capitale del cantone omonimo (Svizzera), 629 m s.m., 33.008 ab. (stima 2006).

Generalità

Città universitaria situata sul fiume Saane, 27 km a SW di Berna, in favorevole posizione tra il Vaud e il Bernese, sulla ferrovia Losanna-Berna. Il centro antico medievale è fra i meglio conservati della Svizzera; intorno si stende ancora la cerchia delle mura dei sec. XIV-XV, con torri alte 30 m e fortificazione sul fiume. Numerose e caratteristiche le case di abitazione con logge chiuse sporgenti e le fontane con figurazioni in stile rinascimentale. Dal 1889 è sede di una famosa università cattolica internazionale. In francese, Fribourg; in tedesco, Freiburg o Freiburg im Üechtland.

Storia

La sua fondazione, in un sito strategico sul fiume Saane, fu voluta dal duca Bertoldo IV di Zähringen nel sec. XII (forse 1156). Estintosi il casato del fondatore, Friburgo passò sotto il dominio prima dei Kiburg e poi degli Asburgo, pur conservando e ampliando una serie di diritti. Nel sec. XIV, dopo vani tentativi di opporsi all'espansionismo della città di Berna, culminati nella sconfitta di Laupen (1339), Friburgo diventò per qualche tempo alleata di Berna. Nel 1474 gli Asburgo rinunciarono definitivamente ai loro diritti sulla città, che, coinvolta nelle guerre di Borgogna e in lotte contro i Savoia (dalla cui sovranità si emancipò nel 1478), si orientò verso l'alleanza con gli Svizzeri, dai quali fu accettata come membro della Confederazione nel 1481 (e dal 1502 con parità di diritti). Nel sec. XVI, Friburgo partecipò, insieme con Berna, alla conquista del paese di Vaud, ma il governo cittadino si oppose risolutamente a ogni tentativo di penetrazione del protestantesimo nella città. Frequente fu il ricorso agli auto da fé fino agli inizi del sec. XVII, mentre a partire dalla metà del sec. XVI la Controriforma si installò solidamente a Friburgo con i gesuiti. Durante il periodo rivoluzionario e napoleonico la città non perse il dominio sulla campagna e nell'età della Restaurazione il patriziato cittadino ricuperò tutto il suo potere. Il sec. XIX fu caratterizzato dalla stretta alleanza tra il vescovo e il patriziato, che portarono la città a schierarsi con il Sonderbund, nonostante la presenza di una forte opposizione liberale e radicale, che conquistò il potere dopo la sconfitta della secessione, espellendo dal Paese gli ordini religiosi e introducendo il suffragio universale. Dal 1857 il governo fu di nuovo controllato dai conservatori.

Arte

Il centro antico medievale è fra i meglio conservati della Svizzera; intorno si stende ancora la cerchia delle mura dei sec. XIV-XV, con torri alte 30 m e fortificazione sul fiume. La cattedrale di St.-Nicolas (1283-1343) conserva portali scolpiti (sec. XIV-XV). Gotiche sono, in tutto o in parte, anche le chiese dei Cistercensi (1255-84), dei Francescani (coro 1256-81), degli Agostiniani (1255-1311; altar maggiore in stile rinascimentale di P. Spring, 1610-18). Lo stile gotico continuò fino al Seicento inoltrato (chiesa dei Gesuiti, 1604-13, rifatta internamente in forme rococò nel 1756-57), talora mescolandosi bizzarramente con lo stile barocco (cappella di Loreto e chiese della Visitazione e delle Orsoline, erette da J. F. Reyff intorno alla metà del secolo). Le maggiori architetture civili sono il municipio, gotico (1500-22), il palazzo della prefettura, in stile rinascimentale francese (1583-86), l'ospedale (1681-99). La città oltre a ospitare il Museo dei Burattini, è sede di un museo dedicato a una coppia di scultori moderni, lo svizzero Jean Tinguély e la franco-statunitense Nicki de Saint-Phalle.

Economia

La città, che in passato ebbe una funzione prevalentemente commerciale, è sede di numerose industrie, operanti nei settori chimico, alimentare, cartario, della concia, metalmeccanico, del legno e tessile.

Curiosità e dintorni

A Estavayer-le-Lac è possibile visitare il Musée régional, piuttosto stravagante: tra le raccolte spicca una collezione di rane imbalsamate creata nel 1860.

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