(République de Djibouti; Jumhurīya Jībūtī). Stato dell'Africa orientale (23.200 km²). Capitale: Gibuti. Divisione amministrativa: distretti (5). Popolazione: 730.000 ab. (stima 2008). Lingua: arabo e francese (ufficiali). Religione: musulmani sunniti 97,8%, cristiani 2,2%. Unità monetaria: franco di Gibuti (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,513 (151° posto). Confini: Eritrea (N), golfo di Aden (E), Somalia (S), Etiopia (W). Membro di: Lega Araba, OCI, ONU, UA e WTO, associato UE.

Generalità

Stato dell'Africa orientale, è situato presso lo stretto di Bab el Mandeb, di fronte allo Yemen. Tradizionale punto d'incontro fra genti di varia origine, Gibuti si contraddistingue per la sua popolazione composita, proveniente sia dalle aree interne sia dal mare, dall'Africa come da altri continenti. Questo piccolissimo Paese si caratterizza anche per la presenza di due mondi distinti: la capitale Gibuti e il resto del territorio, che è desolato, disseminato di piccoli villaggi e percorso da pastori nomadi. Divenuto indipendente nel 1977, Gibuti non è mai riuscito a staccarsi completamente dal vecchio colonizzatore, la Francia, che insieme all'Unione Europea e alle Nazioni Unite continua ad erogare aiuti e finanziamenti per sostenere la sua debole economia.

Lo Stato

Il Gibuti è una Repubblica. Dopo un periodo di forti tensioni, la Costituzione del 1992 ha dato vita a un sistema semipresidenziale multipartitico: il presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale per 6 anni; mentre i membri dell'Assemblea Nazionale sono eletti con un mandato di 5 anni. Il sistema giudiziario in uso nel Paese si basa sul diritto francese, sulla legge islamica e sulle consuetudini locali. La difesa del territorio è affidata alle forze armate, divise nelle tre armi tradizionali, a cui vanno aggiunte la gendarmeria e la forza di sicurezza nazionale. La Francia mantiene nella capitale una base navale e una guarnigione. Nel 2007 la base USA di Gibuti è diventata sede del comando unificato statunitense per l'Africa (Africom). L'istruzione non è obbligatoria; la scuola primaria dura 6 anni, quella secondaria è divisa in due cicli. Il tasso di analfabetismo fra la popolazione ammontava nel 2005 al 29,7%. Negli ultimi anni è stata inaugurata nella capitale la prima sede universitaria del Paese.

Territorio: geografia fisica

Il territorio di Gibuti occupa la cosiddetta regione degli Afar, nella zona delle grandi fratture dell'Africa orientale, al margine sudorientale della regione del Denakil (l'antica Dancalia), in Etiopia. Compreso tra la depressione del lago Abbé e l'imboccatura meridionale del Bab el Mandeb dalla fascia costiera la regione si innalza verso l'interno con una serie di pianori via via più elevati. Il litorale mostra tracce di sollevamenti recenti, con depositi del Neozoico e formazioni coralline; la sezione a N del golfo di Tadjoura è coperta da espandimenti di rocce vulcaniche, interrotti da solchi erosivi e da grandi conoidi di deiezione. Nell'interno il rilievo corrisponde a un complicato sistema di fratture, generalmente dirette da N a S o da NW a SE; ai movimenti tettonici si devono anche le numerose depressioni, fra cui la più notevole è quella che accoglie il lago Assal. Per Gibuti non si può parlare di una vera e propria rete idrografica: lo stesso Awash, che nel tratto montano ha generalmente corso perenne, giunge ai confini occidentali completamente asciutto. Vi sono invece numerosissimi uidian e molti piccoli laghi salati e, nella pianura di Hanleh, un vasto stagno d'acqua dolce. Due sono i fattori che influenzano il clima: la vicinanza alla Penisola Arabica e le masse d'aria provenienti dall'oceano e dal subcontinente indiano. Si distinguono generalmente due stagioni. Da maggio a ottobre la temperatura supera costantemente i 35 °C e può raggiungere anche i 45 °C all'ombra quando infierisce da N l'hamsin ("vento di 50 giorni"). La stagione da ottobre a maggio è la meno sgradevole: il termometro oscilla tra i 23 e i 30 °C per il flusso del monsone di NE; tuttavia l'umidità può salire oltre l'80%. Le piogge sono scarse, sempre inferiori ai 300 mm, concentrate in due brevissime stagioni, una estiva e l'altra invernale; esse mancano del tutto nelle zone interne dove, però, la maggiore altitudine coincide con una diminuzione di temperatura che può provocare violente piogge orografiche. Lontano dai rilievi il clima è di tipo subdesertico.

