Lambert, Johann Heinrich

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matematico e filosofo tedesco (Mühlhausen 1728-Berlino 1777). Da giovane si dedicò agli studi astronomici conquistandosi la considerazione degli scienziati del suo tempo; fu in relazione con Kant. Sulla scorta dell'affermazione leibniziana che la verità di ogni dimostrazione razionale deve fondarsi su un numero finito di concetti semplici, e che quindi è possibile costruire un sistema della conoscenza totale elaborando, mediante operazioni formali, i segni rappresentativi di tali concetti semplici, si dedicò all'elaborazione di detto sistema e, pur non portandolo a termine, diede importanti contributi alla logica, introducendo tra l'altro i simboli per l'inclusione e non inclusione tra classi e discutendo il problema della compatibilità di una base assiomatica. Dimostrò che il numero π non è razionale. Si occupò anche di geometria: analizzò il quinto postulato di Euclide e congetturò l'esistenza di superfici tali che la somma degli angoli dei triangoli su di esse fosse minore di due angoli retti. In fisica è noto soprattutto per i suoi studi di fotometria, di acustica e su problemi relativi alla propagazione del calore. Al suo nome è legato un metodo di proiezione cartografica. Opera principale: Novum Organon, oder Gedanken über die Erforschung und Bezeichnung des Wahren (1764; Novum Organon o pensieri sulla scoperta e designazione del vero).

Leggi di Lambert (o del coseno) ottica, sono così dette due relazioni fotometriche: A) un fascio luminoso di raggi paralleli, r, produce su una superficie piana S obliqua rispetto alla direzione di propagazione, un illuminamento (flusso luminoso per unità di area) proporzionale al coseno dell'angolo, î, formato dalla direzione di propagazione e dalla normale n alla superficie. B) Il flusso luminoso uscente da una superficie dS "Per la legge di Lambert vedi schema al lemma dell'11° volume." irraggiante in un angolo solido dΩ, il cui asse forma l'angolo β con la normale n a dS, è proporzionale al coseno di β.

Legge che regola l'assorbimento di luce "Vedi disegno vol. XIII, pag. 157" da parte di soluzioni acquose, nota anche come legge di Bouguer o semplicemente come legge di Beer.

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