Lomonosov, Michail Vasilevič

scrittore, poeta e scienziato russo (Denisovka, oggi Lomonosova, isola di Kurostrov sulla Dvina, Arcangelo 1711-Pietroburgo 1765). Figlio di contadini-pescatori del Settentrione, ebbe una infanzia dura. Studiò all'Accademia slavo-greco-latina di Mosca e all'Accademia di Scienze di Pietroburgo. Fu poi inviato a completare la sua formazione all'Università di Marburgo, in Germania, dove seguì i corsi di C. Wolf e si perfezionò in matematica, fisica, filosofia e linguistica. Di cultura enciclopedica, è considerato il maggiore scienziato russo della sua epoca. Il suo interesse nella ricerca sperimentale lo portò a chiarire lo stretto rapporto tra chimica e fisica; nel 1748 enunciò il principio della conservazione della materia e formulò una teoria cinetica del calore, con un secolo di anticipo rispetto alla scienza occidentale. Tali concezioni lo spinsero poi ad approfondire le ricerche intorno alla struttura molecolare della materia. Importanza notevole ebbero anche le sue scoperte mineralogiche e geologiche. Spirito attivo, intraprendente, nel 1755 fondò l'Università di Mosca e due anni dopo fu chiamato a dirigere quella di Pietroburgo. In campo letterario, Lomonosov si rivelò con una polemica che lo oppose a Trediakovskij alle cui teorie sulla poesia oppose una sua Epistola sulle regole della versificazione russa, seguita nel 1739 dall'ode Per la presa di Chotin a dimostrazione delle sue tesi. Il critico Belinskij ne colse subito il valore e lo indicò prima come il “padre della nuova letteratura russa”, per chiamarlo poi il “Pietro il Grande della letteratura russa”. Espressione del classicismo, Lomonosov trattò i temi più vari: dall'epica all'intimismo, dal credo religioso alla filosofia, dall'amore al sentimento nazionale (dedicò un poema al sovrano riformatore: Pietro il Grande). La sua produzione interessò tutto lo scibile. Per la lingua, la critica e la letteratura, sono da ricordare: Retorica (1748), Grammatica russa (1755); Dell'utilità dei libri ecclesiastici (1757), in cui Lomonosov enunciò la teoria dei tre stili o delle tre categorie di parole: quelle dello slavo ecclesiastico e della conversazione russa; quelle dello slavo ecclesiastico colto; quelle della lingua parlata estranee allo slavo ecclesiastico; Considerazioni sulla qualità dei poeti, in cui tentò per la prima volta di dare un'impostazione scientifica alla critica letteraria; Ode all'incoronazione di Isabella (1747), Meditazioni su un'aurora boreale (1748), Meditazioni della sera e del mattino sulla grandezza di Dio (1750). Si occupò anche di teatro e scrisse due tragedie: Tamira e Selim (1750) e Demofonte (1757), nel tentativo, peraltro non riuscito, di creare un teatro tragico russo. Postuma (1766) venne pubblicata la sua Storia antica della Russia dalle origini alla morte del granduca Jaroslav I.

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