Longino, Càssio

(greco Longînos; latino Cassíus Longīnus), uomo politico e retore greco (sec. III). Maestro di greco e consigliere della regina di Palmira, Zenobia, fu condannato a morte da Aureliano sotto l'accusa di aver istigato la regina, giustiziata insieme a lui, a opporre resistenza ai Romani. A Longino è stato erroneamente attribuito (da qui il nome di Pseudo-Longino), il trattato di estetica più famoso dell'antichità, Del sublime (ossia dell'“elevazione” di stile, della sua intensità), che fu pubblicato per la prima volta in età moderna da Francesco Robortello nel 1554, mentre non se ne trova nessun riferimento in tutta la letteratura classica e medievale giunta fino a noi. Ma per alcuni cenni storici, per l'esplicita polemica che vi si conduce contro Cecilio di Calatte e per parecchie altre ragioni, oggi si propende dai più a retrodatare il trattato al sec. I dell'Impero. Il libretto rientra nella numerosa categoria dei testi per la formazione retorica degli oratori, secondo la corrente stilistica degli atticisti; ma, nell'esaltare il valore dell'imitazione dei grandi scrittori del passato, pone l'accento sulla necessità delle doti dello spirito, della grandezza dell'animo e di una forte, sincera passione come elemento essenziale della poesia. Il momento del “sublime” ha qualcosa di mistico; esso comporta dei difetti, ma con tutto questo è assai superiore alla mediocrità perfetta. La serie di giudizi sugli scrittori greci del passato mostra anch'essa il finissimo gusto e le felici intuizioni dello Pseudo-Longino.

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