PAIGC

sigla del Partido Africano da Independência da Guiné e do Cabo Verde. Fondato nel 1956 da A. Cabral come movimento capace di organizzare la lotta insurrezionale contro il potere coloniale del Portogallo nei territori della Guinea e nelle vicine isole di Capo Verde, ebbe dapprima una struttura e un raggio d'azione essenzialmente urbani. Trasferì, poi, il centro della lotta nelle campagne, tra le popolazioni contadine, dando inizio nel 1963 a un'attività di guerriglia su vasta scala, che nel giro di dieci anni consentì al movimento di controllare la quasi totalità del territorio. Riconosciuto dall'ONU nell'aprile 1972 come l'autentico rappresentante del popolo guineano, il PAIGC, ormai in procinto di dichiarare l'avvenuta liberazione totale del Paese, si trovò improvvisamente privato del suo capo prestigioso, assassinato all'inizio del 1973. Comunque, la fine del potere dittatoriale in Portogallo consentì un anno dopo di raggiungere l'agognata indipendenza, permettendo al PAIGC, guidato da A. Pereira, antico braccio destro di Cabral, di negoziare le clausole col nuovo governo democratico di Lisbona. Nel 1980 un colpo di Stato rovesciava il governo, ma il PAIGC rimaneva il partito unico della Guinea-Bissau mentre l'autore del golpe, J. B. Vieira, ne diveniva segretario e capo dello stato e del governo. Nel 1991 Vieria, ancora al potere, decretava l'introduzione del multipartitismo. Nelle prime elezioni democratiche del 1994 (luglio-agosto) il PAIGC confermava la sua egemonia e Vieira era rieletto presidente della Guinea-Bissau. Un colpo di stato nel 1999-2000 ha però messo fine alla dominazione del PAIGC e Vieira si è rifugiato in Gambia.

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