Irène (imperatrice bizantina)

imperatrice bizantina (Atene 752-Lesbo 803). Vedova di Leone IV (780), assunse la reggenza per il figlio Costantino VI, che difese da tentativi di usurpazione, ma tenne rigorosamente soggetto alla sua autorità anche quando divenne maggiorenne, finché questi si ribellò e la allontanò da Costantinopoli (790). Riconciliatasi col figlio e riacquistata la posizione perduta (792), dopo un periodo in cui regnò con lui, lo fece accecare (797) causandone la morte e, primo esempio nella storia dell'impero, assunse il potere nella sua pienezza, conservandolo per cinque anni, e il titolo maschile di imperatore (basileus). Nell'801 Carlo Magno, appena incoronato imperatore a Roma, le inviò un'ambasceria per ottenere il riconoscimento e fu forse progettato il suo matrimonio con l'imperatrice, che avrebbe riunito i due imperi. L'anno dopo Irene fu travolta da una congiura di palazzo e relegata a Lesbo (802). Tutta la politica di Irene ebbe come scopo la soppressione della iconoclastia, profondamente radicata nell'impero, e la restaurazione del culto della Vergine e delle immagini sacre, che fu infatti decretata, malgrado violente opposizioni, dal Concilio di Nicea del 787.

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