Notarchirico

stazione preistorica situata a pochi km da Venosa (provincia di Potenza), scoperta nel 1979. Gli scavi sono stati condotti dal 1980 al 1985 in collaborazione con l'Istituto Italiano di Paleontologia Umana e successivamente proseguiti dalla Soprintendenza Speciale al Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “L. Pigorini”, sotto la direzione di M. Piperno. Vi è stata messa in luce una sequenza di livelli del Paleolitico inferiore, dei quali sono stati esplorati, dall'alto: Alfa, A, B, C, D, E, E1, F, F1, G, G1 e H. L'industria litica è caratterizzata da manufatti su ciottolo (choppers, chopping_tools, grattatoi spessi e rabots, poliedri, ecc.), per lo più in calcare, e da manufatti su scheggia, prevalentemente in selce, e più raramente in calcare (raschiatoi di vari tipi, ma soprattutto denticolati, e intaccature). La tecnica Levallois è sconosciuta. In alcuni livelli (B, D, F, F1), sono presenti anche bifacciali spessi, sovente asimmetrici e scarsamente provvisti di ritocchi secondari, ricavati per lo più su quarzite e selce, seguite dal calcare. Una diafisi femorale di un individuo femminile, attribuita a Homo erectus, è stata rinvenuta nel 1985 sul livello Alfa. L'associazione faunistica della serie di Notarchirico è caratterizzata dalla predominanza di Elephas antiquus, seguito da cervidi, bue primigenio, bisonte, scarsi resti di rinoceronte, lepre, tartaruga e qualche uccello. I micromammiferi, in particolare quelli del livello E1 finora studiati in maggior dettaglio, indicano un clima leggermente più fresco dell'attuale; lo studio dei pollini dei livelli A-C suggerisce un ambiente aperto a prateria con basse presenze di arboree del tipo pino, abete bianco, leccio, querce caducifoglie, frassino e nocciolo. Particolarmente significativa è la presenza, al di sopra del livello B, di un cranio intero di Elephas antiquus con le zanne ancora in connessione anatomica e la mandibola dislocata in prossimità dell'estremità della zanna destra, in stretta associazione con qualche decina di manufatti litici probabilmente impiegati per l'utilizzazione di parti di questa carcassa. Sono attualmente disponibili alcune datazioni assolute. Il livello Alfa è datato a 500.000 anni col metodo dell''epimerizzazione dell'isoleucina; il femore umano è datato a 359.000+154.000/-97.000 anni col metodo del disequilibrio dell'uranio; le sabbie vulcaniche che ricoprono il livello Alfa hanno un'età di ca. 260.000±40.000 anni col metodo della termoluminescenza, mentre un livello di sabbie grossolane piroclastiche tra il livello E1 e il sottostante livello F avrebbe un'età di ca. 753.000±60.000 anni. L'intera serie è stata conservata in situ e protetta da una struttura che ne permette la visita per una superficie di ca. 500 m², nell'ambito di un progetto di creazione di un parco preistorico del bacino di Venosa, promosso dalla Soprintendenza Speciale, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per la Basilicata e con il Comune di Venosa.

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