Hall, Stuart

sociologo inglese di origine giamaicana (Giamaica 1932). Professore di sociologia, è uno degli esponenti di spicco dei Cultural Studies inglesi. È ritenuto lo studioso che meglio ha saputo coniugare marxismo e studio della comunicazione di massa. Suo un recupero del pensiero di Antonio Gramsci, soprattutto per quanto riguarda il concetto di “cultura popolare”. Con grande rigore, Hall si interroga sui rapporti tra mass media, linguaggio e cultura, ponendo particolare attenzione alle azioni di “decodifica” del messaggio da parte dei destinatari. La modalità di decodifica, secondo Hall, varia a seconda della subcultura di appartenenza (mondo giovanile, mondo femminile ecc.). Hall si è anche occupato della rappresentazione della violenza nella fiction e nell'informazione cosiddetta “obiettiva”. Il suo contributo sociologico si è espresso in una grande varietà di opere, tra cui: The Popular Arts (1964, con P. Whannel; trad. it. Arti per il popolo), Encoding and Decoding in the Television Message (1973), Resistance Through Rituals. Youth Subcultures in Post-War Britain (1976, con T. Jefferson), Culture, the Media and the “Ideological Effect” (1977), The Hinterland of Science. Ideology and the Sociology of Knowledge (1977), Reproducing Ideologies (1987), Questions of Cultural Identity (1996), Different: A Historical Context: Contemporary Photographers and Black Identity (2001, con M. Sealy).

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