Marte (mitologia)

Indice

Lessico

(latino Mars Martis). Nome del dio omonimo, Marte è entrato nel linguaggio comune, con significati estens. e fig., a indicare guerra, combattimento: incerto, sicuro Marte, esito certo o incerto di una battaglia; campo di Marte, vedi Campo Marzio; giochi, esercizi di Marte, esercizi militari.

Religione: il culto romano

Dio comune a molti popoli italici (Latini, Sanniti, ecc.; i Mamertini prendevano nome da lui), Marte era, come sembra, il dio che tutelava una comunità, garantendone la definizione nei confronti delle altre comunità; ora, avvenendo per lo più il confronto nei termini di una guerra, Marte poteva apparire come un “dio della guerra”, e come tale fu presto identificato con il greco Ares. In Roma Marte, a cui si attribuiva la paternità di Romolo il fondatore della città, era una divinità di sommo prestigio. Componeva, insieme a Giove e a Quirino, un'arcaica triade che garantiva e rappresentava, sul piano divino, l'intero Stato romano. Aveva al suo servizio uno dei tre flamini maggiori, il flamine marziale. Il primo mese del calendario arcaico, marzo, prendeva nome da lui e a lui ne erano dedicate le feste principali (Equiria del 14, Quinquatria del 19, Tubilustrium del 23). Altro mese in qualche modo connesso con Marte era ottobre, come indicano due riti che vi avevano luogo: uno il giorno 11 (festa detta Meditrinalia) e uno il giorno 15 (sacrificio del “Cavallo Ottobre”, Equus October). Nei Meditrinalia aveva luogo una degustazione rituale del vino nuovo da parte del flamine marziale. Il sacrificio del “Cavallo Ottobre” si svolgeva nel Campo Marzio, ossia nell'area che prendeva nome da Marte. Uno dei templi più importanti di Marte era quello che sorgeva fuori Porta Capena, sulla via Appia. Risaliva al sec. IV a. C. In quest'area sacra si decideva, per tradizione, la guerra e si decretavano i trionfi ai generali vittoriosi. Da lì partivano i governatori delle province per le sedi loro destinate.

Iconografia

È incerto se i numerosi bronzetti italici ed etruschi raffiguranti guerrieri armati possano identificarsi con Marte. Sicura è invece l'identificazione del Marte di Todi (Museo Vaticano), statua bronzea di officina umbra probabilmente del sec. V a. C., dove il dio è rappresentato con corazza, elmo e lancia. La testa galeata e barbuta di Marte compare su monete romano-campane del sec. III a. C. Oltre che nell'atto di avanzare (Mars gradivus), Marte è raffigurato in posizione di riposo, appoggiato alla lancia e allo scudo come nel rilievo dell'ara di Domizio Enobarbo e nelle rappresentazioni di Marte Ultore. Armato e barbuto, Marte ritorna spesso in rilievi di monumenti onorari di età imperiale.

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