Pantellerìa

Indice

comune del Libero consorzio Comunale di Trapani (143 km), 5 m s.m., 83,01 km², 7391 ab. (panteschi), patrono: san Fortunato (16 ottobre).

Generalità

Centro situato sulla costa settentrionale dell'isola omonima, sul versante nordoccidentale del monte Sant'Elmo; "Per la cartina geografica vedi il lemma del 14° volume." "Per la carta fisica vedi a pagina 415 del XVI volume." il territorio comunale comprende l'intera isola di origine vulcanica, caratterizzata da crateri e depressioni naturali, spesso coltivati e recintati.

Storia

Abitata già nel Neolitico, l'isola fu colonizzata dai Fenici e poi dai Greci (che vi fondarono la città di Cossyra), divenendo un fiorente porto. Passò quindi ai Cartaginesi, per i quali fu importante scalo tra l'Africa e la Sicilia, e poi ai Romani (255 a. C.), che la ebbero definitivamente nel 217 a. C. Ripopolata dai Bizantini e poi nel sec. VIII dagli Arabi (della cui dominazione resta traccia nella toponomastica delle frazioni di Khamma, Rekhale e Buccuram), nel 1123 fu occupata da Ruggero II di Sicilia e con la Pace di Caltabellotta (1302) passò a Federico di Aragona da cui fu donata alla moglie Eleonora nel 1306. Successivamente concessa da Martino I a Bernardo di S. Lazzaro (1394), divenne possesso di vari signori e infine della casa dei Requesenz (1492). Nel sec. XVI subì le devastazioni dei corsari e poi dei Turchi. Durante la seconda guerra mondiale, per la sua posizione strategica nel canale di Sicilia, venne fortificata e fu presa dagli Alleati, dopo lunghi e intensi bombardamenti, l'11 giugno 1943.

Arte

Nell'abitato, pressoché interamente ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, a dominio del pittoresco porto, si trova il castello in pietra lavica detto “Barbacane”, di origini normanne. Sparsi per tutta l'isola, spesso raggruppati in piccoli nuclei, sono i cosiddetti “dammusi”, abitazioni costruite con spessi muri in pietra e coperte da tetti a cupola per favorire la raccolta dell'acqua piovana.

Economia

La fertilità del terreno lavico di cui è costituita l'isola ha favorito l'agricoltura e in particolare la viticoltura specializzata (uva zibibbo), che alimenta l'industria enologica (soprattutto passito di Pantelleria DOC e spumante Solimano); un'altra coltivazione pregiata è quella dei capperi e dei fichi. Sono sviluppati, inoltre, l'allevamento di ovini e asini e la pesca. Lo splendido paesaggio, quasi incontaminato, le coste frastagliate e le isolate cale, le acque termali e le manifestazioni vulcaniche, nonché le buone strutture ricettive e ricreative, attirano un consistente flusso turistico, favorito dai collegamenti marini e aerei con la Sicilia.

Dintorni

Poco a SW di Pantelleria, nella zona detta delle “Cimele”, sono i resti dell'abitato preistorico di Mursia, con basamenti di capanne e poderose mura ciclopiche. Nei dintorni sono i cosiddetti “sesi”, monumenti funerari megalitici a terrazze affini ai nuraghi sardi, di cui il più monumentale, il cosiddetto “sese grande” o “del Re”, misura dieci metri di altezza e venti di diametro; al suo interno sono ricavate tredici gallerie collegate con le camere sepolcrali, di cui la più profonda misura sette metri. Sui colli San Marco e Santa Teresa sono resti di fortificazioni probabilmente collegabili all'antica città greca di Cossyra.

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