Kapalika

seguaci di una tendenza estrema del śivaismo indiano: veneravano il dio Śiva nella figura di un asceta portatore di teschi (kapalin). Per raggiungere l'indifferenza alle cose di questo mondo, e quindi una condizione superiore rispetto alla realtà “mortale”, bevevano in teschi umani, mangiavano cibi putrefatti e dimoravano dove venivano cremati i cadaveri. I Kapalika furono continuati dagli Aghora, che giungevano a ingerire escrementi e carne umana. I seguaci di questa corrente sono stati individuati soprattutto nell'India settentrionale.

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