Moore, George

scrittore inglese (Moore Hall, Mayo, Irlanda, 1852-Londra 1933). Soggiornò a lungo a Parigi e, venuto a contatto con il mondo letterario e artistico francese, scoprì la sua vocazione letteraria. Esordì con alcune poesie di stampo baudelairiano, riunite in due raccolte, Flowers of Passion (1878; Fiori della passione) e Pagan Poems (1881; Poemi pagani). Trasferitosi a Londra, collaborò a giornali e riviste come critico d'arte, scrivendo contemporaneamente alcuni romanzi ispirati al naturalismo francese: A Modern Lover (1883; Un amante moderno), A Mummer's Wife (1884; La moglie di un guitto), Esther Waters (1894), considerato il suo capolavoro, mentre altri risentono degli influssi del decadentismo e dell'estetismo: A Mere Accident (1887; Un semplice incidente), Evelyn Innes (1898), Sister Teresa (1901). Dopo un soggiorno in Irlanda (1901-10), dove conobbe Yeats e altri esponenti del rinascimento celtico, questo eclettico scrittore trovò nuove forme di ispirazione nelle vicende bibliche: The Brook Kerith (1916; Il torrente Kerith); nel Medioevo: Héloïse and Abelard (1921; Abelardo ed Eloisa); nelle vicende autobiografiche: Confession of a Young Man (1888; Confessioni di un giovane inglese), Memoirs of My Dead Life (1906; Memorie della mia vita insignificante), Hail and Farewell, una trilogia (1911-12-14; Salve e addio). Moore è autore anche di opere teatrali: The Coming of Gabrielle (1920; L'arrivo di Gabriella), The Making of an Immortal (1928; Come si fabbrica un immortale).

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