Territorio: geografia umana

La popolazione è costituita da due gruppi etnici principali: gli afar (35%), di ceppo dancalo, che occupano le regioni settentrionali, e gli issa (46%), genti somale prevalentemente stanziate nel S del Paese. Esistono poi minoranze di arabi (11%), il cui insediamento è di antica data, e di europei (5%), francesi in particolare; gli altri sono il 3%. Inoltre, a partire dagli anni Settanta del Novecento, nel Paese si sono riversati profughi etiopici, somali ed eritrei, che sono stati stimati dall'ONU in oltre 100.000 persone. La densità media è di 31 ab./km², ma la popolazione è in gran parte concentrata nella capitale e nella sua misera bidonville di Bal Bela. Unico altro centro di rilievo è Tagiura, posto tra il mare e le pendici boscose del monte Gouda, punto di partenza dei traffici carovanieri verso l'Etiopia.

Territorio: ambiente

La vegetazione del Gibuti è scarsa e piuttosto rada. Il suo paesaggio, quasi ovunque desertico, è dominato da aridi altopiani disseminati di acacie spinose ed euforbie. Alcune paludi di mangrovie si estendono sul litorale, mentre lungo il corso dei fiumi sorge una sorta di foresta a galleria costituita da acacie, tamerici, euforbie e palme da dattero e solo nelle zone montuose al di sopra degli 800 m si sviluppano vere foreste con ginepri, fichi ed euforbie. Per quanto riguarda la fauna, le temperature eccessivamente alte e la scarsità dell'acqua, fanno sì che solamente gli animali più resistenti come il cammello possano vivere alla difficile vita di quest'area dell'Africa. Il più grave problema ambientale a cui il Gibuti deve far fronte è la forte desertificazione. La percentuale di aree protette è tra le più basse del continente, solo lo 0,04%.

Economia

Territorio pressoché desertico, di origine vulcanica, privo di risorse naturali, Gibuti presenta una economia estremamente stentata dominata dal terziario (questo settore nel 2005 contribuiva per il 79,3% al PIL). Il porto di Gibuti, sbocco marittimo della ferrovia per Addis Abeba (di cui ca. 106 km sono in territorio gibutiano) è una delle principali fonti di entrate valutarie per il Paese dal momento della sua costituzione a porto franco (1945). Il porto fu uno dei principali al mondo negli anni Sessanta del Novecento, ma in seguito alla guerra arabo-israeliana del 1967 il suo traffico si ridusse di ca. due terzi. All'inzio del Duemila deve fronteggiare la concorrenza di altri importanti porti dell'area come Gidda, Aden, Assab e Mombasa. La situazione economica del Paese (PIL 982 ml $ USA e PIL pro capite 1.252 $ USA nel 2007) dipende profondamente anche dalle vicende politiche (la guerra civile) e da quelle sociali (smobilitazione dei soldati impiegati nella guerra e presenza di profughi etiopi e somali sul suo territorio). Il Gibuti dipende in gran parte dagli aiuti internazionali, sopratutto provenienti dalla Francia, di cui ospita anche una strategica base militare. § L'agricoltura, di sussistenza, si limita alla costa e a piccole oasi dell'interno (verdura, frutta e colture d'oasi) e l'allevamento del bestiame (soprattutto ovini e caprini), è praticato da pastori nomadi. Il settore primario, nonostante il clima torrido e l'esiguità di terre coltivabili occupa oltre la metà della popolazione. § L'industria, quasi inesistente, si limita a piccoli stabilimenti per la produzione di bevande, a modesti calzaturifici, ad aziende alimentari a livello artigianale, tutti concentrati nella zona della capitale. § Per quanto riguarda le materie prime il Gibuti posside solo modesti giacimenti di manganese, rame e sale (nel lago Assal). § Uniche rilevanti merci d'esportazione sono il bestiame, le pelli e il cuoio, mentre Gibuti è costretto a importare, oltre a ogni sorta di prodotti industriali (tessuti, macchinari, veicoli ecc.), forti quantitativi di generi alimentari; il deficit commerciale è alto. § Per quanto riguarda le vie di comunicazione, oltre alla citata ferrovia, Gibuti dispone di ca. 3000 km di strade, solo per metà transitabili tutto l'anno (solo 400 km sono asfaltati), nonché dell'aeroporto internazionale di Gibuti.

