Merleau-Ponty, Maurice

filosofo francese (Rochefort-sur-Mer 1908-Parigi 1961). Fu professore all'Università di Lione, alla Sorbona, all'École Normale e al Collège de France. Aderì al movimento di liberazione nazionale durante l'occupazione nazista. Nelle sue opere principali (Phénoménologie de la perception, 1945; Humanisme et terreur. Essai sur le problème communiste, 1947; Sens et nonsens, 1948; Le visible et l'invisible, incompiuta, postuma 1964) l'autore tenta un approccio con i temi più dibattuti del panorama culturale contemporaneo: esistenzialismo, psicologia dell'inconscio, scienze sociali, fenomenologia, marxismo, sulla base del razionalismo cartesiano, opponendo a essi una teoria della conoscenza che vorrebbe fondare i diversi discorsi (quello scientifico, storico, filosofico e artistico) sull'originaria unità di essere e pensiero, cioè sull'unità di esistenza e di elaborazione concettuale: il mondo esiste indipendentemente dall'uomo – dice Merleau-Ponty – ma è l'uomo che con un atto di coscienza dà senso al mondo. Ciò che realizza il rapporto di uomo e mondo è il “corpo” (in quanto soggetto e organo della percezione); è nella percezione (husserlianamente intesa) che il mondo si istituisce e sussiste e si trasforma in un sistema di categorie reso possibile dalla preliminare fede nel mondo stesso. Su queste basi Merleau-Ponty fonda una forma di “neo-umanesimo” che propone a partire da Freud la reintegrazione della sessualità, e, a partire da Marx, la reintegrazione dei bisogni economici.

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