(Paris). Capoluogo del dipartimento omonimo (105 km², 2.273.305 ab., stima 2004, 21.651 ab./km²), e della regione Île-de-France; capitale della Francia, 37 m s.m., (2.249.975 ab., 2011), 12.223.100 ab. (2010) l'agglomerato urbano.

Generalità

La Parigi vera e propria, coestensiva dell'omonimo dipartimento, occupa il cuore dell'Île-de-France ed è quasi al centro del Bacino Parigino, sulla Senna, alla confluenza di altre importanti vie d'acqua quali la Marna e l'Oise; è divisa amministrativamente in 20 circondari (arrondissements) contrassegnati con numeri progressivi dati in base alla loro posizione topografica rispetto al Louvre (I arrondissement) e secondo una spirale che si sviluppa per ca. due volte e mezzo intorno al centro in senso orario. Costruita originariamente intorno a un'ansa della Senna, si distingue ancor oggi in una sponda destra (Rive droite), a N, molto estesa e una più raccolta sponda sinistra (Rive gauche), a S. Conosciuta come la Ville Lumière, la "città delle luci", Parigi è una delle principali mete del turismo mondiale grazie alla sua straordinaria monumentalità e alla ricchezza del suo patrimonio storico-artistico. Per secoli centro politico e culturale di importanza europea, Parigi è stata per anni il punto di riferimento di uno dei più grandi imperi coloniali. Ancora oggi conserva una sua centralità mondiale ospitando molte sedi di istituzioni internazionali, tra le quali il quartier generale dell'OECD e dell'UNESCO, tra gli altri. Per importanza culturale e politica, oltre che economica e finanziaria, Parigi continua a essere uno dei rari luoghi al mondo a presentarsi con caratteristiche internazionali. Sede nel 1900 e nel 1924 delle Olimpiadi, nel 1989 Parigi è stata capitale della cultura. I palazzi della Reggia di Versailles e le rive della Senna, tra il ponte di Sully e quello di Iéna, sono censiti dall'UNESCO tra i siti Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Vi ha sede l'Istituto per gli Studi sulla Sicurezza dell'UE.

Urbanistica

In corrispondenza dell'area dell'attuale quartiere latino è rimasta traccia dell'antico impianto ortogonale delle strade che caratterizzava la città di epoca romana. Parigi fu fortificata solo al tempo delle invasioni, quando gli abitati esterni all'isola furono distrutti e la città si restrinse perciò alle sue dimensioni più antiche, intorno a tre chiese che occupavano l'area dell'attuale Notre-Dame. Caduto l'Impero, Parigi conservò la sua importanza sotto i Merovingi, che vi costruirono chiese e abbazie, fra cui Saint-Germain-des-Prés. Nel sec. XII si verificò un intenso rinnovamento con lo sviluppo del tessuto urbano su entrambe le rive della Senna, promosso particolarmente da Filippo II Augusto. Si venne così configurando una struttura urbana suddivisa in tre zone: la Ville, sulla riva destra, col settore commerciale; la Cité, sull'isola, sede dell'amministrazione e del potere religioso; l'Université, sulla riva sinistra, con le scuole e i conventi sulla collina di Sainte-Geneviève. Veniva intanto iniziata la costruzione di Notre-Dame, fu innalzato il primo nucleo del Louvre, fu eretta una cinta muraria. Lo sviluppo continuò nei secoli successivi, in particolare durante il regno di Luigi IX, cui si deve la fondazione della Sorbona, e quello di Carlo V, che, intorno al 1370, ampliò notevolmente la cerchia delle mura, prolungandola fino alla Bastiglia. Gli eventi della guerra dei Cent'anni e il frequente trasferirsi della residenza reale nei castelli della Loira rallentarono lo sviluppo della città, che riprese intenso nella seconda metà del sec. XVI. Le più importanti trasformazioni urbanistiche di questo periodo furono la costruzione di una nuova cinta di mura e la realizzazione (1578-1606) del Pont-Neuf, cui vanno aggiunte le costruzioni della Cour Carrée, delle Tuileries e della Grande Galerie congiungente quest'ultimo edificio al Louvre. La città, di aspetto ancora medievale, fu profondamente trasformata soprattutto dagli interventi dei monarchi dei sec. XVII-XVIII, subendo anche una notevole espansione per il costante aumento demografico, connesso allo stabilizzarsi del regime e alla sua accresciuta importanza politica nazionale e internazionale. Nel Seicento sorsero le prime piazze reali (al cui centro si ergeva la statua del sovrano) cinte da residenze uniformi: Place des Vosges (originariamente Place Royal) di forma quadrata; Place Dauphine, triangolare; Place des Victoires, circolare; Place Vendôme, di forma rettangolare con gli angoli smussati. Vennero anche fondati nuovi quartieri, come quello dell'Île-Saint-Louis, fino ad allora disabitata. Sotto Luigi XIV il trasferimento della corte a Versailles, la costruzione del-l'Hôtel des Invalides e la sistemazione dei giardini delle Tuileries accentuarono l'espansione urbana verso Occidente. Il Settecento vide l'ulteriore ingrandirsi della città con la ristrutturazione del Faubourg Saint-Germain, l'apertura di Place Louis XV (oggi de la Concorde), l'urbanizzazione della zona del Faubourg Saint-Honoré. Alla fine del secolo venne innalzata una nuova cinta di mura, arricchita da solenni barriere daziarie, opera di C.-N. Ledoux. Il periodo rivoluzionario e napoleonico diede impulso più alla costruzione di opere celebrative (archi del Carrousel e dell'Étoile, chiesa della Madeleine) che a grandi iniziative urbanistiche (apertura di rue de Rivoli). Nella prima metà dell'Ottocento fu costruita l'ultima cinta muraria che segnò i limiti (a tutt'oggi amministrativamente invalicati) della Ville de Paris. Ma fu con il Secondo Impero (quando Parigi toccò il milione di ab. contro i 500.000 del 1800) e con gli interventi del prefetto Haussmann, che la capitale francese assunse un aspetto moderno, grazie alla costruzione di grandi edifici pubblici, alla creazione di nuovi parchi e giardini cittadini (Tuileries, Luxembourg, Buttes-Chaumont, Monceau, Montsouris) e sistemazione di parchi periferici (Bois de Boulogne, Bois de Vincennes) e soprattutto all'apertura, mediante radicali sventramenti, dei grandi boulevards, spesso convergenti in piazze circolari: l'operazione fu dettata a un tempo da considerazioni trionfalistiche, urbanistiche e di prevenzione di tumulti popolari. Nel 1870 Parigi raggiunse quasi due milioni di ab. Da allora è venuta trasformandosi in un gigantesco agglomerato urbano, senza però che la zona centrale venisse sensibilmente alterata e conservando un aspetto largamente tardo-ottocentesco anche se non mancarono progetti che suggerivano soluzioni più radicali. Del 1960 fu, per esempio, la proposta per una “Parigi parallela”, da parte di un gruppo di architetti fra cui A. Bloc, la quale prevedeva la nascita di una nuova città a 30-50 km, separata tramite una barriera verde da Parigi, cui sarebbe stata collegata da autostrade e ferrovie, e costruita in altezza. In realtà Parigi e l'agglomerato urbano circostante si svilupparono progressivamente conformandosi a due esigenze principali: da una parte si tentò di assecondare la grande crescita demografica dell'agglomerato e dall'altra si cercò di valorizzare e accrescere il patrimonio monumentale e culturale della città stessa. Furono così realizzati nuovi assi preferenziali in direzione della periferia e di alcune grandi città di provincia (Nantes, Lione, Rennes) e le banlieux (soprattutto quelle del N come, per esempio, Asnières e Saint-Denis) passarono rapidamente e non sempre armoniosamente dalla dimensione di villaggio suburbano a quella di grandi centri densamente popolati. Nella città propriamente detta, delimitata dagli inizi degli anni Sessanta da una via a scorrimento rapido circolare (il périphérique), furono realizzati tra gli anni Settanta e Novanta grandi programmi di riqualificazione di alcuni quartieri e importanti opere architettoniche. Nella zona a E furono creati nuovi elementi strutturali, spazi pubblici e quartieri residenziali, tra i quali il Parco delle Scienze e dell'Industria e la “Città della Musica” alla Villette. In altre aree della città vennero portati a termine i progetti della grande Tour Montparnasse (E. Beaudouin, 1974), del Centre Pompidou, al Beaubourg (R. Piano e R. Rogers, 1977), della ristrutturazione della vecchia Gare d'Orsay in Museo (G. Aulenti, 1986), la riorganizzazione dell'area di Bercy che ospita il Ministero delle Finanze (Chemetov, 1982-86), l'Istituto del Mondo arabo (J. Nouvel, 1987), del Grande Louvre (I. M. Pei, 1983-88), la Grande Arche alla testa della Défense sull'asse storico Louvre-Arc de Triomphe (J. O. von Sprecklsen, 1983-88), l'Opéra Bastille (C. Ott, 1983-88), la riprogettazione dell'ex area Citroën destinata a parco e a strutture per il terziario (residenze e ospedale; P. Berger, 1992), la Maison du Cinema (F. O. Gehry, 1994), la nuova Biblioteca Nazionale (D. Perrault, 1995) e infine, ancora nel quartiere della Défense, la grande piazza coperta della Cour Défense (J.-P. Viguier, 2001) e il grattacielo della EDF (H. Cobb e I.M. Pei, 2001). I grandi progetti, parzialmente accantonati dalle pubbliche amministrazioni negli anni a cavallo del millennio, hanno come prossimo obiettivo il recupero della grande area industriale Renault di Boulogne e un nuovo Musée des Arts Premières su progetto di J. Nouvel, mentre sono ricominciati i lavori per rifare il Forum des Halles, il ventre commerciale di Parigi, completamente riedificato negli anni Ottanta (Chemetov, 1980-85) e ritenuto però a vent'anni di distanza deludente e inadeguato.

