Maksimov, Vladimir Emeljanovič

scrittore russo (Leningrado, ora San Pietroburgo, 1932-Parigi, 1995). Tra i più noti dissidenti sovietici Maksimov (vero nome Samsonov) si fece apprezzare dal pubblico e dalla critica con il romanzo L’uomo è vivo (1962). Fece parte della rivista letteraria Oktiabr, che lasciò nel 1968 in segno di protesta contro l'invasione sovietica in Cecoslovacchia. Espulso dall'Unione degli scrittori nel 1973 per la pubblicazione all'estero di opere come I sette giorni della creazione e Addio da nessun luogo fu costretto al definitivo esilio in Francia. Nel 1974 fondò a Parigi la rivista letteraria russa Kontinent, tradotta in diverse lingue, a cui collaborarono tra gli altri Solzenicyn, Sacharov e Đilas. Privato nel 1975 della nazionalità a causa delle sue critiche al regime sovietico, continuò a condurre un'attività letteraria estremamente attiva e vivace. Nel 1990, dopo aver riacquistato la cittadinanza russa, trasferì a Mosca la redazione di Kontinent. Il suo ultimo lavoro è stato Nomade fino alla fine (1995).

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