(Moskva). Capitale della Federazione Russa. Costituisce entità amministrativa a sé, separata dalla regione omonima (di cui pure ospita l'amministrazione) e parificata alle altre regioni, 120 m s.m., 885 km², 10.425.100 ab. (2006).

Generalità

Mosca è situata in una zona collinare, parte del Bassopiano Sarmatico, quasi al centro geografico della Russia europea, sulle rive del fiume Moscova e del suo affluente Yauza. Metropoli tra le maggiori del mondo, è il più importante centro industriale del Paese ma è soprattutto un centro politico, amministrativo e culturale, con numerose università pubbliche e private (a partire dalla grande Università statale M. V. Lomonosov, che prende il nome dal chimico e astronomo che la fondò nel 1755), l'Accademia delle Scienze, istituti superiori, biblioteche e moltissimi musei, oltre che prestigiosi teatri. Nel 1990 l'UNESCO ha dichiarato il Cremlino e la Piazza Rossa siti Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Ha ospitato nel 1980 la XXII edizione delle Olimpiadi moderne.

Urbanistica

Il primo nucleo della città fu il Cremlino (Kreml), da cui si determinarono lo sviluppo e l'organizzazione urbanistica radiale-anulare di Mosca nella configurazione concentrica costituita da tre cinture di mura e fortificazioni costruite dal 1534 al 1593 (Kitaj gorod, Belyj gorod e Zemljanoj gorod): una struttura che ancora agli inizi del sec. XXI appare perfettamente identificabile in tutta la città. Sede di attività politica e religiosa, il Cremlino sorse come cittadella-fortezza secondo un disegno di triangolo irregolare conforme all'andamento naturale del terreno sul colle Borovickij. L'abbondanza di spazio a disposizione ha fatto sì che fin dall'inizio strade e piazze siano state realizzate in ampie dimensioni; ai primi del Novecento l'area centrale di Mosca ospitava una gran quantità di palazzi nobiliari assai vasti ma non più alti di due-tre piani, circondati da giardini privati e pubblici e inframmezzati da numerosissime chiese e monasteri di ogni dimensione. Nei settant'anni di potere sovietico la pianificazione dello sviluppo edilizio residenziale ha fatto crescere enormemente la periferia secondo lo schema radiale preesistente, sempre mantenendo comunque standard elevati di verde, con edifici anche molto alti (fino a 20-24 piani) ma abbastanza distaccati gli uni dagli altri. Nelle zone centrali invece veniva portato avanti un graduale aumento delle volumetrie, con edifici pubblici imponenti realizzati su aree prima occupate da case private di piccole dimensioni. Dopo il 1991 la liberalizzazione del mercato edilizio ha prodotto un ulteriore rapido aumento dell'edificazione sia in periferia – con caratteristiche sostanzialmente immutate – sia nelle zone centrali, dove il fulmineo aumento dei prezzi immobiliari ha portato al sistematico riempimento delle aree ancora non edificate all'interno della griglia stradale e soprattutto alla demolizione e ricostruzione, con volumetrie molto maggiori, di edifici esistenti, spesso anche di valore storico. Parallelamente, si è assistito a un considerevole esodo della popolazione dalle zone centrali, divenute troppo costose, a quelle periferiche o decisamente suburbane. La tipica “dacia”, la casetta di legno per le vacanze costruita nelle campagne intorno alla città da più di metà dei moscoviti negli anni del potere sovietico, è diventata in molti casi l'abitazione di residenza permanente, mentre l'appartamento urbano viene affittato o venduto. La crescita di Mosca è continua e così impetuosa che ormai anche l'anello autostradale lungo 109 km che circonda i suoi 29 rioni è stato in molti punti superato dai quartieri più recenti. Le grandi dimensioni hanno anche portato a un mutamento climatico sensibile: grazie al riscaldamento delle case e all'attività delle industrie, la temperatura media invernale in centro è di 2 C° superiore a quella della campagna circostante, e nelle notti più fredde la differenza può superare i 10 C°; a parità di specie, la fioritura nei giardini moscoviti precede in genere di almeno una settimana quella di campagna; le precipitazioni sono più abbondanti e le ore di sole meno numerose. Tra i quartieri più vivi della capitale – e che da alcuni anni, a coronamento del tradizionale fulcro Cremlino-Piazza Rossa, costituiscono un'ulteriore attrattiva per flussi turistici in sensibile aumento e adeguamento agli standard internazionali – vi sono il Kitaj-Gorod, quartiere un tempo commerciale e oggi con spiccata vocazione direzionale; l'Arbat e Novyi Arbat, quartieri popolari e per tradizione zone di elezione di intellettuali già all'epoca del dissenso sovietico; lungo la via Tverskaja una vivace attività commerciale convive con bei palazzi ottocenteschi, musei e teatri.