Popolazione

La region parisienne, vale a dire l 'agglomerato urbano, ha un'estensione molto vasta e, insieme a Londra e Mosca, è tra i più grandi d'Europa. Oltre a quello della Parigi vera e propria, comprende altri sei dipartimenti: Hauts-de-Seine, Seine-Saint Denis e Val de Marne costituiscono la petite couronne, vale a dire la prima cintura periferica della metropoli; Val-d'Oise, Yvelines ed Essonne compongono la grande couronne. Nella region parisienne vive una popolazione di oltre 9 milioni e mezzo di ab. (ca. un sesto dell'intera popolazione della Francia). Tra i sobborghi della petite e della grande couronne i più popolosi sono Argenteuil, Asnières-sur-Seine, Aubervilliers, Boulogne-Billancourt, Clichy, Colombes, Courbevoie, Levallois-Perret, Montreuil, Neuilly-sur-Seine, Saint-Denis, Saint-Maur-des-Fossés e Versailles. L'enorme espansione demografica e urbanistica di Parigi è avvenuta solo tra i sec. XIX e XX, allorché la popolazione della città è aumentata progressivamente al punto da far classificare la capitale della Francia ai primi posti nella graduatoria delle città più popolose del mondo. Il progressivo calo demografico, che ha caratterizzato tutta la seconda parte del sec. XX, secondo dati recenti (2004) sembra essersi arrestato: come si sta verificando anche in altre metropoli del mondo, come New York e Londra, la popolazione parigina ha ripreso a crescere. Già in epoca medievale, quando poteva essere considerata la città più grande del mondo occidentale, Parigi ha sempre costituito un polo di attrazione per stranieri. Dagli studenti che venivano a frequentare le prestigiose università ai rifugiati politici o religiosi; dai commercianti agli operai, fino ai cittadini delle ex colonie, nelle varie epoche la città si è arricchita di presenze eterogenee e oggi si presenta come una delle città più multiculturali del mondo. La composizione degli immigrati è radicalmente mutata nel corso del Novecento: se prima della seconda guerra mondiale le comunità di stranieri più folte erano quelle italiane, slave, ebraiche e, soprattutto, polacche, nel dopoguerra, dalle ex colonie francesi e dai territori d'oltremare si sono riversati a Parigi e nei suoi estesi sobborghi centinaia di arabi e africani: i primi, tra maghrebini e mediorientali, sono ca. tre milioni; ca. un milione e mezzo sono i provenienti dall'Africa nera francofona, ma anche dai territori caraibici d'oltremare. Il censimento del 1999 faceva registrare 2.169.406 persone nell'area metropolitana nate fuori dal territorio francese, ben il 19,4% del totale della popolazione della Grande Parigi.

