MIAR

acronimo del Movimento Italiano per l'Architettura Razionale, raggruppamento di architetti italiani, con sedi a Torino, Milano e Roma, formatosi nel 1930 per iniziativa soprattutto di A. Libera (che ne fu anche segretario) con l'intento di sostenere sul piano organizzativo e propagandistico la battaglia in atto a favore dell'architettura moderna in Italia. Il movimento, i cui precedenti immediati sono da rintracciare nell'attività del Gruppo 7 e nella prima esposizione di Architettura Razionale (1928), si presentò polemicamente nel 1931 con l'organizzazione nella galleria di Pietro Maria Bardi a Roma della seconda esposizione di Architettura Razionale, i cui punti qualificanti erano il rifiuto dello “stile” individuale, l'esaltazione dei criteri di funzionalità, il concetto di elaborazione unitaria dello spazio-ambiente, dall'architettura all'arredo, all'oggetto d'uso. I violenti attacchi portati al MIAR dai tradizionalisti (a poche settimane dall'apertura della mostra si formò un nuovo gruppo, il RAMI, Raggruppamento Architetti Moderni Italiani, con programmi di un classicismo aggiornato), non meno dei compromessi e delle ambiguità interne al gruppo, portarono all'autoscioglimento nello stesso anno 1931. I razionalisti ottennero comunque negli anni immediatamente successivi importanti commissioni pubbliche.

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