Kokoschka, Oskar

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pittore, scrittore, autore drammatico e scenografo austriaco (Pöchlarn, Bassa Austria, 1886-Montreux 1980). Studiò alla Scuola d'arti e mestieri di Vienna, ma intorno al 1907, con le prime opere pittoriche, influenzate da Klimt e dallo Jugendstil e già possedute da un'irrequieta sensibilità visionaria (nature morte come la celebre Natura morta con montone, 1908, dell'Österreichische Galerie des 19. und 20. Jahrhunderts di Vienna, e ritratti in cui si è voluto vedere anche un riflesso delle nuove teorie psicanalitiche di Freud), produsse, curando in parte anche la regia e le scene, alcuni drammi (Mörder, Hoffnung der Frauen, 1908, Assassino, speranza delle donne; Sphinx und Strohmann, 1908, La sfinge e l'uomo-di-paglia) che lo rivelarono tra gli iniziatori dell'espressionismo teatrale. Nonostante alcuni atteggiamenti sperimentali, via via superati nei lavori successivi, diede infatti con essi i prototipi della nuova tendenza, sia per la tematica (isolamento e conflitto dei sessi), sia per la struttura del linguaggio (iterazione, rifiuto di nessi logici tradizionali), sia nella visualizzazione scenica (semplificazione e stilizzazione ossessiva, deformazione parodistica) . La sua formazione pittorica, dopo un breve soggiorno in Svizzera che lo portò ad aggiungere ai suoi temi quello del paesaggio (Dent du Midi, 1909, Zurigo, collezione privata), si definì in clima espressionista a Berlino, dove l'artista, proseguendo nella parallela attività di autore drammatico (Der brennende Dornbusch, 1911, Il cespuglio ardente; Hiob, rifacimento di Sphinx, 1917; Orpheus und Eurydike, 1915-18) e di scenografo, operò nell'ambito della rivista Der Sturm (eccezionale la serie grafica dei “ritratti della settimana”) e a fianco del gruppo del “Blaue Reiter”, dando all'espressionismo figurativo un'interpretazione personalissima con visioni sempre più concitate (Ritratto del poeta Dirsztay, 1910, Hannover, collezione privata; Coppia di innamorati con gatto, 1917, Zurigo, Kunsthaus). Nel 1917, rientrato dal fronte russo dove era stato ferito, si stabilì, ormai famoso (“il folle Kokoschka”), a Dresda, dove insegnò anche all'Accademia (1920-24). Dopo vari soggiorni in diversi Paesi europei e nell'Africa settentrionale, da cui ricavò innumerevoli ampie vedute paesaggistiche restituite nei modi di un istintivo “impressionismo drammatico” (Il Monte Bianco, 1927, Zurigo, collezione privata), passò a Vienna (1931-34) e poi a Praga (1934-38); poi, incalzato dal nazismo che aveva incluso le sue opere nella mostra monacense dell'“arte degenerata” , riparò a Londra (1938-53, con una parentesi italiana nel 1948-49), per fermarsi quindi in Svizzera dove terminò la raccolta di racconti Spur in Treibsand (1956; Traccia nella mobile sabbia) e proseguì nella sua produzione pittorica (Alta marea ad Amburgo, 1962, Amburgo, Kunsthalle). Dalla sua attività di illustratore si citano le immagini per Chinesische Mauer (1914) di Karl Kraus e per le edizioni della cantata di BachO Ewigkeit-Du Donnerwort (1914), di un Re Lear (1963) e di un'Odissea (1964).

Bibliografia

H. M. Wingler, Oskar Kokoschka, Milano, 1961; J. P. Hodin, Bekenntniss zu Kokoschka, Berlino, 1963; S. Sabarsky, Oskar Kokoschka, Milano, 1984.

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