Mishima, Yukio

pseudonimo dello scrittore giapponese Kimitake Hiroaka (Tōkyō 1925-1970). Conservatore a oltranza, fondatore del gruppo paramilitareTate no Kai (Società dello scudo) erede dell'antica etica dei samurai, Mishima si uccise con un clamoroso harakiri per protesta contro la patria che ai valori dell'antica cultura nipponica andava sostituendo quelli di derivazione occidentale. Ma la ragione più profonda del suo suicidio è forse da ricercarsi in quel vagheggiamento della morte come realtà assoluta, del suicidio come scelta di coraggio, che è una costante della sua opera. I suoi romanzi affrontano le problematiche dell'uomo contemporaneo, con uno scavo psicologico dei personaggi che ne mette a nudo le passioni più torbide. Fra i titoli noti anche in Italia si segnalano: Hanazakari no mori (1941; La foresta in fiore), Kamen no kokuhaku (1949; Confessioni di una maschera), Kinjiki (1953; Colori proibiti), Shiosai (1954; La voce delle onde), Kindai nōgakushū (1956; Cinque moderni), Kinkakuji (1959; Il padiglione d'oro), Utage no ato (1960; Dopo il banchetto), Gōgo no eikō (1963; Il sapore della gloria), Haru no yuki (1968; Neve di primavera), Honba (1969; Cavalli in fuga), Tennin no gosui (postumo 1971; Lo specchio degli inganni), Akatsuki no tera (postumo 1976; Il tempio dell'alba).

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