Fortini, Franco

pseudonimo del critico e scrittore italiano Franco Lattes (Firenze 1917-Milano 1994). Perseguitato per ragioni razziali, prese parte alla Resistenza in val d'Ossola. Collaboratore del Politecnico e di altre riviste, tra cui Nuovi argomenti, Botteghe Oscure, Paragone e Officina, nel 1955 fondò Ragionamenti. Il rigore morale caratterizza la poesia di Fortini, che, dall'elegia del tempo perduto di Foglio di via (1946), si è dispiegata attraverso le successive raccolte: Una facile allegoria (1954); I destini generali (1956); Poesia ed errore (1959); Una volta per sempre (1963); Questo muro (1973); Poesie 1938-73 (1978); Paesaggio con serpente (1984). Come saggista (Dieci inverni, 1957; Verifica dei poteri, 1965; I poeti del Novecento, 1977; Questioni di frontiera, 1977; Insistenze, 1985; Nuovi saggi italiani, 1987) Fortini ha svolto, nell'ambito del marxismo, una critica severa, intrecciata di motivi religiosi e libertari, contro ogni forma di conformismo e di dogmatismo. Tra le sue traduzioni (da Flaubert, Éluard, Proust, Brecht) è da ricordare soprattutto la versione del Faust di Goethe (1970). Ha scritto, inoltre, il romanzo Agonia di Natale (1948), poi riedito col titolo Giovanni e le mani (1972), libri di viaggio (Asia Maggiore, 1955; I cani del Sinai, 1957) e brani narrativi, come La cena delle ceneri e Racconto fiorentino, apparsi in un unico libro nel 1988. A quest'opera sono seguiti Extrema ratio (1990), Attraverso Pasolini (1993), miscellanea di articoli, appunti, lettere inedite e saggi, e la raccolta poetica Composita solvantur (1994). L'Annuario del Centro Studi Franco Fortini ha pubblicato, nel 1998, una parte del carteggio che lo scrittore intrattenne con Italo Calvino tra il 1951 e il 1977.

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