Miró, Gabriel

narratore spagnolo (Alicante 1879-Madrid 1930). Nato in un luminoso paesaggio (evocato cromaticamente in quasi tutte le sue opere), studiò nel collegio dei gesuiti a Orihuela, poi alle università di Valencia e di Granada, dove si laureò in legge (1900). Sentì profondamente l'influsso degli scrittori della Generazione del '98 e portò nella prosa narrativa i loro stessi raffinati gusti artistici, la loro sete di perfezione, il ritmo quasi musicale, la tecnica impressionistica della suggestione e dell'evocazione; anche la staticità, l'abulia, il pessimismo dei suoi personaggi derivano da tali scrittori (soprattutto da Azorín). I libri di Miró sono romanzi e racconti, ma in essi gli elementi lirico-descrittivi prevalgono decisamente su quelli strettamente narrativi, e l'evocazione, il ricordo inteso al modo proustiano, sostituiscono l'intreccio e l'analisi della psicologia del personaggio tipici della narrativa dell'Ottocento. Ciò vale soprattutto per le sue opere migliori: Las cerezas del cementerio (1910; Le ciliegie del cimitero), Las figuras de la pasión del Señor (1916), l'autobiografico El libro de Sigüenza (1917), El humo dormido (1919; Il fumo addormentato), Nuestro padre San Daniel (1921) e la continuazione, El obispo leproso (1926; Il vescovo lebbroso), Años y leguas (1928; Anni e leghe).

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