Lazarillo de Tormes

racconto spagnolo, edito nel 1554 e subito diffuso, tradotto e imitato. Se ne ignora tuttora l'autore, sebbene varie ipotesi siano state proposte (Diego Hurtado de Mendoza, S. de Horozco, fray Juan de Ortega). Certo è, comunque, che fu un uomo colto, un umanista, forse un erasmiano, con precisi intenti di critica sociale e religiosa. Lazarillo de Tormes, figlio di poveri e nato sulle rive del Tormes, è obbligato a servire vari padroni (un mendicante cieco, un prete avarissimo, un hidalgo affamato e orgoglioso, un venditore di bolle papali, un poliziotto...), finché, sposando la serva di un arciprete di dubbi costumi, si inserisce nell'ordine sociale diventando banditore pubblico di Toledo. Il racconto è in prima persona e sommario, con finta umiltà di ignorante, ma le notazioni ironiche affiorano precise e pungenti. Primo e sorprendente esempio di narrazione moderna e realistica, il Lazarillo de Tormes svela con implacabile causticità il vero sottofondo della Spagna imperiale e apre la via a quella che sarà, mezzo secolo dopo, la narrativa picaresca.

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