Popolazione

La natura euroasiatica di Mosca non è scritta solo nella sua geografia, ma anche nelle caratteristiche del suo popolamento, che da otto secoli vede un costante intreccio dell'elemento slavo, pur percentualmente dominante, con quello orientale: prima le invasioni mongole e il plurisecolare giogo dei Tartari – che non colonizzarono Mosca ma vi furono indubbiamente presenti in modo massiccio – poi il lungo rapporto di osmosi tra l'impero russo e quello ottomano e infine, soprattutto, la conquista e il dominio russo su immensi territori asiatici non potevano non portare nella capitale russa un gran numero di mercanti, funzionari, soldati o semplici lavoratori e artigiani dall'Oriente. Il cosmopolitismo di Mosca si accentuò ulteriormente, per motivi politici, economici e ideologici, durante il settantennio sovietico, quando la parificazione (almeno formale) dei diritti dei diversi popoli e lo sviluppo economico della parte asiatica dell'URSS richiamarono nella capitale dalle Repubbliche sovietiche dell'Asia e del Caucaso (ma anche dall'estero, soprattutto dal Terzo Mondo) centinaia di migliaia di studenti, impiegati, militari, quadri di partito che dovevano ricevere un'adeguata formazione o comunque dare un contributo allo sviluppo della città. In quei settant'anni la popolazione di Mosca è cresciuta di otto volte. La crescita demografica è continuata anche dopo la fine dell'URSS, ma con caratteristiche diverse: si è quasi completamente interrotto l'afflusso da molte ex Repubbliche sovietiche, così come dai Paesi dell'Est europeo, mentre è aumentata l'immigrazione, spesso clandestina, da alcuni Paesi asiatici (Vietnam e Cina soprattutto) così come quella, non molto numerosa ma assai visibile, di funzionari e businessmen occidentali. Ed è continuata ininterrotta l'immigrazione interna dalle province russe più povere. La grave crisi economica post-industriale, non del tutto controbilanciata dall'ingente crescita del settore terziario, continua a essere causa di profonde sperequazioni sociali, con una ridotta classe di “nuovi ricchi” detentori di straordinarie risorse finanziarie e una vasta fascia di popolazione costretta a vivere sotto la soglia della povertà: una delle conseguenze di questa situazione è la diffusione della criminalità, spesso articolata in potenti organizzazioni di stampo mafioso, a fatica contrastate dal governo.

