Giano (religione)

Indice

Mitologia

(latino Iānus). Dio romano degli incominciamenti: da lui prendeva nome il primo mese dell'anno (Ianuarius, gennaio); sovraintendeva, con l'epiteto di matutinus, all'inizio di ogni giorno; ogni invocazione e ogni sacrificio incominciavano con il suo nome; un mito lo ricordava come primo re dei Latini; Ovidio lo identifica con il greco Caos, ponendolo così alle origini stesse del mondo. Era il dio che risolveva le crisi degli incominciamenti: il primo momento di ogni atto è infatti sentito come critico presso ogni cultura, secondo quanto dimostra la fenomenologia dei riti di passaggio. E Giano era appunto preposto ai “passaggi”, sia in senso reale sia figurato. Gli erano sacri la porta di casa (ianua), la strada (per cui era detto rector viarum, signore delle strade) e certi passaggi obbligati che si aprivano sulle pubbliche vie (iani). Quando si passava dalla pace alla guerra, si aprivano le porte del suo tempio al Foro. Esse restavano aperte per tutta la durata della guerra, perché questa era sentita come una fase transitoria, come un travagliato passaggio a una nuova condizione. Con un più esatto riferimento alle realtà romane, Giano era il dio che schiudeva ai Romani ogni sviluppo storico, senza rischi. In tal senso va interpretata la bifrontalità con cui si rappresentava il dio: una faccia era rivolta al passato e l'altra al futuro (nel linguaggio comune è nota la loc. fig. Giano bifronte per indicare una persona doppia, subdola). Quasi un sacerdote di Giano era il “re sacrale” (rex sacrorum), la cui funzione, come quella del dio, era di condurre senza rischi i Romani per le vie estemporanee della storia.

Iconografia

La testa bifronte del dio compare nella serie dell'asse librale e semilibrale, cioè nella più antica monetazione di Roma, in bronzo; ricorre quindi anche in monete di età imperiale. Le fonti letterarie ricordano alcune sue statue, una delle quali, con quattro teste, portata da Falerii a Roma. In particolare, è detto arco di Giano un tipo di arco quadrifronte, caratteristico dei quadrivi (Roma, piazza di S. Giorgio in Velabro), detto anche tetrapilo.

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