Storia: dalle origini al regno di Luigi XIV

Su un'isoletta emergente dalla Senna (l'odierna Cité), scelta per motivi strategici in quanto sulla riva destra del fiume si stendeva allora un'ampia palude, verso la metà del sec. I a.C. venne fondata dai Galli Parisii una località che da loro prese il nome. Unito successivamente alla città chiamata Lutetia Parisiorum, fondata dai Romani sulla sinistra del fiume, il centro urbano andò sviluppandosi nei primi secoli d.C. rimanendo per molto tempo inferiore ad altri più vasti centri della Gallia, quali Lugdunum (Lione) o Narbo Martius (Narbona). Salvata dall'invasione unna a opera di Ezio nel 451, passò ai Franchi (486) dopo l'effimero regno di Siagrio e nelle spartizioni effettuate dopo la morte di Clodoveo (511) si trovò a essere al centro di qualcuno dei vari Stati che nascevano e morivano nelle lotte fratricide tra i Merovingi. Assediata dai Normanni all'epoca di Carlo il Grosso (883-886), dovette il suo imprevedibile sviluppo sia alla nomina del proprio conte, Oddone a re dei Franchi occidentali (888), sia allo sviluppo commerciale che le città del N ebbero in Fiandra, in Germania, nei Paesi baltici dopo la fine delle incursioni dei Vichinghi, donde il maggiore sviluppo della parte della città posta sulla destra della Senna. Dopo il Mille la tenace opera di sottomissione dell'intero regno svolta dai re Capetingi fece di Parigi un centro di importanza sia politica sia culturale e la fondazione della Sorbona (1257) la pose in luce in tutta l'Europa. Nacquero fiere e mercati e la città, a partire dal regno di Filippo II Augusto (1180-1223), venne fortificata con mura che i successori talora allargarono per includervi le parti che si erano andate successivamente costruendo. Durante la guerra dei Cent'anni a Parigi scoppiò la rivolta di Étienne Marcel (1356-58), espressione della stanchezza del popolo trascinato in una guerra di cui esso vedeva solo i danni; più tardi cadde sotto il dominio inglese (1420-36) e nella cattedrale di Notre-Dame, nel 1431, Enrico VI di Lancaster venne incoronato re di Francia. Ma il dominio inglese cadde ben presto, la Francia tornò libera e Parigi, agli inizi del sec. XVI, divenne la capitale nel vero senso della parola, con Francesco I: edifici moderni vennero costruiti o furono ampliati quelli esistenti e la città cominciò ad assumere quel ruolo di cuore e di cervello del Paese che non ha più abbandonato. Divenne più tardi, nella seconda metà del secolo, il centro della resistenza cattolica contro l'espansione della religione riformata e nel 1572 vi si compì la strage degli Ugonotti. Enrico III che temeva di vedersi soppiantato dai Guisa, capi della Lega Cattolica, fece assassinare il rivale (1588) provocando la rivolta della città ch'egli stava assediando e venendo a sua volta ucciso da un frate (1589). Solo dopo la conversione al cattolicesimo il suo successore, Enrico IV, poté entrare nella capitale (1594) e sottomettere l'intero regno. La città si ingrandì ulteriormente sotto Luigi XIII (1610-43) ma la situazione interna e internazionale la indussero a una nuova rivolta, la cosiddetta guerra della Fronda (1648-53), che segnò la fine della potenza politica dell'aristocrazia terriera e l'inizio dell'ascesa della borghesia di curia. Sotto Luigi XIV (1643-1715) la città ebbe uno sviluppo enorme, di cui Colbert fu uno dei principali artefici: le vecchie mura vennero smantellate e presero il loro posto i boulevards, furono aperte vaste piazze, sorsero giardini; però la città decadde politicamente perché la corte si trasferì a Versailles e ivi rimase un secolo.

Storia: dalla Rivoluzione all'età contemporanea

Nel 1789 la crisi politica del regno partì da Parigi: il 14 luglio il popolo conquistò la Bastiglia e il 6 ottobre costrinse la corte a tornare nella sua capitale. Da quel momento le vicende di Parigi divennero quelle della Francia: la caduta della monarchia, la Convenzione, il Terrore, Termidoro si irraggiarono da Parigi verso il resto del Paese travolgendo le resistenze locali (Vandea, Provenza). Col Consolato e l'Impero, Parigi, abbellita a cura di Napoleone, divenne la capitale dell'Europa continentale, ma il crollo del grande corso ebbe come contraccolpo l'occupazione straniera (1814), generalmente mite verso gli abitanti e rispettosa delle bellezze della città. La creazione d'una ceinture industriale fece sorgere problemi sociali e politici che provocarono la rivoluzione del luglio 1830 la quale abbatté i restaurati Borbone e innalzò al trono gli Orléans: il resto della Francia seguì Parigi in quell'occasione ma non nelle sommosse che vi scoppiarono nel 1832 e nel 1834. Viceversa le giornate del febbraio del 1848 provocarono la nascita d'una repubblica borghese che soffocò nel sangue le insurrezioni popolari del giugno 1848 e del giugno 1849. Il colpo di stato del 2 dicembre 1851 e la restaurazione dell'Impero fecero nuovamente di Parigi la capitale politica dell'Europa e i lavori di sventramento della vecchia città realizzati da Haussmann e la creazione degli stupendi bois di Boulogne e di Vincennes ne fecero una città moderna e splendida. Anche la costruzione delle ferrovie, iniziata nel decennio precedente, contribuì ad aumentare il peso di Parigi, giacché esse furono disposte in modo che la città fosse come il mozzo di un'immensa raggiera. Dopo tante glorie, tra cui la riuscita Esposizione del 1867, una momentanea e violenta caduta: l'assedio di Parigi, che tra il 1841 e il 1845 era stata nuovamente circondata di mura e fortificazioni, da parte dei prussiani (17 settembre 1870-28 gennaio 1871), e la rivolta popolare della Comune (marzo-maggio 1871) che mentre falliva nella sua azione politica, provocò la distruzione di importanti monumenti di cui alcuni (Tuileries) non furono più ricostruiti. La Terza Repubblica proclamata a Parigi il 4 settembre 1870 e confermata dalla Francia negli anni seguenti marcò l'inizio d'un periodo di splendore per la città che divenne la Ville Lumière: la cultura e l'arte del mondo intero ricevettero legge da Parigi; la finanza vi giocò una parte d'importanza mondiale, il commercio e l'industria furono esaltati nelle Esposizioni del 1878, del 1889 e del 1900. Mai come da allora Parigi si identificò con la Francia. La mancata occupazione di Parigi da parte dei tedeschi nel settembre del 1914 fece della conquista di quella città il perno di tutte le operazioni militari del fronte occidentale e, forse a riconoscimento di ciò, Parigi fu la sede della conferenza con la quale si chiuse la prima guerra mondiale. Tra le due guerre i problemi sociali ed economici trovarono in Parigi il loro barometro e un'insurrezione tentata dalla destra nel febbraio del 1934 fallì ben presto. Il Paese ne rimase però scosso e quando scoppiò la seconda guerra mondiale nel 1939 fu ben presto occupato dai tedeschi che entrarono a Parigi il 14 giugno 1940. Dal 22 giugno 1941, cioè da quando iniziò la resistenza antitedesca, Parigi dovette sopportare durissime repressioni naziste; però lo sbarco anglo-americano in Normandia (6 giugno 1944) ebbe come seguito la sua liberazione da parte delle forze golliste (25 agosto): Parigi nel complesso uscì relativamente poco danneggiata dal punto di vista materiale perché, nonostante i folli ordini di Hitler, la città venne risparmiata dai tedeschi in ritirata. Con il ritorno di De Gaulle al potere (1958) la città subì profonde trasformazioni e un'impegnativa opera di restauro, con lo scopo assai palese di metterla all'altezza dei nuovi tempi. Successivamente la città assunse anche la funzione di “vetrina” per l'affermazione del prestigio dei presidenti della repubblica. Su impulso di G. Pompidou, per esempio, fu creato nel 1977 l'omonimo istituto d'arte e cultura a Beaubourg e F. Mitterrand fu il fautore di importanti opere quali la sistemazione del Louvre alla fine degli anni Ottanta. Lo stesso J. Chirac utilizzò la propria lunga esperienza come sindaco di Parigi (1977-1995) per dare credibilità alla sua candidatura alla presidenza della Repubblica. Il 13 novembre 2015 una serie di attentati terroristici di matrice islamica colpivano la città provocando la morte di oltre 100 persone.