Storia

Citata per la prima volta nel 1147, secondo dati archeologici doveva tuttavia esistere già nei sec. IX e X. Si sviluppò nei tre secoli successivi grazie alla scomparsa dei grandi centri fluviali della Russia meridionale, distrutti dai Mongoli, e al raccogliersi di una numerosa popolazione tra le foreste della Russia centrale, fuori dalle piste delle grandi invasioni. Distrutta dai Tartari nel 1237, risorse e assunse via via un ruolo sempre più importante nella lotta condotta dai suoi principi per liberarsi dalla dominazione mongola. Capitale del principato di Moscovia, divenne anche la capitale religiosa della Russia (sec. XIV) come sede del metropolita. Ciò contribuì al suo prestigio e al suo graduale imporsi come “città santa” a tutte le altre città. Attaccata dai Lituani (1368), devastata dai Tartari (1382) e di nuovo minacciata da questi ultimi (1408), Mosca riprendeva senza indugio la sua posizione dominante, confermata dal matrimonio del gran principe Ivan III con l'ultima discendente della casa imperiale bizantina dei Paleologi, e dalla sottomissione di Novgorod, già considerata il maggior centro culturale del Paese. Dopo il regno di Ivan IV il Terribile, Mosca attraversò anni dolorosi quando i Godunov, i due falsi Demetrio, i Polacchi invasori e i Cosacchi ribelli infierirono sulla città e sui suoi abitanti (1598-1613); sino a quando l'elezione di Michele Romanov ridiede, se non altro, ordine e pace alla tormentata Mosca e vi fissò l'ultima dinastia di sovrani russi, quella dei Romanov. Intanto la città s'ingrandiva: vi accorrevano mercanti stranieri, specie tedeschi; vi prosperava l'artigianato ma soprattutto il commercio. Rendeva poi venerabile la città, anche in mezzo alle lotte civili, la presenza del patriarca. Già nel 1589, sotto lo zar Fëdor I, il reggente Boris Godunov aveva ottenuto dalla Chiesa bizantina il titolo di “patriarca” per il metropolita di Mosca, il quale raggiungeva così uno dei gradi più alti nella gerarchia della Chiesa orientale. Verso la fine del sec. XVII fu insanguinata dalla rivolta degli strelizzi, soffocata da Pietro il Grande con un atroce massacro (1698-99). Fu appunto questo zar a portare un grave colpo alla città quando decise (1703) di costruire allo sbocco della Neva una nuova città, destinata a divenire capitale (1712). La resistenza opposta da Mosca alle frettolose riforme di Pietro fu tra le cause che determinarono la decisione del sovrano. Del resto lo zar aveva precedentemente abolito (1700) il Patriarcato, che gli dava ombra, sostituendolo (1721) con un “Santissimo Sinodo di Governo”, ridotto a un organo dell'amministrazione statale. Perduta la sua posizione di predominio, Mosca conservò molte prerogative dell'antica capitale. Le grandi famiglie nobiliari vi mantenevano i loro palazzi e vi trascorrevano almeno una parte dell'anno. L'Università, fondata nel 1755, confermava l'antico prestigio culturale. Tutto questo faceva apparire Mosca come il vero cuore della Russia; così la vide e la sentì anche Napoleone, che vi dimorò 5 settimane e dovette assistere impotente all'incendio della città. Nel sec. XIX la prosperità di Mosca ebbe un continuo incremento. Dopo il 1850 lo sviluppo delle ferrovie, costruite a raggiera attorno alla metropoli, le donò nuova attività di traffici e nuova ricchezza. Vi si moltiplicavano i salotti artistici e letterari, l'intelligencija scopriva le vie del riformismo, della democrazia, delle libertà civili; fiorivano le lettere, le arti, il teatro. Si può dire in genere che in città si erano formate valide forze di opposizione al governo, sia nella borghesia illuminata, sia nel ceto operaio. Nel 1905 la partecipazione di Mosca al movimento rivoluzionario parve addirittura massiccia. Il granduca Sergio, fratello dello zar, tenace assertore della reazione, cadde assassinato presso il Cremlino (febbraio); si ebbero scioperi ostinati (ottobre-dicembre) e persino un tentativo d'insurrezione (dicembre). Ciononostante, la rivoluzione bolscevica del 1917 non ebbe a Mosca un facile successo e solo dopo parecchi giorni di lotta cruenta le forze controrivoluzionarie si arresero. Divenuta nel 1918 capitale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa e poi dell'URSS (1922), sotto il regime sovietico vide aumentare enormemente il suo ruolo amministrativo, economico e culturale, dovendo per Stalin ricoprire il ruolo mondiale di “faro di civiltà” alternativa al capitalismo. Durante la seconda guerra mondiale le truppe tedesche furono fermate nell'inverno 1941 solo a pochi chilometri dal Cremlino (un monumento, oggi ormai inglobato nella periferia urbana, indica il punto della massima avanzata) ma la città non fu evacuata e continuò nella sua vita “normale”. Nel secondo dopoguerra Mosca conobbe una nuova formidabile espansione, ma divenne anche il centro di fermentazione del dissenso politico e culturale dal regime comunista, non solo tra gli intellettuali ma anche in larghi strati della popolazione. Fu da segretario del Partito Comunista della capitale, negli anni Ottanta, che B. Elcin condusse la sua prima battaglia per una democratizzazione del potere sovietico, ricavandone l'enorme popolarità che lo avrebbe più tardi portato a diventare presidente; e fu a Mosca, negli anni della perestrojka gorbacioviana, che le piazze si riempirono di gente che intendeva partecipare in prima persona alla svolta storica cui stava andando incontro il Paese. Dopo lo scioglimento dell'URSS nel 1991, Mosca ha mantenuto il ruolo di capitale della Federazione Russa e ha continuato ad accrescere il suo peso economico.

