Nyírö, József

narratore ungherese (Székelyzsombor 1889-Spagna 1953). Nativo della Transilvania, espresse nei suoi scritti il travaglio d'un popolo che in conseguenza della I guerra mondiale perdette il predominio politico e si vide declassato a minoranza. Esordì nel 1924 col volume di novelle L'uomo che scolpisce Gesù. Coltivò il romanzo storico (Il bisonte di Sibò, 1929; La rotta di Mádéfalva, 1939) e il genere autobiografico (Nel giogo di Dio, 1930; Il mio popolo, 1935). Il suo Uz Bence (1933) è, insieme all'Abele del Tamási, l'espressione letteraria più riuscita del popolano astuto della Transilvania. Il capolavoro di Nyírö è la raccolta di novelle Kopjafák (termine con cui vengono chiamati i legni scolpiti che nei cimiteri székely sostituiscono le croci sui tumuli) in cui l'autore coglie i personaggi nel momento più intenso della loro vita, quello in cui affrontano la morte. Dai racconti del Libro dei nevai (1937) Nyírö preparò il canovaccio di uno dei più bei film ungheresi, Uomini della montagna (1942), di I. Szöts.

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