Archeologia e arte

Poco è rimasto del centro gallico, mentre molto più cospicui sono i resti d'età romana. Sulla riva sinistra della Senna si è identificata l'area del foro con accanto una ricca casa privata con terme. Restano tracce di un piccolo teatro e ruderi dell'anfiteatro; notevole un grande impianto termale dei sec. II-III col frigidarium decorato da mensole a forma di navi. Le più importanti sculture gallo-romane provengono dall'isola dove la popolazione si rifugiò nuovamente nel tardo impero per sfuggire alle invasioni barbariche. § Scomparsa praticamente ogni traccia dell'età alto-medievale, il più integro fra gli edifici medievali della città resta la cattedrale di Notre-Dame, una delle maggiori realizzazioni del gotico francese. Iniziata nel 1163, ha cinque navate innalzate fra il 1180 e il 1200. La facciata fu terminata nel 1245, i bracci del transetto (di Jean de Chelles e Pierre de Montreuil) nei decenni successivi. Le sculture superstiti dei portali (specie quelle con l'Incoronazione della Vergine e il Giudizio Universale) sono fra i migliori esempi della più antica scultura gotica europea. L'interno, ampiamente rifatto e poi discutibilmente restaurato nel secolo scorso da Viollet-le-Duc, è di severa imponenza. Più antica è la chiesa di Saint-Germain-des-Prés, fondata nel 542 da Childeberto I, ampiamente rimaneggiata nel corso dei secoli. La torre campanaria e le navate laterali risalgono probabilmente al sec. XI, mentre la navata centrale venne profondamente trasformata nel Seicento. L'abbazia e i campanili laterali furono distrutti all'epoca della Rivoluzione. Al sec. XII risalgono le chiese di Saint-Martin-des-Champs (con bel portale della cappella, opera di Pierre de Montreuil), di Saint-Julien-le-Pauvre (malamente rimpicciolita nel sec. XVII) e Saint-Pierre-de-Montmartre. Duecentesca nell'attuale struttura è Saint-Germain-l'Auxerrois, antica parrocchia dei re di Francia. Profondamente rimaneggiata nel Quattrocento e poi ancora nei secoli successivi (il presbiterio è del 1745, il campanile dell'Ottocento), è ricca di sculture e altre opere d'arte. Al 1242-48 risale la Sainte-Chapelle, costruita per ospitare le reliquie della Passione portate in Francia da Luigi IX. Attribuita a Pierre de Montreuil, è caratterizzata da grandiose finestre e da un bel rosone. Al Duecento risale anche la chiesa di Saint-Séverin. I più antichi edifici civili di Parigi sono trecenteschi: il Palazzo di Giustizia (peraltro ampiamente trasformato nei sec. XVI e XVIII) e le torri di Giovanni Senza Paura e Saint-Jacques. Al periodo tardogotico (sec. XV-XVI) appartengono alcune belle costruzioni, tra cui l'Hôtel de Sens (1474) e l'Hôtel de Cluny (1485). Fra le chiese di questo periodo, tutte in stile flamboyant, Saint-Gervais-et-Saint-Protais (varie volte trasformata e contenente diverse opere d'arte fra cui una tela del Perugino), Saint-Nicolas-des-Champs e la nota Saint-Eustache, iniziata nel 1532 a imitazione di Notre-Dame, ma poi influenzata dal gusto italiano; la facciata è in stile neoclassico. La seconda metà del sec. XVI vide il definitivo prevalere del gusto classicista già con la ricostruzione del Louvre, che, sorto nel sec. XII, trasformato nel Trecento, fu rifatto totalmente sotto Enrico II ed Enrico IV. Il palazzo acquistò l'attuale solenne aspetto nel Seicento, a opera di Le Vau, e venne ingrandito ulteriormente nel Settecento da Gabriel e Soufflot. Un notevole esempio di ordine gigante è la facciata di palazzo Lamoignon (1580). Il gusto classicista continuò anche nel Seicento con la chiesa di Saint-Joseph-des-Carmes (1628), la prima a cupola in Parigi, e una notevole serie di palazzi: la Bibliothèque Nationale (la cui sala di lettura è però ottocentesca), l'Hôtel Carnavalet (1655), l'attuale Institut de France, innalzato da Le Vau nel 1662, il palazzo del Lussemburgo, iniziato nel 1615 da S. de Brosse sul modello di palazzo Pitti , il palazzo de Sully (1624) e l'Hôtel des Invalides, di Bruand e Hardouin-Mansart, dalla severa architettura e dalla tipica cupola. Fra le chiese dell'epoca, sono da segnalare Saint-Nicolas, la chiesa della Sorbona (1635-42), di grandi proporzioni (all'interno, la tomba di Richelieu), e Saint-Sulpice (1646). Fra le realizzazioni del Settecento, in cui si alternano motivi rigidamente classicisti e altri di più raffinato rococò, sono da citare: il palazzo dell'Eliseo (1718), trasformato in epoca napoleonica ; il Palais Royal, di d'Ivry (1764-70); la Scuola Militare, severa e imponente (1751-53); il Panthéon, già chiesa di Sainte-Geneviève, innalzato in forme rigorosamente classiciste da Soufflot. Dell'età napoleonica sono la colonna di Place Vendôme e l'Arc de Triomphe, con rilievi di Rude. Gli edifici ottocenteschi sono numerosi, ma in genere di non grande qualità. Di qualche interesse è la classicheggiante chiesa della Madeleine, di Vignon, con belle sculture. Pesanti sono l'Opéra di Garnier (1861-75), e varie chiese, fra cui discutibile fama gode il Sacré Cœur, progettato da Abadie (1874). Oltre alla caratteristica e celeberrima Tour Eiffel (1889), curioso esempio di architettura del ferro, è ancora da ricordare il teatro degli Champs-Elysées (1911-13) su progetto di H. van de Velde. Nei primi tre decenni del sec. XX Parigi vive un periodo di grande fioritura architettonica. I nomi di spicco sono quelli di Le Corbusier (Maison La Roche et Jeanneret, 1923; padiglione svizzero della Cité Universitaire, 1930; Foyer de l'Armée du Salut), di H. Guimard (autore degli arredi degli spazi della metropolitana) e di Robert Mallet-Stevens. Tra le architetture del secondo dopoguerra si ricordano il noto palazzo dell'UNESCO, opera di Breuer, Zehrfuss e Nervi (1953-58) e il grattacielo di rue Croulebarbe (E. Albert, H. Boileau, R. Labourdette, 1960) il primo edificio a infrangere i limiti di altezza imposti da un regolamento del 1902.