Architettura

All'epoca in cui Ivan III iniziò la trasformazione dei più importanti edifici lignei di Mosca in nuove strutture in pietra o in mattoni, le maggiori realizzazioni architettoniche si ebbero nel Cremlino con la serie di cattedrali sorte nella Sobornaja ploščad (piazza delle Cattedrali) nella seconda metà del sec. XV e inizi del sec. XVI, epoca in cui furono chiamati a operare a Mosca i maggiori architetti russi e alcuni importanti esponenti dell'architettura italiana, che vi introdussero la cultura rinascimentale. Nella piazza delle Cattedrali sorgono le chiese della Dormizione (o dell'Assunzione) opera di A. Fioravanti (1475-79), con affreschi dei sec. XVI e XVII; la chiesa dell'Annunciazione (1484-89), del cosiddetto architetto anonimo di Pskov, che conserva l'iconostasi con affreschi e icone del bizantino Teofane il Greco, di A. Rublëv e di Prohor di Gorodec (i fondatori della scuola pittorica di Mosca, la cui tradizione ebbe fioritura fino al sec. XVIII); la cattedrale dell'Arcangelo Michele, costruita da Aloisio Nuovo (1505-09), e il palazzo a faccette (Granovitaja Palata), opera degli italiani M. Ruffo e P. A. Solari (1487-91). Altri monumenti nel Cremlino, di epoca posteriore, sono il campanile di Ivan il Grande (1505-ca. 1600), il palazzo dei Patriarchi con la chiesa dei Dodici Apostoli (seconda metà sec. XVII), il palazzo Terem (1635-37). I modelli architettonici inaugurati nel nucleo più importante della città ebbero contemporanea diffusione in vari luoghi di Mosca, dove il più antico monumento (nello schema tradizionale a tre absidi e una cupola) è la cattedrale del Salvatore (1420-27) del monastero Andronikov. A questo seguirono nel corso del sec. XVI (epoca di grande attività dell'edilizia religiosa, caratterizzata da serie di monasteri fortificati costruiti fuori da Mosca e di numerose chiesette suburbane) la cattedrale della Vergine di Smolensk, a cinque cupole, decorata con importanti affreschi (1598); la chiesa dell'Ascensione a Kolomenskoe (1532); la chiesa di San Basilio (1555-60, opera di Barma e Postnik) costituita da nove chiese-torri , che sorge, con suggestivo effetto orientaleggiante delle cupole vivacemente decorate, sulla piazza Rossa (Krasnaja ploščad), l'antico e importante centro dell'attività politica e commerciale, nonché religiosa, di Mosca. Alla fioritura architettonica del Cinquecento (caratterizzata dalla tipologia di chiese a copertura piramidale e dall'impiego di cupole) corrisponde quella delle arti applicate (nel Cremlino sorsero per queste attività i palazzi delle armi, degli argenti e degli ori). Nuovo impulso ebbe la città nel corso del Seicento. Tra i monumenti di questo secolo si ricordano le chiese della Trinità (con affreschi del 1652), della Natività, di San Nicola, della Resurrezione, della Trinità