Fouquet o Foucquet, Jean

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pittore e miniatore francese (Tours circa 1420-1477 o 1481). La ricostruzione critica della sua opera, di cui gran parte è andata perduta, ha avuto inizio nel sec. XIX. La sua formazione rimane problematica: non si sa se essa avvenne a Parigi, nell'ambiente tardogotico legato ai dominatori inglesi, o a contatto dei pittori del re di Francia, che in quell'epoca si spostava fra il Berry e la Turenne. Dai documenti risulta che quando, intorno al 1447, giunse a Roma (dove venne a conoscenza dei problemi fondamentali del Rinascimento), era già famoso, tanto da eseguire il perduto Ritratto di papa Eugenio IV con i nipoti. Della sua attività precedente non rimane nulla, eccetto il famoso ritratto di Carlo VII (Parigi, Louvre), collocato da alcuni intorno al 1445. Nel 1450 tornò a Tours, dove tenne una fiorente bottega, lavorando per i gentiluomini di corte e per il re Luigi XI, di cui divenne pittore ufficiale nel 1475. La maniera personale con la quale Fouquet seppe interpretare la concezione umanistica dello spazio e della figura umana, mantenendo però la tradizionale ricchissima tavolozza francese, attuò in Francia il passaggio dal tardogotico alle nuove, rivoluzionarie esperienze. Fra il 1450 e il 1455 viene datata una serie di sue opere pienamente rinascimentali: l'Autoritratto in smalto (Parigi, Louvre), il ritratto di Guillaume Juvénal des Ursins (Parigi, Louvre), la grande pala della Pietà (Nouans, parrocchiale) e il cosiddetto Dittico di Melun, composto dalla celebre Madonna col Bambino (Anversa, Musée Royal des Beaux-Arts), statuaria e geometrica ai limiti dell'astratto, e da Étienne Chevalier e S. Stefano (Berlino, Staatliche Museen), nel quale un audace scorcio prospettico monumentalizza le figure del donatore e del suo patrono, rese con il realismo essenziale tipico di van Eyck. Sempre per Étienne Chevalier, Fouquet miniò in quegli anni un Libro d'Ore (dei 60 fogli 40, fra cui la Visitazione, sono al Musée Condé di Chantilly, altri 7 sono sparsi fra Parigi, Londra e New York), ricco di ricordi dell'Angelico e delle luminose predelle italiane. Del 1458 sono le miniature su un manoscritto di Boccaccio (Monaco, Staatsbibliothek) e quelle per le Grandes chroniques des rois de France (Parigi, Bibliothèque Nationale), nelle quali Fouquet realizzò un nuovo tipo di composizione, con scene di massa su larghi sfondi paesistici dietro il gruppo dei protagonisti. Lo stesso tipo di composizione si ritrova nelle miniature delle Antiquités Judaïques, ispirate al volume Antiquitates judaicae di Giuseppe Flavio, eseguite fra il 1470 e il 1476 per il duca d'Armagnac, fra le quali si ricordano il Lamento di Davide, l'Entrata di Tolomeo in Gerusalemme, la Distruzione del Tempio (Parigi, Bibliothèque Nationale). L'opera di Fouquet, nella cui bottega si formarono i maggiori artisti della generazione seguente, influenzò profondamente la pittura e l'arte della miniatura, ponendosi come fondamento del rinascimento francese. Pittori furono anche i suoi figli Louis, di cui si sa pochissimo, e François, che è stato talora identificato con il grande maestro noto come Maître François.

Bibliografia

G. Ring, A Century of French Painting, Londra, 1949; J. Alazard, Fouquet, Milano, 1951; S. Lombardi, Jean Fouquet, Firenze, 1983.

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