Musei

Parigi conta oltre duecento musei, fra cui quello del Louvre, uno dei più grandi del mondo. All'arte egizia e orientale sono dedicati i musei Cernuschi e Guimet, quest'ultimo fra i più notevoli d'Europa per l'arte cinese e giapponese. All'arte moderna e contemporanea sono invece destinati il Musée d'Orsay, il Petit Palais (arte moderna francese soprattutto del sec. XIX), il Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris e il vicino, e autogestito dagli artisti, Site de Création Contemporaine; il Musée National d'Art Moderne che, ospitato negli spazi del Centre Georges-Pompidou, conserva un'eccezionale raccolta di opere di Matisse, Picasso e Braque e numerose opere rappresentative delle più importanti tendenze artistiche del dopoguerra; accanto a questi vanno ancora ricordati il Musée Picasso, aperto nel 1985 nella prestigiosa sede del secentesco Hôtel Salé, che presenta un vasto insieme di opere dell'artista (dipinti, disegni, stampe, ceramiche, sculture ecc.), e il Jeu de Paume, riaperto nel 1991 per ospitare solo mostre temporanee. Al Palais de Chaillot hanno sede il Musée de la Marine e la nuova (2005) Cité de l'Architecture et du Patrimoine; il Musée Carnavalet accoglie il museo della storia di Parigi illustrata attraverso un'importante raccolta di oggetti artistici, dipinti, disegni; il Musée de Cluny conserva opere d'arte medievale (mobili, oreficerie, arazzi e sculture). Il Musée Marmottan Monet ospita un pregevole insieme di mobili stile impero, un'eccezionale raccolta di quadri impressionisti – tra cui le celebri Ninfee di Monet – e la collezione Wildenstein di miniature medievali. Il Musée Jacquemart-André conserva una notevole raccolta privata di sculture e dipinti (Chardin, Watteau, Fragonard, Paolo Uccello, Hals, Reynolds). Fra gli altri numerosi musei si ricordano il Musée des Arts Decoratifs, quello delle Arti e Tradizioni Popolari, il Musée de l'Homme, eccezionale raccolta etnografica; i musei Rodin, Bourdelle, Gustave Moreau, Napoléon, Pierre et Marie Curie, Pasteur, dedicati a singoli artisti o personaggi; il Musée de l'Opéra, il Cabinet des Medailles, il Musée de l'Armée, il Conservatoire d'Arts et Métiers; il tesoro di Notre-Dame; infine, l'avveniristica Cité des Sciences et de l'Industrie de la Villette, il tempio dedicato alla scienza, alla tecnica, all'industria, alla musica, all'immagine, dominato dalla perfezione del Géode, la gigantesca sfera d'acciaio che racchiude un cinema con un immenso schermo per proiezioni di altissima spettacolarità. § Nel 1959 fu istituita la Biennale di Parigi, manifestazione internazionale per giovani artisti d'età compresa fra i 20 e i 35 anni. Oltre a pitture, sculture, incisioni e disegni, la rassegna comprendeva anche lavori teatrali, film, composizioni scenografiche. Dopo la biennale del 1985, per la quale furono selezionati artisti di tutte le età che avessero contribuito ad ampliare il panorama dell'arte moderna e tenutasi nella Grande Halle de La Villette, la manifestazione si interruppe per riprendere nel 2001.

Arti decorative

Manifatture di arazzi furono attive a Parigi fin dal sec. XIII, ma solo dopo il 1350, su commissione di Carlo V di Francia, dei duchi d'Angiò, di Orléans, di Berry e di Borgogna, vi furono realizzati arazzi di straordinaria bellezza quali l'Apocalisse di Angers (Angers, Musée des Tapisseries) tessuta da Bataille. Nel Quattrocento l'allontanamento della corte da Parigi causò la quasi totale cessazione dell'attività. Col regno di Francesco I si ebbe una ripresa anche se il re preferiva commissionare i suoi arazzi nei Paesi Bassi o fondare manifatture reali in provincia (Fontainebleau, 1531; Tours, 1532). Il figlio Enrico II, ristabilita la corte a Parigi, vi creò il laboratorio dell'Hôpital de la Trinité (1550) cui Enrico IV affiancò un nuovo laboratorio nella Galleria del Louvre dove si lavorò solo ad alto liccio con maestranze francesi guidate da M. Dubourg e Girard Laurent. Nel 1607 venne aperto il laboratorio del Faubourg Saint-Marcel, primo nucleo dei Gobelins con cui si identifica, da questo momento, la storia delle manifatture di arazzi parigine. § Fin dall'inizio del sec. XVII Parigi fu un centro ceramico molto attivo che produsse maioliche, terraglie e porcellane di ottima qualità. Tra le fabbriche di maioliche che godettero di una maggiore rinomanza si ricordano quella di François Hébert in rue de la Roquette e quella in rue de Charonne. Sino al primo ventennio del sec. XVIII gli esemplari che uscirono da queste fornaci imitavano i modelli olandesi, successivamente venne adottato più frequentemente lo stile di Rouen. La produzione della porcellana di pasta dura trasse quasi sempre ispirazione dai modi di Sèvres. Tuttavia quello della porcellana fu il settore ceramico più fiorente essendo molte fabbriche patrocinate dalla famiglia reale e dalla nobiltà parigina.

Istituti culturali

Parigi è sede di numerosi istituti culturali, fra i quali molti hanno una larga e antica fama e fanno della città un centro di cultura di importanza mondiale. L'Università di Parigi, detta Sorbona (riservata alle facoltà umanistiche) dal nome del fondatore Robert de Sorbon, tuttora famosissima, era già celebre nel Medioevo. Il Collège de France fu fondato da Francesco I nel 1530, l'École Normale Supérieure fu creata per decreto della Convenzione nel 1794 con lo scopo di formare professori per l'insegnamento negli istituti secondari e superiori; ha due sezioni, di lettere e di scienze. L'École des Langues Orientales Vivantes fu fondata da Luigi XIV e riorganizzata nel 1795 per la formazione degli interpreti del servizio diplomatico e consolare. L'École Nationale Supérieure des Beaux-Arts nacque nel 1648 con il nome di École Académique; ha le sezioni di pittura, scultura, architettura e incisione; vi si svolgono i concorsi per i vari Prix de Rome. L'École de Médecine ospita la facoltà di medicina dell'università ma era autonoma già fin dal 1281. Il Conservatoire National Supérieur de Musique et de Déclamation fu creato dalla Convenzione nel 1795 con il nome di Académie Royale de Chant ed è destinato all'insegnamento del canto, della musica, dell'armonia, della composizione musicale, dell'arte drammatica ecc. L'École Polytechnique fu creata ugualmente dalla Convenzione nel 1794 per la formazione degli ufficiali del Genio militare e degli ingegneri civili incaricati di eseguire lavori pubblici. Dipende dal Ministero della Guerra, gli allievi vi sono ammessi per concorso e, dopo un corso propedeutico di due anni, possono scegliere la frequenza presso varie scuole specializzate. Il Conservatoire National des Arts et des Métiers, fondato dalla Convenzione nel 1794, è destinato all'insegnamento delle discipline matematiche, fisiche, chimiche, economiche e giuridiche applicate all'industria. L'École Centrale des Arts et Manufactures, fondata nel 1829, rilascia il diploma di ingegnere “d'arti e manifatture”. L'École Militaire, fondata da Luigi XV nel 1751, è oggi sede delle scuole militari d'insegnamento superiore. Fra gli istituti scientifici non collegati con l'Università e le scuole superiori, il più noto è l'Institut Pasteur fondato da Pasteur nel 1888, dedicato a ricerche biologiche e alla sieroterapia. Fra gli istituti culturali di Parigi occupa un posto preminente l'Institut de France creato nel 1795 e che è costituito da varie accademie fra le quali l'Académie Française. Vi sono infine molte società scientifiche riunite nella Conféderation des societés scientifiques françaises che comprende le sezioni di chimica, fisica, scienze naturali, filosofiche, storiche, filologiche e giuridiche.

