Gòito

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comune in provincia di Mantova (15 km), 33 m s.m., 78,82 km², 9559 ab. (goitesi), patrono: santi Pietro e Paolo (29 giugno).

Centro dell'alto Mantovano, posto sulla riva destra del fiume Mincio. Dono dell'imperatore Carlo IV ai Gonzaga (1358), è noto soprattutto per le due vittorie che i piemontesi riportarono sugli austriaci nel 1848, durante la prima guerra d'indipendenza.§ Oltre alla massiccia torre medievale, sorgono la basilica di San Pietro (1729), con una tela di G. Bazzani e sculture di G. Menozzi, e la villa Giraffa, eretta nel sec. XV su un convento e molto rielaborata. La villa D'Arco-Moschini, opera neoclassica di G. B. Marconi e G. Crevola (1789), è al centro di un vasto parco lungo il fiume dove sorge il monumento al Bersagliere, dedicato ai soldati del generale La Marmora, qui ferito nel maggio del 1848.§ Si praticano l'agricoltura (cereali e foraggi) e l'allevamento bovino che alimenta una vivace attività lattiero-casearia (grana padano DOP cosiddetto “dei prati stabili”). L'industria è attiva nei settori alimentare (salumi, pasta e surgelati), metalmeccanico, cartario, tessile, estrattivo (ghiaia) e della lavorazione del legno e del marmo.§ Il 6 gennaio si svolge la Festa dei Borielli, durante la quale viene bruciato un fantoccio simbolo dell'Epifania, e, il mercoledì delle Ceneri, è la Festa del Tacchino. Vi nacque il poeta trovadorico Sordello (1200 ca.-1269 ca.).

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