Gregòtti, Vittòrio

architetto italiano (Novara 1927- Milano 2020). Laureatosi in Architettura al Politecnico di Milano, nel 1953 iniziava la sua formazione nella redazione di Casabella-Continuità, di cui poi, dal 1982 e al 1996, ne assumeva la direzione. Dopo una collaborazione, tra il 1953 il 1968, con Ludovico Meneghetti e Giotto Stoppino, nel 1974 fondava la Gregotti Associati. Responsabile della sezione introduttiva della XIII Triennale di Milano (1964), per cui vinceva il Gran Premio internazionale, e poi direttore della Sezione Arti Visive della Biennale di Venezia (1974-76), dal 1978 diventava titolare della cattedra di Composizione architettonica presso la facoltà di architettura di Venezia. Impegnato quindi su diversi fronti, Gregotti alla sua attività professionale associava quella di teorico e critico, pubblicando numerosi saggi su riviste specializzate o testi come Il disegno del prodotto industriale. Italia 1860-1980 (1982), Sulle orme di Palladio (2000), Architettura, tecnica, finalità (2002), L'architettura del realismo critico (2004), L'architettura nell'epoca dell'incessante (2006) e divenendo direttore anche della rivista Rassegna (1979-98). Fra le sue realizzazioni si citano: complessi residenziali (1958-62) e piano per la città (1962-67) di Novara; negozi La Rinascente (1969) a Milano; quartiere Zen a Palermo (iniziato nel 1969); progetti per il nuovo centro di Gibellina (1970); quartiere del Tiergarten a Berlino Est (1980); casa a corte di Lutzowstrasse a Berlino (1984); restauro e nuovo allestimento delle sale di Brera a Milano (1984); piano per la sistemazione delle zone archeologiche di Roma (in collaborazione con L. Benevolo, 1985); ristrutturazione dello stadio “Luigi Ferraris” di Genova (1986); anello olimpico di Barcellona (1989); area espositiva per l'Expo di Siviglia del 1992; Teatro degli Arcimboldi di Milano (2001). Si ricorda inoltre la sua partecipazione a numerosi concorsi nazionali e internazionali tra cui: sistemazione del Lingotto di Torino (1982-84), Internationale Baustellung di Berlino (IBA, 1977-84) e padiglione Italia alla Biennale di Venezia (1988). Nel marzo 2020 è morto a causa di una polmonite da Covid-19. 

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