Kadaré, Ismail

scrittore albanese (Argirocastro 1936). Ha esordito come poeta nel 1961 con la raccolta Il mio secolo, seguita da A che pensano le montagne (1968), Motivi assolati (1968) e Il tempo (1976). Ma Kadaré si è affermato, in patria e all'estero, soprattutto come romanziere, testimone attento dell'epoca buia della dittatura comunista. Dei suoi numerosi romanzi, tradotti in 15 lingue, in Italia sono stati pubblicati i più significativi: Aprile spezzato (1978), storia di una faida tra famiglie contadine albanesi, I tamburi della pioggia (1981), Il generale dell'armata morta (1982), retrospettiva sull'occupazione italiana in Albania, Il crepuscolo degli dei della steppa (1982), riflessione tra realtà e finzione sul dramma degli scrittori sovietici e Chi ha riportato Doruntina (1989), riproposizione in chiave moderna di un soggetto tratto da un'antica rapsodia popolare. In La città di pietra (1991), forse l'opera più importante, Kadaré ha saputo ergersi a difensore dell'uomo contro le pedanti, diaboliche e imprevedibili macchinazioni di chi, identificandosi con il sistema, ha dedicato tutta l'esistenza al ferreo controllo delle coscienze. Con Primavera albanese Kadaré parla in prima persona della sofferta decisione di lasciare l'Albania. Il libro, pubblicato in tutto il mondo, contiene inoltre la corrispondenza di Kadaré con l'ex presidente della Repubblica albanese, Ramiz Alia. Recatosi in esilio volontario a Parigi nell'ottobre 1990, durante gli ultimi colpi di coda del regime, Kadaré è rientrato a Tirana, per un breve periodo; nel maggio 1992, dopo le libere elezioni che hanno riportato la democrazia nel Paese, è ritornato una seconda volta in patria per lanciare un appello alla riconciliazione nazionale e per sostenere il nuovo governo democratico, senza però risparmiare critiche al presidente Sali Berisha, poi duramente attaccato durante la crisi del 1997. Sempre nel 1992 è stato pubblicato il romanzo La piramide, mentre nel 1994, per la prima volta, una raccolta di suoi lavori è stata messa in vendita in Albania. Del 1996 è Spiritus, del 1999 Tre canti funebri per il Kosovoe del 2002 Il ponte a tre archi.Nel 2005 ha pubblicato Freddi fiori di aprile. Nello stesso anno ha vinto il Booker Prize. Il 2006 vede l'uscita di Vita, avventure e morte di un attore, storia di un amore che forse non salva, ma che comunque aiuta i protagonisti a riscattarsi di una vita meschina. Ne La figlia di Agamennone Kadaré denuncia gli ingranaggi ciechi del regime totalitario: scritto a Tirana fra il 1984 e il 1986 e portato clandestinamente in Francia questo romanzo è stato pubblicato in Italia nel 2007. Dello stesso anno è la pubblicazione de L' aquila, storia fantastica del precipitare senza fine di un uomo. Nel 2008 è uscito Eschilo, il gran perdente, nel 2009 Il Sucessore e La cena sbagliata.

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