Mauriac, François

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romanziere francese (Bordeaux 1885-Parigi 1970). Nato da una famiglia di proprietari terrieri e di commercianti, rimase presto orfano di padre. La madre, cattolica fervente quanto il padre era ateo, lo educò, con gli altri tre figli, nell'osservanza di una religione intesa come altissimo impegno morale. Studiò in istituti religiosi e rievocò la sua infanzia e la sua adolescenza in La robe prétexte (1914). Nel 1906 si trasferì a Parigi, dove si affermò ai concorsi dell'École des Chartes, rinunciando però ben presto all'idea dell'impiego statale per dedicarsi subito alle lettere. Al suo primo libro di versi, Les mains jointes (1909), M. Barrès dedicò un breve saggio entusiastico. Un anno dopo Mauriac pubblicò una nuova raccolta poetica, L'adieu à l'adolescence, e con André Lafon cominciò a preparare la rivista Les Cahiers, che uscì nel 1912. Nel 1920 apparve il suo primo romanzo d'impegno, La chair et le sang, in cui viene rivelata una visione drammatica della vita, in precisa relazione al rigorismo del suo cattolicesimo giansenista. Il mondo della sua infanzia, dominata dalla severità di una madre che fece dei principi morali la ragione di essere, lo condizionò per sempre e per tutta la vita lottò con lucidità e penetrazione straordinarie in favore di un cristianesimo innovatore delle coscienze. Diede il suo primo capolavoro con Le baiser au lépreux (1922; Il bacio al lebbroso), ispirato a un'acuta e dolorosa comprensione della realtà. Riconfermò il vigore della sua arte in Le désert de l'amour (1925) e soprattutto in Thérèse Desqueyroux (1927) e in Le Nœud de vipères (1932; Il Groviglio di vipere), violento e sanguigno il primo, teneramente straziante il secondo. In entrambi è esaltata la concezione dello scrittore che solo Dio può nel suo rigore comprendere e giudicare il bene e il male poiché gli uomini, anche in una stessa famiglia, non fanno che odiarsi, se manca loro il legame col divino. Autore fecondo, pubblicò altre raccolte di poesie, libri di studio e di ricerca: La rencontre avec Pascal (1926), La vie de Jean Racine (1928), Dieu et Mammon (1929), Vie de Jésus (1936). Conseguenza della sua posizione morale fu l'atteggiamento assunto contro le dottrine fasciste e naziste e contro Franco, che lo fece schierare, con gli amici cattolici Maritain e Bernanos, dalla parte dei repubblicani. Giornalista nato, pur senza trascurare l'attività narrativa (che andò arricchendosi di nuovi interessanti romanzi: La fin de la nuit, 1935, continuazione di Thérèse Desqueyroux; Les chemins de la mer, 1938; La phariesienne, 1941; Le Sagouin, 1951; Galigai, 1952; L'agneau, 1954), Mauriac scrisse su diversi periodici: importante fra tutti la collaborazione a Temps Présents. Durante la Resistenza diede vita al Cahier noir, su cui firmò col nome di Forez. Dopo la Liberazione apparve una sua rubrica fissa sul Figaro, molto seguita e spesso discussa. Sostenitore di De Gaulle, ne appoggiò le tesi per la restaurazione dello Stato e fu solidale con i movimenti d'indipendenza dei popoli d'oltremare in relazione a un ideale politico ispirato al cristianesimo e alla fraternità. Nel 1952 gli venne assegnato il premio Nobel.

Bibliografia

J. de Fabrègues, Mauriac, Parigi, 1971; M. Suffran, François Mauriac, Parigi, 1972; J. Touzot, Mauriac avant Mauriac, 1913-1922, Parigi, 1977; J. Lacouture, François Mauriac, Parigi, 1990; A. Monselesan, Aspetti psicologici dell'adolescenza in Mauriac, Trieste, 1990.

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