a Troickoe-Lykovo (1698-1703); i complessi monastici di Novodevičij (1680-90), di Pietro il Grande (1690); il palazzo Lefortovskij (1698). Nel sec. XVIII, sotto Pietro il Grande, l'attività architettonica fu limitata, ma non mancano di questo periodo alcuni notevoli esempi del gusto barocco prima e di quello classicheggiante poi. Allo stile del primo appartengono l'Arsenale del Cremlino (1702-36); le chiese dell'Arcangelo Gabriele (con Torre Menšikov; 1704-07), di San Clemente (1762-70); casa Apraksin (1760). Allo stile del classicismo francese e del neoclassico italiano sono improntate le elaborazioni architettoniche della seconda metà del Settecento, come la casa Paškov di V. I. Baženov (1784-86), l'edificio che poi divenne sede del Soviet Supremo nel Cremlino (1776-87), l'Università (ricostruita nel 1817-19 da D. Gilardi), la chiesa del metropolita Filippo (1777-88), il palazzo Pëtrovskij (1775-82, di M. F. Kazakov, autore di molti altri edifici residenziali e di alcune chiese moscovite). Un nuovo e unitario aspetto assunse la città nel 1825, a soli tredici anni dalla distruzione napoleonica. Principali edifici di questo rinnovamento furono il teatro Bolšoj (1821-24), di O. I. Bove e di A. A. Mihajlov (l'edificio fu poi ricostruito nel 1856); la casa Stanickoj (di A. G. Grigorev, 1817-22), il patronato (di A. G. Grigorev e D. Gilardi, 1823-26), i mercati generali (1832-35, di V. P. Stasov, F. M. Šestakov). A conservare l'antico carattere commerciale della piazza Rossa sorsero i grandi magazzini, i GUM, realizzati da A. N. Pomerancev (1889-93). Altrove sorsero il Palazzo Grande Cremlino (di A. K. Ton, 1838-49), il Palazzo della Duma noto per aver ospitato fino al 1994 il Museo V. I. Lenin (1890-92, di D. N. Čičagov). Non mancano a Mosca esempi di architettura del primo Novecento ispirati allo stile dell'Art Nouveau (stazioni di Jaroslavl, di Kazan; l'edificio del Museo Puškin, tuttavia di impronta ellenizzante, realizzato nel 1912 da A. I. Klein). Del 1926 è il mausoleo di Lenin nella piazza Rossa (A. V. Ščusev). Le trasformazioni sociali e i ridimensionamenti urbanistici seguiti alla Rivoluzione sfociarono, con il contributo delle nuove ricerche degli esponenti più qualificati della cultura russa d'avanguardia, nel piano di ricostruzione di Mosca del 1935, attraverso la realizzazione del quale la città assunse il suo aspetto moderno. Altri piani di espansione urbanistica e di attività costruttiva furono programmati e attuati dopo la seconda guerra mondiale, secondo criteri rispondenti alle nuove esigenze della città contemporanea. In occasione delle Olimpiadi del 1980 una vasta area, il parco Luzhniki, venne edificata e attrezzata per ospitare gli impianti sportivi che sorsero all'ombra del maestoso Stadio Centrale Lenin, oggi rinominato Stadio Luzhniki.

