Palma, Ricardo

scrittore peruviano (Lima 1833-1919). Tra i più significativi narratori ispanoamericani dell'Ottocento, è il maggior poeta del romanticismo peruviano. Liberale, per la sua attività politica dovette riparare in Cile. Tornò in patria nel 1876, dopo aver viaggiato anche per l'Europa, e si dedicò interamente alle lettere. Dal 1889 al 1912 diresse la Biblioteca Nazionale di Lima. La fama di Palma è soprattutto affidata ai numerosi volumi delle Tradiciones peruanas, iniziate nel 1852 ma pubblicate soltanto a cominciare dal 1872, che costituiscono un genere nuovo, invano imitato da molti. Le Tradiciones sono lunghi racconti, scritti in uno stile saporoso e colorito che si riallaccia alla tradizione satirica spagnola, in cui Palma rievoca con nostalgia e nel contempo con ironia il passato del suo Paese (specie la Lima del sec. XVIII, frivola e galante), alternando volutamente storia e leggenda, verità e invenzione, e utilizzando anche satire, aneddoti, pasquinate popolari, scene di costume. Nelle Tradiciones rivivono tutta una società con i suoi chiaroscuri e centinaia di personaggi di ogni genere: boriosi viceré spagnoli, ecclesiastici prepotenti e astuti, attrici famose, servi imbroglioni, santoni popolari, ecc. sfilano davanti al popolino di Lima, ignorante e superstizioso, ma anche pronto alla beffa e alla satira, alla rivolta e alla vendetta. All'attività creativa di Palma si devono anche La bohemia de mi tiempo (1863), interessante per la conoscenza della generazione romantica peruviana, e libri di versi, composti per lo più alla maniera di Zorrilla, anche se venati talvolta di scetticismo e di ironia: Armonías (1865), Pasionarias (1870), Verbos y gerundios (1877), Traducciones (1887).

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