comune in provincia di Avellino (40 km), 560 m s.m., 83,32 km², 7770 ab. (montellesi), patrono: san Rocco (16 settembre).

Generalità

Centro della valle del fiume Calore, posto ai piedi del versante settentrionale dei monti Picentini, nel cui parco regionale è in parte compreso.

Storia

Antico borgo fortificato degli Irpini, ebbe notevole importanza strategico-militare. Fu municipio romano e poi sede di gastaldato longobardo; nel 1161 ne furono titolari i conti di Acerra e nel 1269 i principi di Taranto; ebbe poi numerosi feudatari, vivendo un periodo di prosperità con i Cavaniglia. Fu danneggiato dal terremoto del 1980.

Arte

La collegiata di Santa Maria del Piano ha nel portale maggiore pregevoli imposte lignee del sec. XVI; la chiesa di San Benedetto (1772) presenta il soffitto decorato con stucchi e affreschi. In località Fontana la chiesa di Santa Maria della Libera conserva un grande affresco absidale del sec. XVII (Assunzione di Maria), mentre l'oratorio dell'Annunciata (1727) custodisce un dipinto cinquecentesco (San Leonardo) di scuola napoletana.

Economia

Montella svolge importanti funzioni terziarie al servizio di una vasta area. Tra i prodotti di un suolo assai fertile vi sono soprattutto le castagne (IGP, cui è dedicata una sagra in ottobre), i tartufi neri, le fragoline di bosco, l'uva, le barbabietole da zucchero, le patate e i cereali; sono praticati l'allevamento bovino, bufalino e avicolo, il florovivaismo e l'apicoltura (miele). L'industria opera nei settori caseario, dolciario (torroni e uova di cioccolato), dei materiali da costruzione (sabbia e calce) e della lavorazione del marmo. Sviluppato l'artigianato del legno, del ferro e del vetro.

Dintorni

A W del paese, in posizione elevata, sorge il convento del Monte o di Santa Maria della Neve, con un prezioso dipinto (Madonna) del sec. XIII e, nel chiostro, affreschi secenteschi. Attraverso il giardino si sale al castello, di cui restano il mastio e la cinta muraria esterna. A NE si trovano la chiesa di San Francesco a Folloni, fondata secondo la tradizione dal santo d'Assisi (1222) e in parte rifatta nei sec. XVI-XVIII, e l'annesso convento, sede del Museo di San Francesco, che conserva opere provenienti anche dalle chiese dei paesi vicini.

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