Mécs, László

poeta ungherese (Hernádszentistván 1895-Pannonhalma 1978). Laureato in lettere all'Università di Budapest, fu parroco di diverse comunità religiose della minoranza ungherese della Cecoslovacchia. Latitante in Ungheria dopo la seconda guerra mondiale, arrestato e condannato nel 1953 a dieci anni di reclusione, venne liberato e riabilitato nel 1956. La sua poesia, pervasa di profondo sentimento religioso e di forte impegno sociale, è raccolta nei volumi: Campane all'alba (1923), Cantano gli schiavi (1925), Consolatoria (1927), L'uomo e la sua ombra (1929), La leggenda della teca di vetro (1931), Fiat lux! (1933), Guardo i vivi (1938), Palcoscenico girevole (1940), Vello d'oro (1971), Ritorno al silenzio (1976), Poesie scelte (postumo, 1982).

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