Biblioteche

Oltre alla biblioteca dell'Arsenal, alla Mazarina e alla Bibliothèque Nationale, tra le più illustri biblioteche parigine sono da ricordare quella di Sainte-Geneviève, fondata dal cardinale F. de La Rochefoucauld (1624) sulle rovine dell'antica abbazia (nazionalizzata nel 1790 col nome di biblioteca del Panthéon, nel 1926-30 fece parte della “Réunion des Bibliothèques Nationales de Paris” e passò poi alle dipendenze dell'Università); la biblioteca universitaria della Sorbona; la biblioteca dell'Institut de France e le innumerevoli altre biblioteche d'istituti scientifici, universitari ecc. La Bibliothèque Nationale e la Bibliothèque de France sono state riunite nel 1994 nella Bibliothèque Nationale de France, che dal 1996 si trova in un istituto opera di D. Perrault (Très Grande Bibliothèque de Paris, intitolata a François Mitterrand) nel quartiere orientale di Tolbiac.

Spettacolo

La storia del teatro a Parigi, che coincide in massima parte con quella del teatro francese in generale (vedi Francia), si svolge ininterrotta a partire dal Mille: dal dramma liturgico al mistero e al miracolo, dalle grandi feste popolari nelle strade e nelle piazze alle attività dei menestrelli e degli attori di commedia. Mentre società letterarie acquisivano il monopolio del teatro laico, una potente associazione laica, la Confrérie de la Passion, istituita nel 1402 e attiva in un primo tempo in un salone dell'Hôpital de la Trinité, acquisiva il monopolio di quello religioso. Nel 1548 la Confrérie, che da trent'anni aveva ottenuto il monopolio del teatro nella capitale, fu obbligata a eliminare dal proprio repertorio i drammi sacri perché troppo inficiati da inserimenti profani, e si trasferì all'Hôtel de Bourgogne, dove lavoravano anche altre compagnie. A essa si opponeva l'attività dei Comédiens du Roi, dei teatri delle grandi fiere di Saint-Germain e di Saint-Laurent, regno della farsa; poi, della compagnia di Montdory, attiva prima all'Hôtel d'Argent e, dal 1634, al nuovo Théâtre du Marais, dei comici dell'arte, installatisi permanentemente al Petit-Bourbon e a partire dal 1658 al Palais-Royal, in coabitazione con la compagnia di Molière reduce da un lungo tirocinio in provincia. Sotto Luigi XIV vennero centralizzate le attività teatrali con l'istituzione di tre nuovi organismi: l'Académie Royale de Danse (1661); l'Académie Royale des Opéras (1671) con un proprio teatro, l'Opéra, e la Comédie-Française, sorta nel 1680, il cui monopolio cessò ufficialmente col decreto del 1791. Sorsero quindi miriadi di nuove sale: le più importanti furono l'Odéon, che dal 1807, anno della riforma napoleonica dei teatri, ottenne privilegi secondi solo a quelli della Comédie-Française; e i numerosi eredi dei teatri della Fiera, concentrati soprattutto nel boulevard du Temple, che offrivano al pubblico popolare movimentati melodrammi, pantomime, operette e vaudevilles. Il boulevard, divenuto sempre più sinonimo di teatro di mero intrattenimento, suscitò, dalla fine del sec. XIX, numerose iniziative che a esso si opponevano: dal Théâtre Libre (1887-96) di Antoine, portabandiera del naturalismo, all'Oeuvre (1893-1929) di Lugné-Poe, sede del teatro simbolista; dal Vieux-Colombier (1913-24) di Copeau, che inaugurò la storia del teatro francese moderno, ai cosiddetti Teatri del Cartel animati dai registi-attori Charles Dullin, Louis Jouvet, Gaston Baty e Georges Pitoëff, che costituirono il meglio della scena parigina tra le due guerre. Con il secondo dopoguerra si chiude l'epoca dominata dal Cartel: Pitoëff è morto sin dal 1939, Dullin non ha più un teatro, Baty si dedica soprattutto alle marionette. Rimane Jouvet, rientrato da un lungo esilio in Sudamerica, che prima di morire, nel 1951, fa ancora in tempo a presentare le ultime opere di Giraudoux e la prima di Genet e a riproporre un Molière quasi dimenticato, Don Giovanni, che avrà in seguito numerose edizioni sceniche di prestigio. Ma lo spirito del Cartel permane nella principale compagnia privata dell'epoca, quella di Madeleine Renaud e Jean-Louis Barrault, nata nel 1946 e trasferita dal 1959 al 1968 all'Odéon-Théâtre de France, e informa anche l'iniziativa più rilevante degli anni Cinquanta: il Théâtre National Populaire diretto dal 1951 al 1963 da Jean Vilar, che si fece un nome nelle salette dell'avanguardia e al Festival di Avignone. Altri avvenimenti significanti del dopoguerra sono l'avvio del processo di decentralizzazione che toglierà a Parigi la posizione di unico centro del teatro francese; la riscoperta delle opere di Claudel (preannunciata nel 1943 da una memorabile regia di Barrault per Le soulier de satin alla Comédie-Française); la nascita nelle salette della Rive gauche, di una nuova drammaturgia che, con l'etichetta di “teatro dell'assurdo”, conquisterà il mondo. I nuovi registi si chiamano Blin, Serreau, Bataille, Mauclair, Vitaly, Dhomme, Reybaz, molti dei quali rivelati dai concorsi per le giovani compagnie che si tengono regolarmente dal 1946. Poi nel 1954, al primo Festival del Théâtre des Nations, la rivelazione di Brecht e del Berliner Ensemble che accende entusiasmi, suscita polemiche e determina nuovi orientamenti in autori e registi. Intanto il boulevard continua il suo cammino trovando nuovi artigiani (da Roussin al duo Barillet-Grédy) e piegando alle sue esigenze autori di maggiori pretese (come Anouilh o Marceau). Gli anni Sessanta segnano un periodo di stasi: gli autori d'avanguardia non valgono i Beckett e gli Ionesco; il Théâtre National Populaire diventa un teatro qualsiasi (negli anni Settanta si trasferirà a Villeurbanne); le serate più stimolanti rivelano autori inglesi o americani. Nascono in compenso teatri nei sobborghi della città: Guy Retoré apre il Théâtre de l'Est Parisien, Patrice Chéreau un poco fortunato Théâtre de Sartrouville, Gabriel Garran la Commune di Aubervilliers; e nel 1967 si impone l'interessante iniziativa del Théâtre du Soleil diretto da Ariane Mnouchkine e installato in seguito alla Cartoucherie di Vincennes. S'afferma contemporaneamente un nutrito gruppo di registi argentini (García, Lavelli, Savary, Arias, Copi) ai quali si devono molti degli spettacoli di maggior rilievo prima e dopo il 1968. Anno questo che rimetterà tutto in discussione, compreso il teatro. Nel 1974 Peter Brook nel teatro delle Bouffes du Nord inaugura la prima di numerose stagioni di successi e di ricerca e sperimentazione dello spazio scenico. Più tardi, tra gli anni Novanta e i primi anni del 2000, le creazioni teatrali più innovative si trasferiscono perlopiù in periferia (Théâtre des Amandiers a Nanterre, Théâtre de Bobigny) o si orientano spesso verso l'elaborazione di spettacoli che si rifanno a generi diversi come il circo (compagnia di Bartabaz, Cirque Plume, Arkaos) o il mimo (spettacoli di M. Makeieffe e J. Deschamps).

