Klein, Melanie

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psicoanalista inglese di origine austriaca (Vienna 1882-Londra 1960). È una delle più importanti rappresentanti del rinnovamento della psicoanalisi post-freudiana. Fu iniziata alla psicoanalisi da S. Ferenczi, allievo di S. Freud, dal 1912. Membro della Società psicoanalitica ungherese, nel 1921 decise di trasferirsi a Berlino, dove cominciò a interessarsi di psicoanalisi infantile. L'affermarsi del nazismo in Germania la spinse a recarsi in Gran Bretagna, dove cominciò ad applicare le proprie concezioni anche al trattamento degli adulti, fondando in breve una vera e propria “scuola”, che oggi conta numerosi rappresentanti anche in Italia. Studiando le fasi iniziali dell'evoluzione infantile, identificò due posizioni caratteristiche della vita affettiva neonatale, che possono però ricomparire in situazioni patologiche successive, la prima schizoparanoide, verso il terzo mese di vita, e la seconda depressiva, verso il sesto mese. Approfondì inoltre le ipotesi di Freud sull'istinto di morte e sulla formazione dell'Io e del Super-Io. Fra le sue opere si ricordano The Psycho-Analysis of Children (1932; Psicanalisi infantile), Contributions to Psycho-Analysis (1948; Contributi alla psicoanalisi), raccolta dei saggi più significativi pubblicati dalla Klein dal 1921 al 1945, Developments in Psycho-Analysis (1952; Sviluppo della psicoanalisi) ed Envy and Gratitude (1957).

Bibliografia

H. Segal, Introduzione all'opera di Mélanie Klein, Firenze, 1968; R. Jaccard, Mélanie Klein et la pulsion de mort, Parigi, 1972; P. Grosskurth, Melanie Klein, Torino, 1988.

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