Ivan IV

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(Ivan Vasilevič Groznyj). Granduca di Mosca e zar di Russia, detto il Terribile (1530-1584). Ereditò il titolo nel 1533 alla morte del padre, il granduca Basilio III, mentre la reggenza era affidata alla madre Elena che nel 1538 fu avvelenata dai nobili ansiosi di assicurarsi il potere. Diffidente di fronte ai boiari, che non lo rispettavano e dei quali aveva visto le violenze e le lotte per assicurarsi il predominio, ancora giovanissimo ne fece giustiziare alcuni. A 17 anni si proclamò zar, titolo che il patriarca di Costantinopoli gli riconobbe però solo nel 1561. Convinto d'esercitare l'autorità regia in nome di Dio, cercò innanzi tutto di consolidare il proprio potere colpendo tutti i boiari che si sarebbero potuti opporre ai suoi voleri. Fondò pertanto una specie di “guardia del corpo” (opričnina, riserva), formata da un migliaio di uomini di sua fiducia, che egli premiava con città e terre tolte ai boiari. La opričnina fu un corpo amministrativo, ma soprattutto una polizia prepotente e sanguinaria. Quasi 4000 boiari furono soppressi; città e paesi vennero saccheggiati e distrutti. Anche la città di Novgorod, caduta in sospetto al sovrano, fu rasa al suolo mentre molti suoi abitanti vennero scannati (1570). Le violenze di Ivan danneggiarono l'economia russa che egli cercò inutilmente di salvare aumentando servitù e carichi feudali nei confronti dei contadini. Nonostante le repressioni, non riuscì a distruggere il potere dei boiari che divennero anzi padroni in quella parte del Paese non soggetta agli arbitri della opričnina. In politica interna, Ivan tentò parecchie riforme che il suo disordine mentale rese più dannose che utili. Più seria e coerente fu la sua politica estera. A Est e a Sud piegò ripetutamente i Tatari, espugnando Kazan (campagne del 1547-52) e Astrahan (1557). A Ovest si scontrò con Polacchi e Lituani, riuscendo a contenerne la spinta. Per conquistare uno sbocco sul Mar Baltico iniziò una campagna (1558) in Livonia (l'occasione gli fu fornita dalla secolarizzazione dell'Ordine Teutonico) che, dopo i primi successi, lo portò a scontrarsi con Lituania, Polonia, Danimarca e Svezia. Contemporaneamente concentrò ingenti forze nel Sud del Paese per far fronte alle incursioni dei Mongoli. Dal 1570 ca., solo di fronte a un blocco di Stati, dovette ritirare i suoi eserciti dai territori occupati. Verso la fine del regno intraprese la conquista della Siberia. Primo sovrano moderno della Russia, Ivan ebbe geniali intuizioni circa la creazione di un solido organismo statale; ma rimase ancorato a idee e passioni degne di un Medioevo barbarico. Religiosissimo e crudele, selvaggio nei suoi odi, sospettoso e insieme ingenuamente fiducioso nei suoi favoriti, vittima di follie criminali (fece strangolare il metropolita di Mosca e uccise il figlio Ivan) e divorato dai rimorsi, rappresentò bene l'anima di un Paese ancora sospeso tra la civiltà rozza e violenta di tempi oscuri e la civiltà rinascimentale che avanzava dall'Occidente. § Scrittore acuto, in cui si ritrovano espressioni di alto stile accanto a toni spregiudicati, ha lasciato un notevole epistolario. Tra le lettere più conosciute sono quelle indirizzate al duca A. M. Kurbskij, prima suo favorito, poi avversario, e alla regina Elisabetta d'Inghilterra. Alla sua figura si sono ispirati A. K. Tolstoj, nel romanzo storico Il principe Serebrjannyj (1863) e nella tragedia La morte di Ivan il Terribile (1866), e il regista Ejzenštejn nel film Ivan il Terribile.

Bibliografia

K. Waliszewski, Ivan le Terrible, Parigi, 1904 (trad. it., Milano, 1941); E. Lo Gatto, Storia della Russia, Firenze, 1946; A. Possevino, Commentarii della Moscovia, Firenze, 1958; V. Giterman, Storia della Russia, vol. I, Firenze, 1963.

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