Jahier, Piètro

scrittore italiano (Genova 1884-Firenze 1966). Figlio di un pastore valdese, fece parte a Firenze del gruppo della Voce. Volontario nella prima guerra mondiale come ufficiale degli alpini, redasse il giornale di trincea L'Astico e raccolse i Canti di soldati (1918); al termine della guerra diresse il Nuovo Contadino, giornale del “popolo agricoltore”. Nel movimento “vociano”, Jahier portò il rigore etico della sua origine protestante, applicandolo a un'incessante autoanalisi. Dalla sua esperienza di impiegato trasse le Resultanze in merito alla vita e al carattere di Gino Bianchi (1915), satira del clima angusto e soffocante della burocrazia; e l'esperienza della guerra gli suggerì i versi e le prose di Con me e con gli alpini (1919): incentrata sulle sofferenze dell'umile soldato, l'opera risente, nella sua forma ritmica a versetti, dell'influenza di Péguy e di Claudel, ma deriva il suo tono solenne e profetico da una ben più antica matrice, e cioè dalla poesia dell'Antico Testamento. Nell'altro suo capolavoro, Ragazzo (1919), Jahier evocò con pudore malinconico la sua adolescenza sensibile e delicata. Jahier ha raccolto le sue poesie antiche e recenti nel volume Poesie (1964); ha lasciato inoltre traduzioni da Lin Yu-t'ang, Conrad, Stevenson e altri autori.

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