo di corde, accostate a macchine infernali coperte di grasso e di ruggine. In generale egli riprende i temi cari alla tradizione fiamminga: la follia, la malattia, la morte, la dolcezza del peccato, la rigenerazione, la forza spirituale, piegandoli alla sua immaginazione. Ha partecipato a numerose mostre collettive, tra cui alcune Biennali di Venezia, San Paolo e Lione. Nel 2004 ha diretto il Tannhaüser di Richard Wagner.

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