Javoršek, Jože

pseudonimo del drammaturgo e saggista sloveno Jože Brejc (Velike Lašče 1920). Esordì nel 1947 con la raccolta poetica Lirica partigiana, alla quale seguirono alcuni romanzi (La bilancia impazzita, 1961; Trasformazioni, 1967). Ma il principale contributo di Javoršek alla letteratura slovena consiste nella produzione drammatica. Seguendo le teorie di Artaud e la lezione dei maggiori rinnovatori del teatro moderno, da Pirandello ai surrealisti fino ai sostenitori del teatro dell'assurdo, Javoršek cerca di arricchire il teatro sloveno specialmente dal punto di vista formale. Il tema principale, chiaramente autobiografico, dei suoi lavori è il ruolo dell'artista nella società moderna e il giudizio spesso banale che accompagna la creazione artistica. La produzione teatrale, molto vasta, comprende: La decisione (1953), Storia criminale (1955), Lente d'ingrandimento (1956), Voglia di vivere (1958), Manovre (1960), Il paese dei pompieri (1972), L'improvvisazione a Lubiana (1977), La voce umana (1981), Lo sconosciuto (1982), La vita e la morte di P. Trubar (1988). Tra i volumi di saggi si segnalano: Il gusto del mondo (1961), India, paese delle meraviglie (1962), Guida di Lubiana (1965), Il destino della poesia. 1939-1949 (1972), Il cavaliere solitario (1973), Il crisantemo nero (1980), Gli specchi (1981), La cura intensiva (1984) e I ricordi degli Sloveni I-III (1989-90).

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