Madreporàri

sm. pl. [sec. XX; da madrepora]. Ordine (Madreporaria) di Celenterati Antozoi Zoantari, detti anche Madrepore o Sclerattinie, simili alle attinie ma forniti di un robusto scheletro di carbonato di calcio e privi di sifonoglifi. Sono per lo più coloniali e costruiscono scheletri dalle forme più disparate, appiattiti o eretti, sottili o massicci, con teche ben separate o parzialmente fuse, secernendo cristalli calcarei dal disco basale e dalla parte inferiore della colonna, sicché i polipi si trovano al di sopra dello scheletro o lo circondano dall'esterno. Le forme delle colonie dipendono in parte dalle loro modalità di accrescimento e in parte dalle modalità di gemmazione dei polipi. Poiché la secrezione dello scheletro avviene verso l'esterno, ciascun polipo si trova contenuto in una teca cilindrica che, nelle forme coloniali, può confluire più o meno estesamente con le teche dei polipi adiacenti. Le teche possiedono setti calcarei, detti sclerosetti, che si frappongono ai setti carnosi dei polipi (sarcosetti). Sulla superficie delle colonie, sottili veli di muco prodotti dai polipi catturano il plancton, oppure le minuscole prede sono paralizzate direttamente dai tentacoli e poi portate alla bocca dalle ciglia. Numerose specie contengono alghe simbionti (zooxantelle) nella gastrodermide, i cui prodotti di fotosintesi contribuiscono all'alimentazione delle madrepore e ne facilitano la costruzione degli scheletri; viceversa, il cibo procurato dalle madrepore nutre anche i loro ospiti. Le madrepore con polipi piccoli e colonie ramificate, che possiedono più ampie superfici esposte alla luce, dipendono in genere dalle zooxantelle in misura maggiore di quelle appiattite o globose. I Madreporari si riproducono sessualmente e asessualmente, con specie ermafrodite e specie a sessi separati. Da ogni uovo deriva un polipo solitario che per gemmazione origina l'intera colonia. I Madreporari sono diffusissimi nelle acque marine tropicali, vivono a poca profondità e prediligono acque chiare e limpide dando luogo a formazioni imponenti che talora si sviluppano lungo le coste per migliaia di chilometri (la Grande Barriera Australiana, che si estende per oltre 2000 km, è formata in gran parte da Madreporari). I Madreporari sono i principali responsabili della costruzione di scogliere coralline, che costituiscono uno degli ecosistemi più complessi al mondo. Nelle barriere coralline trova infatti rifugio, alimento, protezione, un numero incalcolabile di altri animali, dai piccoli invertebrati fino ai pesci più grandi. L'ordine dei Madreporari è costituito da ca. 2500 specie distribuite tra i paralleli 30º N e 25º S, nelle zone cioè dove l'acqua non scende mai al di sotto di 18-20 ºC. Tra i generi più conosciuti, tipici delle acque tropicali, vi sono Acropora, Fungia e Meandrina e tra i generi presenti anche nel Mediterraneo Cladocora, Leptopsammia, Dendrophyllia e Madrepora. Nella classificazione paleontologica i Madreporari vengono suddivisi nei sottordini degli Esacoralli e dei Teracoralli, questi ultimi vissuti esclusivamente nell'era paleozoica. Questa classificazione è basata sul modo di inserzione degli elementi radiali (i setti) che nei Tetracoralli appaiono sempre in gruppi di 4 e negli altri in gruppi di 6. Gli Esacoralli hanno fatto la loro comparsa nel Trias e si sono poi diffusi in tutte le latitudini, presentando periodi di grande sviluppo e di decadimento. I Madreporari rivestono notevole importanza in paleontologia, poiché i loro scheletri, circondati e rinforzati anche dalla presenza di alghe calcaree, finiscono per compattarsi e dare origine a rocce. Molte montagne, tra cui le Dolomiti, sono fatte da rocce di questo tipo, che poi si sono innalzate per migliaia di metri da processi orogenetici.

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