Musei

Il Museo Puškin, inizialmente Museo dell'Accademia d'Arte di Mosca, è dedicato a raccolte di opere d'arte di tutto il mondo. Numerosi sono i dipinti antichi di scuola italiana (Botticelli, Perugino), spagnola (Ribera, Murillo), fiamminga e olandese (Rubens, van Dyck, Rembrandt), francese (Watteau, David, Corot); notevole è inoltre la collezione di pittura impressionista e postimpressionista (Renoir, Cézanne, Gauguin, fino a Matisse e Picasso). Ed è qui che nel 1996 sono stati per la prima volta esposti i tesori artistici trafugati alla Germania nazista dopo l'ultimo conflitto mondiale, tra cui il cosiddetto Tesoro di Priamo, fino ad allora conservato nei depositi. Degli altri numerosi musei della città si ricordano la Galleria Tretjakov (fondata dall'omonimo collezionista nel 1856 e dedicata all'arte russa, dalle icone dei sec. XVII-XVIII alla pittura dei maestri dell'arte moderna quali Kandinskij, Malevič ecc.) che, dopo una chiusura di nove anni, ha riaperto nel 1995 con una sede riammodernata; il Museo Rublëv che raccoglie opere dell'omonimo pittore; il Museo delle Civiltà Orientali (istituito nel 1918); i tre musei di Architettura; il Museo della Storia e Costruzione di Mosca (costituito nel 1896); il Museo delle Arti Decorative nel Palazzo delle Armi (Cremlino); il Museo Storico Russo, che dopo 11 anni di ristrutturazione è stato di nuovo riaperto al pubblico nel 1997 e che, oltre a importanti collezioni preistoriche di materiali provenienti da tutto il territorio della ex URSS, possiede una raccolta di vasi greci, sculture ellenistiche e corredi funebri con bronzi e oreficerie di tombe a tumulo scitiche e sarmatiche; il Museo della Rivoluzione; il Museo della Ceramica, che documenta la storia della ceramica russa dai suoi inizi (seconda metà del sec. XVIII); a molte delle glorie letterarie nazionali – Tolstoj, Dostoevskji, Gogol' – Mosca ha dedicato musei, spesso ambientati nelle residenze degli scrittori nella capitale. Nel 2010 è stato inaugurato il MAMM (Museo multimediale di Mosca), con un archivio che custodisce migliaia di immagini.

Biblioteche

Le maggiori biblioteche di Mosca sono, oltre alla Biblioteca di Stato Russa, già massima biblioteca dell'Unione Sovietica, la Biblioteca Scientifica Gorkij dell'Università, con ca. 7 milioni di volumi; la Biblioteca di Scienze sociali dell'Accademia delle Scienze (oltre 7 milioni di volumi); la Biblioteca Scientifica del Ministero dell'Educazione Superiore (ca. 4 milioni); la Biblioteca Centrale dell'Esercito (ca. 3.500.000); la Biblioteca Storica (ca. 3.500.000 volumi e un notevole fondo “rari”); la Biblioteca Timirjazev dell'Accademia Moscovita di Scienze Agricole (ca. 2 milioni); la Biblioteca dell'Istituto di Marxismo-Leninismo (oltre 2 milioni); la Biblioteca Centrale di Medicina e la Biblioteca Plechanov dell'Istituto per l'Economia Nazionale (ca. 1.500.000 ciascuna). Le cifre possono essere solo indicative (per difetto) dati gli altissimi ma incostanti indici di incremento.

