Monroe, James

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uomo politico statunitense (Monroe's Creek, Westmoreland County, 1758-New York 1831). Nel 1776 interruppe gli studi per partecipare alla guerra d'indipendenza, durante la quale prese parte a diverse battaglie, con rango di ufficiale. Nel 1780 iniziò lo studio del diritto sotto la guida di Jefferson, allora governatore della Virginia, legandosi a lui con un'intima simpatia che doveva avere influenza decisiva sulla sua carriera. Membro del Parlamento della Virginia nel 1782, fu poi, dal 1783 al 1786, membro del Congresso continentale. Non partecipò alla Convenzione costituzionale del 1787 e quindi si oppose alla nuova Costituzione, ritenendo che essa violasse i diritti degli Stati. Ratificata tuttavia la Costituzione anche dalla Virginia, fu eletto senatore (1790-94) e si schierò tra gli avversari dei federalisti. Nel 1794 il presidente Washington lo inviò come ministro in Francia. Richiamato in patria dopo due anni per dissidi con il governo (il suo entusiasmo per la Francia repubblicana sembrava eccessivo), fu governatore della Virginia (1799-1800) e tornò di nuovo sulla scena nazionale con l'ascesa di Jefferson alla presidenza. Inviato straordinario in Francia nel 1803, contribuì all'acquisto della Louisiana e fu poi inviato a Londra come ministro (1803-07). Col presidente Madison fu segretario di Stato dal 1811 al 1817, dirigendo così la politica estera americana nei difficili anni che videro anche la guerra anglo-americana (1812-14). Infine, come ultimo esponente della “dinastia virginiana”, fu eletto presidente degli USA nel 1816 e rieletto, con un solo voto contrario nel collegio elettorale, nel 1820. Durante le presidenze di Monroe (1817-25) gli USA vissero la cosiddetta “era dei buoni sentimenti”, anche se, sotto la superficie, si venivano preparando profondi rivolgimenti. Gli avvenimenti principali furono il “Compromesso del Missouri” e l'enunciazione della “dottrina di Monroe”. Uscito di carica con la fama, meritata, di abile amministratore, Monroe si ritirò a vita privata.

Principio fondamentale della politica estera americana, enunciato per primo dal presidente Monroe in un messaggio al Congresso del 2 dicembre 1823. Ispirata, nelle linee direttive e nella formulazione, dal segretario di Stato J. Q. Adams, la dottrina di Monroe stabiliva la posizione degli USA riguardo al temuto intervento della Francia e della Spagna per bloccare il processo d'indipendenza in corso nell'America Latina e rispondeva pure al tentativo della Russia di spingersi a sud, dal proprio possesso dell'Alaska. Secondo la dottrina di Monroe, gli USA avrebbero continuato a non immischiarsi negli affari europei, ma non avrebbero tollerato in futuro interventi delle potenze europee contro la sovranità degli Stati americani e tanto meno lo stabilimento di nuove colonie. Mera dichiarazione generale d'intenti, all'origine, la dottrina di Monroe cominciò ad avere applicazione pratica nella seconda metà dell'Ottocento, quando gli USA la invocarono esplicitamente contro l'intervento della Francia a sostegno di Massimiliano del Messico (1864-67) e poi per appoggiare il Venezuela nella disputa confinaria con la Gran Bretagna (1895). Alla svolta del secolo, con la guerra ispano-americana, l'indipendenza di Cuba soggetta a pesante ipoteca a favore degli USA, il distacco di Panamá dalla Colombia e poi l'apertura del canale, quindi i numerosi interventi armati degli USA nel Messico e in altre repubbliche centramericane e caribiche, la dottrina di Monroe venne assumendo un significato attivistico, quasi un'affermazione della supremazia degli USA sull'America Latina, considerata appunto una zona di influenza esclusiva degli USA stessi. Anche se la “politica di buon vicinato” di F. D. Roosevelt attenuò questa pretesa di Washington, tuttavia, come dimostrano i numerosi casi di ingerenza e anche di invasione diretta succedutisi nel secondo dopoguerra, gli USA hanno continuato a guardare all'America Latina e particolarmente all'America Centrale, come a una sorta di “cortile di casa”.

D. Perkins, Storia della dottrina di Monroe, Bologna, 1960; J. S. Poetker, The Monroe Doctrine, Columbus, 1967; F. Allen, James Monroe: a Biography, New York, 1987.

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