Ottièri, Ottièro

scrittore italiano (Roma 1924-Milano 2002). Di professione sociologo, dopo Le memorie dell'incoscienza (1954), d'impianto neorealistico, individuò il genere a lui più congeniale nel “romanzo industriale”: in Tempi stretti (1957) descrisse la situazione della fabbrica dall'automazione al lavoro parcellare; in Donnarumma all'assalto (1959) affrontò il problema della prima industrializzazione nel Sud, mentre nel diario La linea gotica (1962) sostenne la tesi della divisione psicologica e sociale dell'Italia. Alle opere in cui ha indagato l'universo morboso e malato della nevrosi (L'impagliatore di sedie, 1964; L'irrealtà quotidiana, 1966; I divini mondani, 1969; Il pensiero perverso, 1971; Campo di concentrazione, 1972; Contessa, 1975) si aggiungono il “romanzo in versi” La corda corta (1978) e la raccolta di dialoghi Di chi è la colpa (1979). Sono poi usciti i romanzi I due amori (1983), Il divertimento (1984), Improvvisa la vita (1987), Vi amo (1988) e le opere in versi L'infermiera di Pisa (1991), Il palazzo e il pazzo (1993) e il Diario del seduttore passivo (1994). La sua opera poetica è raccolta in Tutte le poesie (1986). Nel 1997 ha pubblicato la raccolta di aforismi De Morte. Successivamente in Cery (1999) ha narrato la vicenda autobiografica di un soggiorno in una clinica psichiatrica, caratterizzato da discussioni con i medici e da pulsioni erotiche irresistibili nei riguardi di alcune pazienti. Sempre dedicato al tema della nevrosi e di carattere autobiografico è Una irata sensazione di peggioramento (2002), con protagonista uno scrittore alcolista dalla tendenza a vivere la libido sul piano di un'immaginazione di tipo infantile.

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