Lagerkvist, Pär

scrittore svedese (Växjö 1891-Danderyd, Stoccolma, 1974). Premio Nobel per la letteratura nel 1951, soggiornò a lungo a Parigi subendo l'influenza dei movimenti d'avanguardia, riconoscibile nel saggio sul cubismo letterario Arte verbale e arte figurativa (1913), dove mostrò, nel proposito di rinnovamento della poesia, una tendenza primitivistica alla ricerca di uno stile più nudo ed essenziale. In Lagerkvist si ritrovano simbolismo ed espressionismo ma anche un'aspirazione continua a scrivere con semplicità dei problemi fondamentali dell'esistenza al di là dell'angoscia – che rimane come motivo sotterraneo e insieme tangibile di tutta la sua opera – dell'uomo incapace di fede, ma tormentato e affascinato dai suoi richiami. Tra le sue prime opere si ricordano le raccolte di poesie Angoscia (1916) e Caos (1919). Con il romanzo Il sorriso eterno (1920), una delle sue opere migliori, rappresentò in modo suggestivo l'angoscia dei morti nell'Aldilà alla ricerca di un senso dell'esistenza. Dopo Ospite della realtà (1925), scrisse Il boia (1933), apologia sul concetto del male, rappresentata attraverso un parallelo tra la figura del boia medievale e la Germania nazionalsocialista. Anche un'altra opera di notevole impatto emotivo, Il nano (1944), ambientata in una corte italiana del Rinascimento, si caratterizza come una parabola sul sentimento del male che si insinua misteriosamente nell'uomo. Nel 1950 Lagerkvist pubblicò il suo capolavoro, Barabba (1950), incentrato sulla crisi spirituale del malfattore liberato al posto di Gesù Cristo, opera con la quale raggiunse la definitiva fama internazionale. Con La Sibilla (1956) e Pellegrino sul mare (1962), romanzo sulla ricerca dell'assoluto, continuò ad affrontare temi religiosi. L'ultimo romanzo di Lagerkvist, Mariamne (1967), racconta la storia della seconda moglie di Erode, prima amata e poi fatta uccidere dal re della Giudea. Influenzato da Strindberg, teorizzò un teatro espressionista, in polemica con il naturalismo. Fra i suoi drammi, frutto di un alto travaglio morale e popolati di figure emblematiche, si ricordano L'ultimo uomo (1917), Il mistero del cielo (1919), L'invisibile (1923), L'uomo senz'anima (1936), Vittoria nelle tenebre (1939) e Barabba (1952), derivato dal suo romanzo omonimo.

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