García Lorca, Federico

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Vita e opere

Poeta e drammaturgo spagnolo (Fuentevaqueros, Granada, 1898-Viznar, Granada, 1936). Figlio di un facoltoso proprietario terriero, seguì studi abbastanza regolari fino alla laurea in legge e studiò anche lettere, senza però laurearsi; la sua prima, grande passione fu la musica, che studiò per diversi anni, anche sotto la guida del musicista Manuel de Falla, suo amico. Coltivò, inoltre, disegno e pittura, ma sempre da autodidatta, anche se giunse a esporre a Barcellona nel 1927. A partire dal 1919 visse molti anni (durante i mesi estivi, però, tornava sempre a Granada) nella Residencia de Estudiantes di Madrid, dove ebbe amici scrittori e artisti coetanei e no: i poeti Guillén, Alberti, Moreno Villa, i critici Bergamín e Bello, il pittore S. Dalí, il cineasta Buñuel, ecc. Con essi celebrò rumorosamente, nel 1927, il centenario del poeta barocco Góngora, esaltato come artista raro e raffinato, maestro della parola, del verso e della metafora: un ideale, quindi, per quei giovani formatisi in clima di avanguardia artistica e di anticonformismo morale (alla politica, allora, nessuno di essi pensava, sebbene fossero tutt'altro che favorevoli alla dittatura di Primo de Rivera). Fino a quel momento García Lorca aveva pubblicato ben poco: una raccolta di prose giovanili, Impresiones y paisajes (1918; Impressioni e paesaggi) e un Libro de poemas (1921; Libro di poesie), passati inosservati. Aveva fatto, inoltre, un primo tentativo teatrale (El maleficio de la mariposa, 1919; Il maleficio della farfalla), che fu un fiasco completo, e un secondo con il dramma storico-romantico Mariana Pineda (1925), che ebbe scarso successo. Nel frattempo componeva e recitava agli amici della Residencia (deliziati anche dai suoi concerti di musica popolare e dalle sue straordinarie capacità di attore e mimo) le liriche delle Canciones (1927; Canzoni), del Poema del Cante Jondo (1931; Poema del cante jondo) e del Romancero gitano: tre opere capitali di cui l'ultima, apparsa nel 1928, diede al poeta, quasi d'improvviso, una fama nazionale. L'animo di García Lorca era, però, già travagliato da una profonda crisi. Il distacco da taluni amici (Dalí, Buñuel), che, avviati decisamente verso il surrealismo, tacciarono il Romancero gitano di folcloristico e parlarono addirittura di un presunto “gitanismo” del poeta, e altri e più oscuri motivi sentimentali condussero l'ipersensibile G. a una sorta di angosciosa depressione, e lo spinsero a tentatare nuove vie poetiche (odi a Salvador Dalí e al Santissimo Sacramento) e teatrali (le brevi farse cinematografiche, come La passeggiata di Buster Keaton). La stessa profonda pena spinse García Lorca a un soggiorno di dieci mesi negli Stati Uniti (1929-30) e predomina nelle opere ivi composte, due delle quali pubblicate postume: le liriche di Poeta en Nueva York (1940; Poeta a New York), vera “discesa all'inferno” della disperazione e dell'odio, e il dramma, o “leggenda del tempo”, Así que pasen cinco años (Aspettiamo cinque anni). Tornato in Spagna dopo un breve soggiorno a Cuba, García Lorca iniziò, quasi presago della prossima fine, un'intensa attività di scrittore e di uomo di teatro. Dopo l'avvento della Repubblica, diresse, per incarico dell'antico maestro e amico F. de los Rios (divenuto ministro dell'Istruzione), il teatro universitario ambulante La Barraca, sorta di Carro di Tespi che doveva diffondere nei villaggi, anche in quelli più lontani, il teatro classico spagnolo. Pubblicò molte liriche, fra cui il il Llanto por Ignacio Sánchez Mejías (1935; Compianto per Ignacio Sánchez Mejías), meravigliosa elegia in memoria di un amico torero, che è il suo capolavoro poetico assoluto, e scrisse numerosi drammi. Intanto si era avvicinato all'avanguardia, che gli aveva ispirato esperienze teatrali di rottura. come la filastrocca erotica Amor de don Perlimplín con Belisa en su jardín, il Retablillo de don Cristóbal, la Escena del Teniente Coronel de la Guardia Civil, forse dovute all'influsso di Valle-Inclán e al surrealismo di Buñuel e Dalí. Il tipico teatro lorchiano, preannunciato da La zapatera prodigiosa (1930; La calzolaia prodigiosa), arrivò alla piena maturità nei quattro drammi: Bodas de sangre (1933; Nozze di sangue), Yerma (1934), Doña Rosita la Soltera (1935; Donna Rosita nubile) e La casa de Bernarda Alba (La casa di Bernarda Alba; 1936). Con essi García Lorca si scostò dai motivi aneddotici o folcloristici e si abbandonò alle passioni dominanti, alle violente superstizioni (odio, isolamento della donna, mito dell'onore, vergogna e obbrobrio della sterilità, inferiorità della zitella) con un linguaggio forte, poetico e un taglio teatrale avvincente. Nel 1936 fu tra i fondatori dell'Associazione degli intellettuali antifascisti. Arrestato all'inizio della guerra civile, fu fucilato dalla guardia civile franchista a Viznar, nei pressi della “sua” Granada, il 19 agosto 1936, a soli 38 anni.

