Lin Piao

(Lin Lu-yung), uomo politico e militare cinese (Huang-kang, Hupeh, 1907-in un incidente aereo in Mongolia 1971). Nel 1925 si iscrisse alla Lega della Gioventù Comunista e dopo la svolta controrivoluzionaria di Chiang Kai-shek (aprile 1927) partecipò all'insurrezione di Nanchang. Negli anni successivi contribuì con energia alla lotta partigiana sul Chingkangshan e in altre basi d'appoggio rivoluzionario; nel 1934-35 partecipò alla “Lunga marcia”. Gravemente ferito durante la guerra contro i Giapponesi (fine 1938 o inizio 1939), Lin Piao fu trasportato in URSS. Al suo rientro in Cina (1942) svolse una parte di grande rilievo nella costituzione di basi rosse nel Nord del Paese, in vista della riconquista della Manciuria. Al VII Congresso del PCC fu nuovamente eletto membro del Comitato Centrale del partito (lo era già stato nel 1935). Costituita l'Armata Unita Democratica del Nord-Est ne fu nominato comandante. Alla fine del 1948 riuscì a liberare interamente la regione del Nord-Est ed entro il 1949 le sue truppe, trasformate nella IV Armata di strada, liberarono interamente le province di Hunan, Guangdong, Guangxi Zhuang; nel 1950 fu liberata anche l'isola di Hainan e in quello stesso anno Lin Piao comandò per breve tempo i volontari in Corea. Membro del Politburo dal 1955, riconfermato nel 1956, nel 1958 divenne vicepresidente del Comitato Centrale del PCC e membro permanente del Politburo, e nel 1959 vicepresidente del Consiglio di Difesa nazionale in sostituzione di P'eng Te-huai. Nel 1965, nel suo saggio di 30.000 caratteri Lunga vita alla vittoria della guerra popolare, preconizzò esito vincente all'applicazione su scala generalizzata della linea formulata da Mao Tse-tung sull'“accerchiamento” dei Paesi ricchi da parte dei Paesi poveri. Fin dai primi atti della Rivoluzione culturale si batté accanitamente contro il revisionismo in ogni suo aspetto e quindi contro le degenerazioni burocratiche che ne erano scaturite nel partito, lottando inoltre per l'affermazione di un egualitarismo assoluto. Al IX Congresso del PCC (1969), fu eletto alle più alte cariche nel Comitato Centrale, conseguendo il secondo posto nella gerarchia del partito, tanto da apparire come il più probabile successore di Mao. Nel 1970 avversò decisamente la deliberazione, assunta dalla II sessione plenaria del Comitato Centrale del IX Congresso, di ricostituire al più presto in tutto il Paese i Comitati di partito: egli riteneva infatti che fossero, invece, i Comitati rivoluzionari di Triplice Unione, in cui i rappresentanti dell'esercito popolare detenevano una funzione di guida, a doversi affermare come stabile sistema di direzione della società. La sua linea fu sconfitta e Lin Piao e i suoi seguaci furono rimossi dalle cariche. Scomparso dalla scena politica, Lin Piao avrebbe, secondo una versione ufficiosa, tentato di organizzare un colpo di stato ma, scoperto, avrebbe cercato rifugio in URSS e sarebbe morto lungo la rotta Pechino-Irkutsk in un disastro aereo.

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