Storia

Possedimento francese dal 1862, fu incluso nella Costa francese dei Somali, che divenne nel 1967 Territorio francese degli Afar e degli Issa. Questo, che era dotato di uno statuto contemplante l'autonomia interna, era in pratica gestito dall'etnia afar, con la totale estromissione delle genti issa. La rivoluzione etiopica del 1974 ebbe riflessi diretti anche sul Territorio: la Ligue Populaire Africaine pour l'Indépendance (LPAI, etnia issa) accentuò il peso della sua opposizione. La stessa Francia, che fino all'estate del 1975 aveva mantenuto un atteggiamento di intransigenza di fronte alle istanze indipendentistiche, assunse un orientamento aperto al negoziato, al punto che Ali Aref, esponente dell'etnia afar e, come tale, presidente del Consiglio governativo, diede al suo partito, L'Union et Progrès dans l'Ensemble Français, il nuovo nome di Union Nationale pour l'Indépendance. Aref perdette, comunque, molto del suo seguito e lo stesso appoggio di Parigi, sicché la guida politica passò nelle mani della LPAI, fino ad allora all'opposizione. Nelle consultazioni elettorali del maggio del 1977 venne presentata un'unica lista, denominata Rassemblement Populaire pour l'Indépendance, che si assicurò tutti i seggi in palio. Il 27 giugno Hassan Gouled Aptidon, leader della LPAI, venne eletto presidente della nuova Repubblica, che assunse il nome di Gibuti. La Francia veniva autorizzata a mantenere una base militare nel Paese. Nel 1979 Aptidon annunciò la costituzione di un nuovo partito, il Rassemblement Populaire pour le Progrès, al posto della LPAI. Politicamente moderato, Aptidon venne rieletto nel 1981 e nel 1987: in tale periodo il governo cercò di migliorare le relazioni con i Paesi vicini, a cominciare dall'Etiopia e vennero accolti profughi dall'Ogaden e dalla Somalia. Per quanto riguarda la politica interna Aptidon non riuscì a trovare un accordo che soddisfacesse sia gli issa, maggioritari, sia gli afar, e nel corso del 1989 scoppiarono alcuni disordini. Lo scontro etnico, alimentato anche dalla pesante crisi economica, riprese con rinnovato vigore nel 1991, quando gli afar, costituito il Front pour la Restauration de l'Unité et de la Démocratie (FRUD), sferrarono cruenti attacchi alle forze governative, giungendo a controllare gran parte del Nord del Paese. Nel 1993 le prime elezioni multipartitiche (previste dalla nuova Costituzione approvata per referendum nel 1992) confermarono a larga maggioranza nella carica di presidente Aptidon, che nello stesso anno scatenò una vasta offensiva contro le truppe del FRUD, provocando un esodo di massa della popolazione afar verso l'Etiopia. Nel dicembre 1994 una frazione del FRUD firmò con il governo di Gibuti un protocollo di pace che prevedeva il cessate-il-fuoco, il reintegro dei guerriglieri nell'esercito regolare e l'ingresso (poi effettivamente verificatosi nel giugno 1995) di alcuni suoi esponenti nell'esecutivo. In precedenza, la coalizione governativa aveva varato, su richiesta del Fondo Monetario Internazionale, un rigoroso piano di austerità, che provocò le proteste delle principali organizzazioni sindacali. Nel marzo 1996 il FRUD venne trasformato in partito politico legale, mentre membri dell'esecutivo contrari a tale linea politica, ivi compreso il ministro della Difesa, vennero estromessi dal governo. Le elezioni politiche del dicembre 1997, boicottate dall'opposizione, videro la netta affermazione del Rassemblement Populaire pour le Progrès (RPP). Nell'aprile 1999, il capo dello staff, nonchè nipote del presidente uscente, Ismail Omar Guelleh, venne eletto presidente e nel settembre 2002 egli riconobbe tutti i partiti fino a quel momento esclusi dalla scena politica del Paese. Nel gennaio 2003 si sono svolte così le prime elezioni politiche pluraliste dall'indipendenza del Paese, che hanno visto trionfare la coalizione, l'Union pour la Majorité (UMP), che ha sostenuto il presidente Guelleh, il quale è stato rieletto, dopo il ritiro dell'unico candidato dell'opposizione, nelle elezioni del 2005. Nel 2010 il parlamento ha approvato una modifica della costituzione per permettere la ricandidatura di Guelleh alle elezioni presidenziali dell'aprile del 2011, vinte dal presidente uscente con oltre il 79% dei voti.

Cultura

I due gruppi etnici principali che vivono a Gibuti, gli afar e gli issa, hanno in comune una forte tradizione nomade, e nonostante la crescente tendenza a uno stile di vita sedentario, la maggior parte degli abitanti mantiene forti legami con il passato. La religione musulmana limita fortemente l'uso di alcolici; spicca invece il notevole consumo di qat, un'erba dagli effetti blandamente eccitanti, proveniente dall'Etiopia ed estremamente diffusa tra gli uomini. Le danze caratterizzano i momenti salienti della vita e le feste, così come la poesia e la letteratura orale. Per quanto riguarda gli abiti, le donne portano gonne lunghe e un velo dai colori vivaci detto shalma, gli uomini hanno i pantaloni lunghi oppure una versione particolare dell'orientale sarong, il futa. I prodotti artigianali più interessanti sono i coltelli afar e i tappetini di paglia intrecciati, chiamati fiddima. La cucina risente notevolmente del passato coloniale francese: molto ricca e variata sulla costa, ha la sua specialità nel pesce, cotto alla griglia e speziato, molto gustoso. Nell'interno naturalmente la scelta è più limitata, e gli ingredienti base sono il riso e la carne.

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