Danza

La storia della danza a Parigi, dalla creazione dell'Académie Royale de Danse (1661), fino, almeno, al secondo dopoguerra, si è in gran parte identificata con la storia della danza francese (vedi Francia). A tutt'oggi Parigi resta in ogni caso una delle capitali mondiali della danza. A partire dalla creazione dell'Académie Royale de Danse, che codificò le danze di corte e quelle di carattere, e dell'Académie Royale de Musique (1669, l'odierno Théâtre National de l'Opéra), si guardò a Parigi come a una delle capitali – se non “la capitale” – del balletto. Nella seconda metà del sec. XVII, sotto la direzione di maestri coreografi come Ch.-L. Beauchamps, G. B. Lullie L. Pecourt, e grazie al talento di interpreti come F. Prévost, il balletto conobbe un primo periodo di feconda evoluzione. Al principio del sec. XVIII (1713) all'Académie de Musique fu annessa una scuola di ballo che è tuttora tra le più prestigiose del mondo, mentre sulla scena si accendeva la rivalità fra due primedonne, Marie Camargo e Marie Sallé, entrambe allieve della Prévost, l'una espressiva e sensuale, l'altra tecnicamente brillante. Allieve del grande Louis Dupré, G. Vestris e J.-G. Noverre promossero una nuova stagione di evoluzione tecnica e artistica del balletto, mantenendo alla Francia e a Parigi un primato spesso conteso, e però mai veramente eguagliato, dalle altre capitali europee. Noverre guidò la massima compagnia parigina dal 1776 al 1780. Gli succedettero Maximilien Gardel e suo fratello, Pierre-Gabriel Gardel, entrambi fecondi coreografi. Pierre-Gabriel fu anche eccellente maestro e direttore della scuola di ballo dal 1799 al 1815. Sulla scena intanto trionfava la dinastia italo-francese dei Vestris – Thérése, Gaetano, ma soprattutto Auguste – e con essa il virtuosismo di derivazione italiana. Attraverso l'insegnamento di P.-G. Gardel, che fu maestro di C. Blasis, e di Auguste Vestris – fra i cui discepoli si contano Ch.-L. Didelot, J. Perrot, A. Bournonville, nonché Maria Taglioni – il gusto e lo stile parigino si imposero sui palcoscenici di tutt'Europa e fecero scuola a Milano, Londra, San Pietroburgo, Copenaghen. Il gusto romantico, annunciato dal trionfo della Taglioni ne La Sylphide, di suo padre Filippo (1832), favorì una nuova stagione di successi del balletto sulla scena parigina, culminati nella prima di Giselle di J. Coralli e J. Perrot (1841). L'epoca romantica vide rivaleggiare la Taglioni e la Elssler, ma soprattutto segnò l'ascesa del massimo teatro parigino a banco di prova supremo per le qualità di un interprete. La Taglioni, la Grisi, la Elssler, la Cerrito, la Fuoco, L. Petipa, tutti si misurarono con il pubblico parigino e il successo decretato nella capitale francese equivaleva, di regola, alla consacrazione di una carriera, nonché a una sorta di lettera di credito altrove in Europa e perfino nelle Americhe. Nella seconda metà del sec. XIX, la scuola francese attraversò un periodo di crisi dal quale non doveva risollevarsi che molti decenni più tardi. Delle molte creazioni andate in scena al Théâtre de l'Académie de Musique (antico nome dell'Opéra) solo Coppélia, di A. Saint-Léon (1870), sopravvisse. Ciononostante, Parigi manteneva il primato grazie alle apparizioni e ai successi, sui suoi palcoscenici, di personalità come Loie Fuller e Isadora Duncan. Negli anni Dieci e Venti del sec. XX fu la volta delle sfolgoranti stagioni dei Ballets Russes di Djagilev e, più tardi, dei Ballets Suédois di Rolf de Maré. Una rinascita della scuola e della compagnia dell'Opéra furono promosse, a partire dagli anni Trenta, da Serge Lifar, che riorganizzò l'insegnamento e il repertorio contribuendo in modo determinante al successo di nuove generazioni di ballerini quali la Verdy, la Chauviré, Jean Babilée. Nel sec. XX si sono moltiplicati i teatri parigini in grado di offrire, accanto all'Opéra e all'Opéra-Comique, stagioni regolari o singole rappresentazioni di danza: fra gli altri il Théâtre Châtelet, il Théâtre de la Port Saint-Martin, il Théâtre des Champs-Èlysées, il Théâtre de la Ville. Nel secondo dopoguerra si sono affermate sulle scene parigine alcune compagnie indipendenti guidate da brillanti coreografi come J. Charrat, R. Petit, M. Béjart. A partire dagli anni Settanta, sono apparsi con regolarità e con grande successo sulle scene parigine i protagonisti della modern dance americana e, più recentemente, i nuovi autori di quella che è stata definita la nouvelle danse française, e compagnie di segno sperimentale quali quelle di Pina Bausch, William Forsythe e P. Découflé. Sul piano delle più spregiudicate ricerche sperimentali, quello parigino resta un impareggiabile trampolino di lancio, per gli artisti, in Europa e nel mondo. A Pantin, alle porte di Parigi, è sorto nel 2004 il Centre National de la Danse, dove, oltre alla programmazione di cartellone, si allestiscono mostre, si organizzano convegni e si mette a disposizione degli studiosi e degli appassionati una grande biblioteca sul tema della danza.

Musica

La capitale della Francia – che nel campo della musica come in quello delle altre arti svolse una funzione riassuntiva ed emblematica della cultura francese – pur avendo sempre posseduto un'importanza notevolissima nell'ambito della storia della musica europea, si trovò in alcuni periodi storici a svolgere un ruolo di guida nella musica colta occidentale, in una prospettiva mondiale. Ciò avvenne, per esempio, nei sec. XII e XIII nell'ambito delle forme polifoniche dell'Ars Antiqua coltivate nella Scuola di Notre-Dame; nei sec. XIV e XV grazie alla singolare fioritura di scritti teorici nell'ambito dell'università, che influirono in maniera determinante sullo sviluppo dell'Ars Nova; nel sec. XVI con lo sviluppo delle forme polifoniche profane (specialmente della chanson, la cui variante parigina coltivata da C. de Sermisy e soprattutto da C. Jannequin ebbe universale diffusione) e con l'avvio su scala industriale della stampa musicale (con le dinastie degli Attaingnant, Du Chemin, Le Roy, Ballard ecc.); nel sec. XVII con la funzione normativa ed esemplare assunta dalla corte di Luigi XIV, nel cui ambito Lulli e i suoi successori elaborarono le sole forme di spettacolo musicale in grado di competere con la straripante diffusione dei modelli italiani; nel sec. XVIII quando la Querelle des Bouffons prima e la contesa tra i sostenitori di Gluck e di Piccinni poi favorirono la nascita, per merito degli enciclopedisti che si giovarono delle conquiste teoriche di Rameau, di una forma moderna di critica musicale; nel sec. XIX quando la città divenne un crogiolo dell'attività musicale internazionale, richiamando i maggiori operisti (Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Wagner ecc.), strumentisti (Paganini, Chopin ecc.) e critici; infine nei primi decenni del sec. XX quando fu un punto di riferimento di alcune delle più avanzate correnti di avanguardia della musica e della danza. Punti di forza della struttura musicale parigina furono, oltre al Conservatoire (fondato nel 1795 e nel cui ambito si elaborarono nella prima metà dell'Ottocento le basi della teoria musicale successivamente accettata dagli istituti musicali di tutto il mondo), la Schola Cantorum (fondata da Vincent d'Indy nel 1894), l'Opéra e l'Opéra-Comique, oltre a una vastissima rete di società concertistiche e di istituzioni culturali. Dal 1990 l'Opéra si è spostata dal vecchio Palais Garnier alla nuova sede dell'Opéra Bastille. Fra le numerose orchestre parigine la principale è l'Orchestre National de France.

