Lituani

popolazione baltica che costituisce la maggioranza etnica della Lituania. Discendono da antiche popolazioni di pastori e agricoltori nomadi provenienti dal sud-est (cultura dei kurgan), i quali nel II millennio a. C. si stanziarono nella regione compresa fra il bacino del Narev, il medio corso dello Njemen, fin nel nord-est dell'ex Prussia orientale. Parlano una lingua indeuropea e antropologicamente presentano i caratteri del tipo fisico baltico più puro; ciò deriva probabilmente dal fatto che fin da tempi remoti mantennero una forte coesione etnica, egemonizzati dalla tribù dei Lietwa o Litva (da cui derivarono il nome), tanto che le piccole tribù del nord-ovest e del sud, note col nome di Žemajti, scomparvero quali entità autonome già dal sec. XI. Affini ai Lettoni, si differenziavano da questi per molti caratteri culturali: erigevano kurgan di terra privi di camere tombali in pietra (come invece facevano i Lettoni) e usavano anche tombe scavate nella terra; i loro villaggi erano costituiti da 20-25 case, allineate lungo una strada, in origine formate da una sola grande stanza a pianta rettangolare con il focolare al centro (manas). Tipici gli alti e ampi granai, suddivisi in 3-5 vani da tramezzi, sollevati su ceppi e con pensilina anteriore sorretta da pali. I Lituani erano organizzati in clan a struttura militare, retti da un capo nobile, costituiti da grandi famiglie patriarcali ciascuna proprietaria di un appezzamento che veniva ereditato, integro, dal primogenito. Animisti, credevano nel dio supremo delle tempeste (Perkunas) e avevano numerosi culti. Cristianizzati dai Cavalieri Portaspada e Teutonici, mantennero tuttavia una forte unità di stirpe. Anche dopo l'introduzione del cattolicesimo da parte dei Polacchi e nonostante la grande influenza culturale di questi, i Lituani hanno sempre difeso la loro identità etnica.

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