Moviménto e istituziòne

opera di Francesco Alberoni pubblicata nel 1970. In questo libro il sociologo italiano si occupa del rapporto tra istituzioni e movimenti collettivi, partendo dalle modalità di formazione dei movimenti e analizzando poi il loro strutturarsi come progetto alternativo alle forze storiche presenti. Il filone di pensiero entro cui si situa quest'opera è lo strutturalismo: Alberoni fa dunque i conti con Marx, Weber, Levi-Strauss, Lacan, inserendosi nel dibattito con un punto di vista personale. Egli parte dalla constatazione dell'esistenza di due classi di manifestazioni sociali ben diverse: da una parte, la forza nuova dello “stato nascente”, del movimento con il suo entusiasmo creatore; dall'altra l'istituzione, la realtà codificata. Questi due “stati del sociale” appartengono non solo all'esperienza politica, ma anche a quella religiosa o affettiva. Addirittura nella vita di tutti i giorni ci sono periodi di forte intensità che si rapportano in modo del tutto particolare alla sfera della quotidianità. Queste relazioni storicamente appaiono come caratteristiche di un periodo, ciascuna unica e irripetibile. Eppure, secondo Alberoni, è possibile trovare una “struttura” di base che poi si presta a esprimere le diverse esperienze storiche concrete. Il libro si propone quindi di individuare e studiare queste strutture, riconoscendole negli accadimenti di un passato anche non troppo lontano: dalle esperienze hippy al femminismo, dal Sessantotto studentesco al movimento sindacale, ricostruendo la storia dal punto di vista del “movimento” creativo e alternativo che, attraverso una progettualità sempre più definita, finisce per costituirsi come nuova “istituzione”.

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