Omsk (città)

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capoluogo della provincia omonima (Russia), 69 m s.m., 1.138.800 ab. (stima 2006).

Città della Russia, 600 km a W di Novosibirsk, alla confluenza del fiume omonimo (lunghezza 1091 km; bacino 52.600 km²) nel fiume Irtyš. La posizione geografica della città, al centro di una vasta area nelle grandi pianure siberiane, ha favorito la crescita delle attività commerciali; queste a loro volta hanno indotto lo sviluppo di un apparato industriale che è andato sempre più ingrandendosi, grazie anche alla scoperta dei giacimenti petroliferi di Tujmazy e Neftejugansk, ai quali Omsk è collegata tramite oleodotti. Oltre al petrolchimico, i settori di maggiore importanza sono quelli meccanici, tessili, alimentari, della gomma e del cuoio. Nodo stradale e ferroviario e attivo porto fluviale, la città ha conservato nella parte storica solo poche tracce dell'impianto urbanistico settecentesco; il forte attorno al quale si andò aggregando il primo nucleo urbano è stato distrutto, ma l'area su cui sorse costituisce ancora il centro della vita cittadina. È dotata di aeroporto. § Fondata nel 1716 allo scopo di costituire un baluardo contro le invasioni dei popoli nomadi delle steppe, andò a mano a mano sviluppandosi come centro amministrativo e commerciale della Siberia occidentale. Sede del governo socialista provvisorio nel 1918, cadde poi in mano alle forze controrivoluzionarie dell'ammiraglio Kolcak che si autonominò “reggente supremo” (vedi rivoluzione). Negli ultimi mesi del 1919 la città subì la pressione dei Sovietici che alla fine scacciarono l'ammiraglio.

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