Grottaminarda

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comune in provincia di Avellino (37 km), 405 m s.m., 28,94 km², 8274 ab. (grottesi), patrono: san Tommaso d'Aquino (7 marzo).

Centro dell'Appennino Sannita, posto nella valle del fiume Ufita. Nel Medioevo fu casale dipendente dal feudo di Bonito. Venne poi dato in feudo a varie famiglie, tra cui i D'Aquino, i Loffredo e, infine, i Coscia. Fu quasi distrutto da vari terremoti, tra i quali, ultimo, quello del 1980. § Nella parte alta dell'abitato sono i ruderi del castello e la chiesa di Santa Maria Maggiore, eretta nel 1767 su disegno del Vanvitelli, con interno ricco di stucchi, volta dipinta da Matteo Vigilante (1788) e, nel transetto, due pregevoli tele di Antonio Sarnelli (1766). La chiesa di San Michele, rifatta nel sec. XVIII, conserva un portale in pietra del 1541. Nell'Antiquarium Comunale sono esposti reperti databili dal Neolitico all'epoca romana rinvenuti nel territorio. § Fra i prodotti agricoli predominano il tabacco e i cereali, affiancati dalle olive e dall'uva; è praticato l'allevamento di bovini da latte e da carne e si producono rinomati salumi (soppressate, capocolli e prosciutti), che alimentano un fiorente commercio. Estesi boschi cedui incrementano il commercio del legname. § Grande importanza nel paese ha il cosiddetto “festone”, che si celebra alla metà di agosto in onore dei Santi Tommaso, Antonio e Rocco.

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