Leiris, Michel

scrittore ed etnologo francese (Parigi 1901-Saint-Hilaire, Essonne, 1990). È una delle personalità più originali della letteratura francese contemporanea, sulla quale, e particolarmente sul Nouveau Roman, ha esercitato un'influenza profonda. Nel 1924 aderì al movimento surrealista, interessandosi soprattutto all'esplorazione dei sogni e agli esperimenti sul linguaggio come testimoniano Aurora, un'opera in prosa poetica scritta nel 1927-28 e pubblicata nel 1946, le poesie di Simulacre (1925) e di Le point cardinal (1927), e altri testi minori riuniti in Haut-mal (1943; Alto male). Staccatosi dal surrealismo nel 1929, si volse all'etnologia, partecipando alla spedizione di Dakar-Gibuti (1931-33), che diede il via a quel “viaggio all'interno di se stesso” cominciato con L'Afrique fantôme (1934 e 1951; L'Africa fantasma) e continuato attraverso L'âge d'homme (1939; L'età d'uomo), fino al ciclo La règle du jeu (La regola del gioco), di cui sono usciti Biffures (1948; Cancellature), Fourbis (1961; Cose), Fibrilles (1966), Frêle bruit (1976; Debole rumore), dove l'autore, pur nell'intento di dare la propria “autobiografia dialettica”, ha allargato il campo a problemi di ordine generale, alla scoperta degli altri. Tra le altre opere: La possession et ses aspects théâtraux chez les Ethiopiens de Gondan (1980), Roussel l'Ingénu (1987), À cor et à cri (1988), Bacon, le hors-la-loi (1989), Fissures (1990). Nel 1992 sono stati pubblicati postumi i suoi diari, con il titolo Journal de Michel Leiris 1922-1989, e nel 1999, riuniti e pubblicati con il titolo di Specchio della tauromachia (e altri scritti sulla corrida), molti saggi ispirati alla corrida, spettacolo cui ebbe occasione di assistere nel 1926, in compagnia di Picasso, e che non avrebbe più dimenticato.

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