Caratteristiche della sua opera

García Lorca è stato il poeta più originale e l'unico drammaturgo della sua generazione: inimitabile nella sua ardua creazione di un'arte “popolare, sempre popolare” ma con “l'aristocrazia del sangue, dello spirito e dello stile Andaluso universale”, seppe dare alle poetiche avanguardiste del suo tempo l'impronta di una potente originalità, di vero “classico” del secolo XX. Nel corso degli ultimi decenni si sono avute innumerevoli riedizioni e traduzioni (in tutte le lingue) delle opere di García Lorca e continue riprese dei suoi lavori teatrali. Il fatto di gran lunga più rilevante è, però, la scoperta di testi sconosciuti o comunque poco noti, come gli undici Sonetti dell'amore oscuro (pubblicati sulla rivista A.B.C., nel marzo 1984), e il dramma El público, datato 1929, noto dapprima solo attraverso due frammenti incomprensibilie pubblicato integralmente nel 1978 da R. Martinez Nadal (al quale García Lorca lo aveva consegnato nel 1936, come una sorta di supremo testamento) e rappresentato in prima mondiale a Milano nel dicembre 1986. El público (assieme a Comedia sin titulo, frammentaria e pure rappresentata postuma) è, in forma vertiginosamente surrealista, una violenta metafora del dramma intimo di García Lorca, e applica le idee essenziali del teatro della crudeltà teorizzate da A. Artaud nel 1935.

Bibliografia

J. L. Schonberg, García Lorca. L'homme. L'œuvre, Parigi, 1956; J. Mora Guarnido, García Lorca y su mundo, Buenos Aires, 1958; A. Barea, Lorca e il suo popolo, Milano, 1962; G. W. Lorenz, Lorca: a Collection of Critical Essays, New York, 1962; V. Bodini, I poeti surrealisti spagnoli, Torino, 1963; R. Alberti, García Lorca, Milano, 1966; C. Ramos Gil, Claves líricas de García Lorca, Madrid, 1967; R. Martínez Nadal, El Publico: amor, teatro y caballos en la obra de García Lorca, Oxford, 1971; J. Gibson, La morte di Federico García Lorca e la repressione di Granada del 1936, Milano, 1973; A. Trudu (a cura di), Federico García Lorca nella musica contemporanea, Milano, 1990.

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