Gentiléschi, Oràzio

pittore italiano (Pisa 1563-Londra 1639). Compì la sua formazione artistica a Firenze, e del classicismo fiorentino mantenne sempre il gusto per la precisione e la nitidezza della linea e il tono tranquillamente composto della composizione. Trasferitosi a Roma intorno al 1576-78, vi conobbe Caravaggio. Protagonista della cultura tardomanierista, eseguì affreschi in S. Maria Maggiore (1593), all'abbazia di Farfa e in S. Giovanni in Laterano (ca. 1600). L'influenza del naturalismo caravaggesco è evidente nel Battesimo di Cristo (ca. 1605, Roma, S. Maria della Pace) e nelle opere del primo decennio (San Francesco e l'angelo, due redazioni a Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, e a Madrid, Prado; David, Roma, Galleria Spada). A tale naturalismo Gentileschi era ampiamente predisposto, come è dimostrato dai luminosi affreschi di palazzo Pallavicini (1611-12). Nel secondo decennio del sec. XVII si trasferì nelle Marche; a questo periodo risalgono La Madonna pone il Bambino in braccio a Santa Francesca Romana (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche) e i Tre Santi Martiri (Milano, Brera). Dopo aver soggiornato a Genova (lavorando anche per Torino) e in Francia (1623-25), nel 1626 si stabilì in Inghilterra, dove dipinse in varie repliche il Riposo durante la fuga in Egitto (copia migliore a Vienna, Kunsthistorisches Museum) e il Ritrovamento di Mosè (1630, Madrid, Prado), dai colori stupendi.

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