Spettacolo

Il primo teatro pubblico, la Teatralnaja choromina (Sala di Teatro), sorse nel 1703 nella piazza Rossa per iniziativa di Pietro il Grande, ma venne abbattuto dopo quattro anni. Esisteva già dal 1672 un teatro di corte che rappresentava soprattutto lavori di prosa in tedesco e poi in francese, ma anche opere e balletti in russo e ospitava compagnie di comici dell'Arte; a esso si aggiunsero nel corso del sec. XVIII varie sale private. I teatri veramente importanti sorsero molto più tardi e furono due: il Malyj Teatr (Piccolo Teatro), inaugurato nel 1824 e dedicato principalmente alla prosa, che fu la sede della grande tradizione realistica russa dell'Ottocento (illustrata da attori come Ščepkin, Močalov, Lenskij e la Ermolova e da un drammaturgo come Ostrovskij); e il Bolšoj Teatr, che si aprì l'anno dopo e che divenne la più prestigiosa sede dell'opera e del balletto. Entrambi erano teatri imperiali, quindi inaccessibili al popolo. La direzione dei teatri imperiali ebbe il monopolio degli spettacoli fino al 1882. Dopo tale data sorsero altri teatri. Il più importante fu senza dubbio il MCHAT (Teatro d'Arte di Mosca), fondato nel 1898 da K. S. Stanislavskij e da V. Nemirovič-Dančenko, e divenuto famoso non solo per aver portato al successo autori come Čechov e Gorkij, ma per aver imposto una concezione realistico-psicologica della recitazione e dello spettacolo che ebbe enorme influenza sul teatro di tutto l'Occidente. A Mosca la sua influenza si estese anche alla lirica e al balletto, e a Stanislavskij s'intitolò nel 1924 uno Studio d'Opera formato nel 1918 dal Bolšoj, a quello di Nemirovič-Dančenko un Teatro musicale nato nel 1926 e filiazione diretta del MCHAT (le due istituzioni si sarebbero poi fuse nel 1941). Altre filiazioni del MCHAT furono i cosiddetti “studi”: da uno di essi sorse nel 1924 il secondo Teatro d'Arte diretto da M. Čechov; da un altro, nel 1920, il teatro che poi prese nome dal suo regista più famoso, E. Vachtangov; da un terzo, nel 1921, il Teatro Realistico, illustrato negli anni Trenta dagli arditi esperimenti scenici di N. Ochlopkov; da un quarto, nel 1918, la compagnia ebraica dell'Habimà, oggi teatro nazionale israeliano. Non si esaurisce però in queste sedi la straordinaria vitalità teatrale di Mosca, soprattutto negli anni post-rivoluzionari. Devono essere citati almeno il Teatro della RSFSR, che dal 1921 al 1930 portò il nome del regista V. Mejerchold; il Kamernyj fondato nel 1914 da A. Tairov e da lui diretto sino al 1950; il Teatro del Proletkult, fondato da S. M. Ejzenštejn e divenuto poi Teatro dei Sindacati; il Teatro di Stato ebraico per spettacoli in yiddish; il Teatro dell'Armata Rossa, diretto dal 1937 al 1961 da A. Popov; il Teatro Majakovskij (già della Rivoluzione) e ancora teatri per bambini, teatri di marionette, teatri di filodrammatici ecc. Tra le sale di più recente costruzione hanno acquistato prestigio il Puškin e il Teatro della Taganka, grazie alle regie di J. P. Ljubimov.