Economia

Oltre a essere la capitale storica, culturale e amministrativa, Parigi è anche il maggior centro finanziario e commerciale della nazione. Anche se a partire dal secondo dopoguerra la maggior parte degli impianti industriali è stata localizzata in provincia, Parigi continua a ospitare i quartier generali delle principali industrie nazionali, a stretto contatto con il cuore finanziario e amministrativo del Paese. Nella cintura della banlieu parigina continua comunque a essere concentrato un quarto dell'intera industria francese: lungo la Senna, in direzione di Rouen, sono le industrie automobilistiche e aeronautiche; a NW, nell'ansa della Senna tra Suresnes e Gennevilliers, sono gli impianti chimici e dell'industria pesante; a S e a SW si trovano concerie, manifatture del tabacco e della birra. Nella città vera e propria rimangono le occupazioni industriali in scala minore, in particolare quelle legate ai beni voluttuari: come l'industria dell'alta moda e dell'abbigliamento in genere, della gioielleria e dell'arredamento. Il commercio e la finanza sono l'altro grande polo di attività economica della città, mentre la pubblica amministrazione occupa ca. 700.000 persone.Un posto di rilievo ha poi il turismo, risorsa economica di notevole importanza per l'interesse culturale dell'università e delle scuole di arte e di scienza, dei numerosi musei e per la bellezza e l'interesse storico dei monumenti. L'intensità del traffico e l'estensione della città hanno imposto già da tempo la necessità di servizi pubblici sotterranei (métro), che oggi si estendono su 14 linee per una rete lunga complessivamente oltre 235 km e a sua volta interconnessa con una rete regionale ad alta velocità e una rete ferroviaria. Le vie di accesso all'agglomerato parigino sono numerose e varie: autostrade e strade nazionali confluiscono a Parigi; sei grandi stazioni ferroviarie mantengono le comunicazioni con altrettanti settori del territorio francese e una linea ferroviaria corre attorno alla città collegando tra loro i sobborghi. Per via d'acqua gli scambi commerciali si effettuano soprattutto con la bassa Senna e con il N; sulle rive della Senna si succedono, in Parigi e banlieue, oltre 50 porti. Infine Parigi è anche uno dei maggiori scali aerei mondiali, essendo servita da ben tre aeroporti per i collegamenti nazionali, internazionali e intercontinentali: Orly, a S; Charles de Gaulle, a Roissy-en-France, a N della città; e per i voli charter e le compagnie low-cost, Beauvais, a 60 km a N.

Curiosità e dintorni

Parigi, per tutto l'anno, presenta un fitto calendario di eventi e manifestazioni, di feste e di festival. Per quanto sia evento nazionale festeggiato in tutta la Francia, il 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia ed episodio da cui ebbe inizio nel 1789 la Rivoluzione francese, è celebrato in modo particolare sentito nella capitale, con milioni di persone che si riversano nelle strade e uno straordinario spettacolo di fuochi d'artificio a chiudere la giornata. Tra la primavera e l'estate si svolgono le manifestazioni pubbliche di maggior attrazione (Fête de la Musique, Paris Plage, Marche des fiertés, Paris Quartier d’été, Cinéma au clair de lune, Techno Parade), ma anche nelle settimane d'autunno il calendario è ricco di appuntamenti, come la Notte Bianca, le Journées du Patrimoine (dedicate all'immenso patrimonio storico-artistico della città cui si può accedere gratuitamente), la Fête des Jardins, il Festival d’Automne (una lunga kermesse di teatro, cinema, musica, danze e arti varie, che si tiene dal 1970 da metà settembre fino a Natale), il Festival d’Art Sacré, il Festival du Film. La realtà multiculturale parigina è sottolineata dalla celebrazione di ricorrenze come il Capodanno cinese, la festa indiana di Ganesh o o le notti del Ramadàn. Allo stesso modo, per quanto riguarda gli appuntamenti commerciali, Parigi offre oltre 400 fiere internazionali: spicca il Salone internazionale dell'Auto, quello del Turismo e quello dell'Agricoltura.Tra le mete più frequentate negli immediati dintorni di Parigi, oltre ai grandi parchi periferici del Bois de Boulogne (a W) e del Bois de Vincennes (a E) e alla Reggia di Versailles, il palazzo più grande e più celebre di tutta la Francia, vi sono due grandi parchi di divertimenti: il Disneyland Resort Paris (o EuroDisney), a Marne-la-Vallée, e il Parc Asterix, a 30 km a NE da Parigi lungo l'autostrada per Lille.

Bibliografia

Per la geografia

R. Minguet, Géographie industrielle de Paris, Parigi, 1957; G. Belleville, Morphologie de la population active à Paris, Parigi, 1962; J. Bastié, La croissance de la banlieu parisienne, Parigi, 1964; G. Verpraet, Paris, capitale souterraine, Parigi, 1964; M. Marginot, Précis de Géologie de Paris, Parigi, 1979.

Per la storia

P. Lavedan, Histoire de Paris, Parigi, 1960; P. M. Duval, Paris antique, des origines au IIIe siècle, Parigi, 1961; M. Fleury, Paris de la fin du Bas-Empire au début du IIIe siècle, Parigi, 1961; J. Tulard, Nouvelle histoire de Paris. Le Consulat et l'Empire, Parigi, 1970; R. Mousnier, Parigi capitale nell'età di Richelieu e di Mazzarino, Bologna, 1983.

Per l'urbanistica

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Per l'arte

G. Pillement, Les hôtels de Paris, Parigi, 1945; V. Christ, Églises parisennes actuelles et disparues, Parigi, 1947; G. Martin Mery, Paris et les ateliers provinciaux au dix-huitième siècle, Bordeaux, 1958; G. H. Huisman, G. Poisson, Les monuments de Paris, Parigi, 1966; R. Gargiani, Parigi. Architetture tra purismo e Beaux-artes 1919-1939, Milano, 1989.

Per il teatro

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