Economia

L'economia di Mosca è sempre stata alcuni gradini più in alto di quella del resto del Paese, e la regola si conferma anche all'inizio del sec. XXI, nonostante i cambiamenti drammatici che hanno caratterizzato la fine del secolo precedente. La città infatti gode ancora dell'enorme potenziale industriale ereditato dal periodo sovietico (pur molto ristretto dopo il 1991, per la crisi di competitività che ha colpito tutta l'industria russa) ospitando sul suo territorio grandissime imprese praticamente di ogni settore, dall'automobile all'aeronautica, dall'elettronica alla chimica, dall'editoria al tessile, dall'alimentare alla meccanica di precisione, per non parlare dell'industria edilizia; anche il comparto scientifico-educativo e quello sanitario, dopo una crisi durata diversi anni, hanno ripreso verso la fine degli anni Novanta a crescere rapidamente, soprattutto nel settore privato, dando lavoro e reddito a centinaia di migliaia di persone. In più Mosca, a differenza del resto del Paese, è diventata anche un'assai sviluppato mercato per i beni di consumo, ha visto una crescita impetuosa del settore dei servizi finanziari, come le maggiori metropoli mondiali, e di tutte le strutture che sono a servizio di una classe media in forte espansione; infine, il mercato del lavoro di Mosca è vivacissimo: anche le donne vi hanno un ruolo estremamente attivo, arrivando a costituire più del 50% della popolazione lavorativa – quota che aumenta ulteriormente proprio nel settore del commercio e dei servizi (in particolare nella sanità e nell'insegnamento). Lo scarto con il resto del panorama economico nazionale è determinato soprattutto dal sistema fiscale russo, che lascia una forte quota delle tasse aziendali alle autorità del luogo dove le aziende stesse hanno la sede centrale: in questo modo il municipio della capitale è andato fortemente arricchendosi dopo il 1991, e ha potuto investire enormi somme nel miglioramento delle infrastrutture cittadine; il che ha prodotto un'ulteriore concentrazione di imprese e servizi nel territorio di Mosca, con relativo aumento delle entrate fiscali. L'alto livello di attività economica ha comportato anche una forte crescita del reddito medio e del potere d'acquisto dei cittadini: il lato negativo di questa crescita generale è l'aumento dei prezzi – nel 2005 stimati a poco meno del doppio rispetto alla media nazionale russa – che si traduce in difficoltà particolarmente gravi per i poveri, comunque numerosi. Attivo nodo stradale, ferroviario (11 linee la mettono in comunicazione con i Paesi dell'Europa centroccidentale, dell'Asia centrale e dell'Estremo Oriente) e aereo, dotato di cinque aeroporti civili di cui tre internazionali (Domodedovo, Šeremetevo-2 e Vnukovo), Mosca è inoltre un vivace centro portuale (nel sobborgo di Himki), collegato mediante fiumi e canali con i mari Baltico, Bianco, Nero, d'Azov e Caspio. Dal 1935 Mosca è servita da una vastissima rete metropolitana sotterranea che, oltre a collegare capillarmente l'estesa area urbana, è di per sé un luogo di grande fascino architettonico: marmi e lussuosi lampadari fanno di molte delle sue stazione veri musei underground.

Curiosità

La città è sede di uno dei più importanti festival di cinema internazionali, il Moscow International Film Festival che ebbe la prima edizione nel 1935; sospeso fino al 1959, riprese a scadenza biennale fino al 1995 e da allora si svolge annualmente. Altre manifestazioni importanti sono il Festival di Musica Contemporanea che ha luogo ogni anno, all'inizio dell'estate, e il Festival Invernale Russo di carattere folcloristico che si svolge nella settimana successiva al Natale. Mosca è ricca di parchi pubblici: il più celebre, immortalato da un romanzo e da un film, è il parco Gor'kji, che si estende lungo le rive delle Moscova, verde refrigerio estivo e divertimento invernale grazie ai numerosi laghetti trasformati in piste da pattinaggio. Vicino all'ansa sudoccidentale del fiume, presso l'antico monastero di Novodevičij, sorge il più illustre cimitero cittadino dove riposano alcuni dei maggiori personaggi della cultura moscovita: da Gogol' a Čechov, da Majakovskij a Prokofev, da Stanislavskji a Eizenštein.

Bibliografia

Per la storia

I. B. Belov, Za nami Moskva, Mosca, 1962; Autori Vari, Histoire de Moscou et des Moscovites, Parigi, 1963;S. Frierson, Précis d'histoire de Moscou, Parigi, 1987.

Per l'arte

A. I. Vlasjuk, Moskovskij Kreml', Mosca, 1958; M. A. Il'in, Moskva, Mosca, 1962; V. De Feo, URSS architettura: 1917-36, Roma, 1963; V. Quillici, Architettura sovietica contemporanea, Bologna, 1965; Autori Vari, I tesori del Cremlino, Milano, 1987.

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